Capitolo 28

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Non avevo più il controllo su me stesso. Presi la moto e me ne andai con la voglia di dimenticare tutto. Andai nella discoteca, che ero solito a frequentare. "Benvenuto signore" disse il buttafuori vedendomi entrare. Non gli diedi importanza, vidi quel bastardo di Noah dall'altre parte, notò anche lui la mia presenza. Ma nessuno dei due voleva aver a che fare con l'altro. "allora oh" disse il barista quando mi vide. Strinsi la mascella "qualcosa di forte. Muoviti" rimase impalato poi si mise a lavoro. Mi mise il bicchiere davanti, lo presi, bevendolo tutto in un colpo. "un altro" il ragazzo me ne preparò un altro, un altro ed un altro ancora "signore rispetto le sue decisioni ma non è-" presi la pistola e gli sparai in testa. Il suo corpo inanime cadde a terra, i corpi cessarono di muoversi la musica diminuì. Notai Noah alzarsi per vedere l'accaduto. Presi una bottiglia di vodka ed uscii da lì. Ero ubriaco fradicio, "Dominic!" mi chiamò una voce da dietro le spalle "Dominic!" mi fermai girandomi, cercando di non cadere, riuscii a mettere a fuoco il viso, era Noah con i capelli arruffati. "che cazzo ti succede amico?" amico? Come può permettersi di chiamarmi ancora così. "io.. Io non sono più... tuo amico" Noah cercò di avvicinarsi, io mi allontanai "mi dispiace" parole inutili, per me. "non c'è faccio niente delle tue stracazzo di scuse. Va fanculo Noah" gli dissi con tutta la sincerità del cuore. Quando si è ubriachi si dice la verità, no? Montai sulla moto, feci qualche kilometro con la mente disconnessa mi resi solo troppo tardi che ero sulla corsia sbagliata e che stavo andando incontro ad un camion. Sterzai a destra, caddi a terra la moto finì dall'altra parte della strada, rotolai a terra sbattendo la testa abbastanza forte durante l'impatto. Ero tutto addolorato. Tolsi il casco con fatica, scorsi una luce alla mia destra. Strinsi gli occhi più volte cercando di mettere a fuoco le cose che mi circondavano. Quella luce proveniva da un'auto da cui scese... Noah? Mi aveva seguito. Se fossi in condizioni migliori mi alzerei andandomene. Ma per ora sono ancora a terra. "non ti ho mai visto così" disse cercando di mettermi in piedi "mi hai seguito" sorrise non lo vidi ma lo sentii. "ovvio" lo guardai, lui non fece lo stesso si limitò ad aprire la portiera, cercando di non farmi sbattere la testa più di quanto non abbia già fatto io. Si mise al volante e non disse niente fino ad un certo punto. "mi dispiace. Di averti detto che eri uguale a tuo padre. Non lo sei. Tu sei meglio di lui Dominic." Non è quello che hai detto l'altra volta "una cosa... una cosa non dovevi dire, ma l'hai fatto. Come la prenderesti se tirassi in ballo tua sorella" strinse il volante "già fa male revocare il passato, vero?" forse non dovevo farlo. Ma è stato lui ad iniziare "senti Noah lasciami qua ci arrivo da solo a casa" mi guardò sbalordito per poi tornare con lo sguardo sulla strada "ma almeno sai dove siamo?" mi guardai in giro nella speranza di capirlo per non dargliela vinta "ci avrei scommesso" disse con un leggero sorriso. "allora come sta Elisabhett? " come sta? Non lo so nemmeno io. Sono due giorni che non la vedo. Faccio schifo. Avevo gli occhi puntati sulla luna. Lei ama la luna. Devo farmi perdonare per tutto. Noah non proferì parola per il resto del tragitto. "eccoci qua. Ce la fai a scendere o vuoi una mano". "Ce la faccio...grazie" sorrise come un bastardo. Ciò indicava pace fra noi due. Noah se ne andò dopo essersi assicurato che fossi dentro. Mi feci una doccia e disinfettai alcune ferite per poi scendere da lei.

Fine flashback

Pov Dominic (presente)

Era svenuta tra le mie braccia, era debole ed io l'ho distrutta. La portai al piano di sopra mettendola sul letto. Non c'era la cameriera in modo che potesse cambiarle i vestiti quindi lo feci io. Gli misi i pantaloni di una mia tuta, gli stavano grandi, poi passai alla maglietta notai dei lividi sull'addome, ma che cazzo gli è successo? Andai di sotto prendendo il sacchetto che conteneva la crema per i lividi. Gliela spalmai delicatamente. "come si può fare questo ad una ragazza come te" gli accarezzai i capelli, per poi dargli un bacio sulla fronte "mi dispiace Elisabhett Miller. Mi dispiace che tu sia imbattuta in un uomo come me". Lasciai il posto accanto a lei, per fare quattro chiacchiere con Liam, mi deve spiegazioni. Ora sta bene, quindi se ha fatto ciò che penso non mi limito a tirargli solo un pugno.

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