The Black Rose Game
Ricapitolando.
Io ho pedinato Harry, per arrivare ad un... bordello?
Davvero? Perché io, in questo momento, non riesco a crederci.
Eppure, da quel poco che so, il riccio non sembra essere un tipo da prostitute.
È innegabilmente bello, avrà un migliaio di ragazze ai suoi piedi, ma preferisce andare in questi luoghi.
Che, tecnicamente, sono illegali, ma per ora chiuderò un occhio.
Informerò Zayn un'altra volta.
Adesso il mio problema principale è quel ragazzo scorbutico che abita con me.
«Sparisci» dico a denti stretti al cretino che si trova fuori dalla mia auto.
«Uh. Difficile la gattina» replica, cercando di apparire sensuale, ovviamente fallendo miseramente.
Sembra solo un morto di figa. E lo è, dato che si trova qui.
Sbuffo, ed esco dalla macchina, sbattendo intenzionalmente la portiera , volendo fargli capire che si deve levare dalle palle.
«Che forza che hai, dolcezza» borbotta, incespicando nei suoi stessi piedi mentre sta camminando per venire dalla mia parte.
Certo che questo deficiente non ha afferrato il concetto.
Appena è davanti a me, prova a toccarmi con quelle sue dita grassocce e sporche, ma, abilmente, lo evito. Gli afferro con determinazione il braccio mettendoglielo dietro la schiena e, con la mano libera, gli prendo l'altro.
Dopodiché, lo spingo con forza contro il finestrino della vettura, un gemito di dolore scappa dalle sue labbra.
«Senti amico, ti consiglio di andare via se non vuoi fare una bruta fine» gli sussurro in un orecchio, minacciandolo.
L'idiota davanti a me piagnucola, e io perdo la pazienza.
Ho di meglio da fare che badare a questo tizio.
Con le mani saldamente strette ai suoi polsi, lo spingo verso di me e lo butto di lato, facendolo cadere a terra.
«Corri» gli intimo con sguardo cattivo e non se lo fa ripetere due volte.
Si alza in piedi, dopo essere inciampato diverse volte, e scappa.
Mi guardo in giro per vedere che alcuni uomini hanno assistito alla scena, ma basta soltanto uno sguardo intimidatorio, per farli ritornare a fare quello che stavano facendo, ignorando l'accaduto.
Blocco l'auto e, come se niente fosse, mi dirigo verso la strada che ha preso Harry.
Il mio corpo freme, volendo sapere che cosa sta nascondendo il ragazzo.
Mi avvicino al vicolo, ma non entro.
Resto in disparte e mi appiatto contro il muro. Sono grata del fatto che l'illuminazione scarseggi anche qui. Almeno ho la possibilità di fuggire e di non essere riconosciuta, se dovessi essere scoperta.
Sin da subito deduco che la strada buia non è lunga, poiché sento le voci di Harry e dello sconosciuto che era nel mio appartamento echeggiare per la via.
Prendo un profondo respiro e mi concentro sulla conversazione.
«... Ho fatto tutto quello che mi hai chiesto, dovrei aver ripagato il debito, cazzo!»
«Oh Styles, pensi davvero di aver concluso con me? Io ti avevo avvertito che, una volta che saresti entrato nel giro, non ne saresti più uscito» colui a cui appartiene la voce metallica ride, una risata macabra e cupa.
«Ma la tua astinenza da cocaina ti aveva annebbiato il cervello, e avresti fatto di tutto pur di averne ancora una piccola dose»
«Ne sono uscito fuori ormai. Quella schifezza non fa più parte della mia vita» controbatte duro Harry.
«Sei sempre in tempo per ricaderci, e lo sai. Soprattutto perché non è da anni che hai smesso, ma bensì da poche settimane. Da quando, di preciso? Una settimana prima che ti trasferissi da lei».
Un silenzio a dir poco glaciale cade tra i due.
La tensione è palpabile, il mio cuore sta battendo all'impazzata, mentre il mio cervello sta acquisendo queste nuove informazioni.
Harry si drogava?
Quel suo presunto amico è uno spacciatore?
E cosa centro io, in tutto questo?
Cosa vuole intendere con "una settimana prima che ti trasferissi da lei"?
«Lasciala stare. Lei non deve essere coinvolta» dice arrabbiato il riccio.
«Lo so che è lei la tua ancora di salvezza. La tua scusa per dare un taglio alle mie droghe. E a me va bene» esclama mellifluo lo sconosciuto.
«Sai perfettamente, però, che non c'è via di fuga, una volta che entri in contatto con me. Oppure sì, una scappatoia c'è: la morte».
«Molti codardi hanno preferito lavorare per me, piuttosto che perdere la vita. Invece tu no. Hai accolto la richiesta di morte a braccia aperte. Devo ammetterlo, ciò mi ha sorpreso. Ma, per tua sfortuna, io ho bisogno di te e ti avrò in pugno ancora per un bel po'».
Uno dei due sospira.
«Mi basta solo che non tocchi la mia famiglia e lei»
Di nuovo, l'altro uomo ride. Una risata piena di gusto.
«Sai Harold, devo ancora capire che cosa ti ha conquistato di quella ragazza» parla con fare confidenziale e derisorio.
«Non è che la tratti come una principessa. Anzi, il contrario».
«Non sono affari tuoi!» urla fuori di sé il riccio, perdendo le staffe.
«Ti ho già dato i tuoi fottuti soldi, più gli interessi, non ti bastano?!»
«Certo che no, ingenuo ragazzo. Ci risentiremo la prossima volta, ti farò sapere cosa dovrai fare».
Detto ciò, capisco che entrambi hanno finito di parlare e che a breve, se ne andranno.
Con le poche forze che ho, corro verso la mia auto.
La sblocco ed entro.
Mi prendo un attimo per assimilare ogni parola che hanno pronunciato.
Sono davvero... sconvolta.
Ed è raro, per me, sentirmi così prosciugata, persa.
Stavano parlando... di me?
Come posso essere coinvolta in tutta la merda di Harry?
Non so se il riccio è già partito e non è nemmeno importante.
Se dovesse domandarmi dove sono stata, posso dirgli che sono andata a trovare un'amica o qualcosa del genere e so che me lo chiederà, perché quando non mi troverà nel nostro appartamento, penserà subito che io lo abbia spiato. Non è stupido.
Per adesso, però, ho davvero bisogno di riprendermi dallo stato di shock in cui sono.
Il mio corpo trema, anche se sto provando a rilassare ogni muscolo, inutilmente.
E c'è solo una domanda che si ripete nella mia testa: come posso essere coinvolta in tutto questo?
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The Black Rose game || H.S [IN SOSPESO]
FanfictionNessuno lo ha mai visto. Nessuno è riuscito ad acciuffarlo. Uno psicopatico che ama giocare, che usa le donne a suo piacimento e che ama rubare. Lui è The Black Rose, il rapinatore e assassino più conosciuto di tutta Londra. -- La storia non vuole d...