The Black Rose Game
Rientro a casa, sentendomi leggermente meglio di prima.
Ho passato trenta minuti buoni a cercare di rilassare i miei nervi tesi, prima di partire e di ritornare qui, e un po' ha funzionato.
Lascio la macchina in garage e salgo le scale, diretta verso il mio appartamento.
Sono fottutamente confusa. Non riesco a trovare un nesso logico che mi colleghi a quel dannato riccio. Più spremo le meningi in cerca di una risposta, più quest'ultima mi sfugge. Ed è frustrante. Solo... perché? Cosa vogliono loro da me?
Raggiungo il mio appartamento in pochi secondi e appena varco la soglia della sala, un Harry crucciato e con le braccia conserte viene, imponente, verso di me.
«Dove sei stata?» domanda, circospetto.
Sapevo che mi avrebbe fatto una domanda del genere. È del tutto naturale per il riccio, in questo momento, non abbassare la guardia con me, non ora che lui sa che io ho dei sospetti su di lui.
«Cosa te ne frega? Ora non posso neanche uscire?» replico io, mettendomi sulla difensiva.
Una risposta del genere farebbe insospettire una persona ancora di più, ma Harry mi conosce abbastanza bene da sapere che fa parte del mio carattere, essere così acida e prepotente.
E, come avevo intuito precedentemente, il riccio si rilassa e se ne va in camera sua senza dire una parola.
Bene. Problema risolto, per il momento.
Anche io cammino verso la mia stanza e decido di non cenare.
Ho un vuoto allo stomaco che non mi permetterebbe di mangiare, dunque evito di forzare me stessa a fare qualcosa che non mi sento di compiere.
Poi non vorrei ritrovarmi inginocchiata davanti al wc a vomitare l'anima.
Mi preparo per andare a dormire, non mi importa se non vado in bagno a lavarmi i denti e a lavarmi il viso.
Non ne ho le forze.
Mi spoglio dei miei vestiti, indosso il pigiama e mi corico a letto.
La sveglia in parte a me segna dieci alle nove, e so per certo che sarà una nottata lunga e tormentata la mia.
Gli avvenimenti di qualche ora prima riemergono, facendomi sentire impotente.
E lo sono.
Ho fottutamente saputo che sono dentro in qualcosa che nemmeno so che cosa è, e questo mi fa imbestialire.
Però, mi rende anche vulnerabile. E detesto questa sensazione.
Vorrei irrompere in camera di Harry, così, di punto in bianco, e fargli un interrogatorio di quarto grado.
Cazzo, ho il diritto di sapere che cavolo centro io con lui e le sue cazzate.
Ma la piccola parte razionale del mio cervello, mi consiglia di non buttare all'aria il piano ingegnato il giorno prima, ovvero scoprire che cosa combina il riccio.
Devo essere paziente.
Pazienza, però, non è il mio secondo nome.
Sospiro, e mi copro il viso con le mani.
Mi devo occupare sia di The Black Rose, che del mio coinquilino.
Ad essere onesti, non è che debba fare i salti mortali per The Black Rose. Per ora, a parte quegli avvertimenti, non ha fatto nulla.
È Harry che devo tenere sotto controllo.
Mi giro di lato, afferrando l'orlo delle coperte e tirandole su, fino a coprirmi completamente il viso, nascosta dal mondo esterno, da tutto e da tutti.
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The Black Rose game || H.S [IN SOSPESO]
Hayran KurguNessuno lo ha mai visto. Nessuno è riuscito ad acciuffarlo. Uno psicopatico che ama giocare, che usa le donne a suo piacimento e che ama rubare. Lui è The Black Rose, il rapinatore e assassino più conosciuto di tutta Londra. -- La storia non vuole d...