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The Black Rose Game

Penso che adesso andrò da Zayn e lo prenderò a rastrellate.

Perché. Cavolo. Ha. Scelto. Ashton. Cazzuto. Irwin. Come. Mio. Aiutante?

So già che sarà una palla al piede, a mie spese ho imparato che lui ci mette davvero tanto a far partire e funzionare il cervello.

E quando capita, sembra Einstein. È molto intelligente, ok, ma quando non è concentrato e serio, è una zavorra, un essere inutile, in ambito lavorativo.

Sospiro frustrata e arrabbiata con il mio capo. Mi sentirà quell'idiota.

«Felice di vedermi?» il sorriso di Ashton si allarga mentre apre le braccia.

«Tantissimo» replico sarcasticamente e vado verso la scrivania.

Ash- è così che lo chiamo, il più delle volte- si porta una mano al cuore, fintamente offeso, e assume un' espressione triste.

«Pensavo che tu ricambiassi i miei sentimenti!» recita ad alta voce con tono melodrammatico.

Sospiro esasperata, lancio la borsa sul tavolo, portandomi le mani in faccia mentre mi butto con una delicatezza impeccabile sulla mia poltrona/sedia girevole.

«Ash, ti prego, smettila di fare l'idiota» gli chiedo gentilmente e appoggio i gomiti sul legno della scrivania, continuando a tenere la faccia sepolta tra le mie mani.

«Ma chérie» da quando sa il francese?

Sento Ashton muoversi verso di me.

Preferisco non vedere quello che sta facendo, ma quando sento la scrivania scricchiolare e oscillare un po', capisco che quel cretino si è seduto sul mio sacro tavolo.

«È mogano!» con uno scatto repentino mi alzo dalla sedia, facendogli lanciare un piccolo urletto dallo spavento,-chiariamoci, un urletto degno di una ragazza che sta girando un film horror- gli punto un dito sul petto e lo incenerisco con gli occhi.

O almeno ci provo, però, per mia sfortuna, Dio non mi ha donato il mistico potere di dar fuoco alle persone.

«Mi scusi, signorina Effie Trinket» Ashton alza le braccia in segno di resa e, con un salto, ritorna con i piedi per terra.

«Ecco, così va meglio» sorrido beffardamente e mi risiedo.

Il biondino ruota gli occhi al cielo, ma non ribatte.

Sarà meglio per lui e per la sua incolumità non rispondermi.

Rimaniamo in silenzio per qualche minuto, un silenzio così pacifico che mi rilassa.

Lascio che la mia mente si liberi dai pensieri superflui, come ad esempio l'irritante presenza di Irwin.

Non che lo odi, ma quando lavoro preferisco stare da sola. Riesco a ragionare e a concentrarmi meglio.

Sono in oltremodo infastidita di avere un compagno che mi aiuterà a risolvere il misterioso caso di The Black Rose, so che è per il mio bene avere affianco qualcuno che mi proteggi, ma proprio non ce la faccio.

«Allora?» il biondino interrompe il silenzio e io alzo la testa per guardarlo.

Lo vedo appoggiato al muro di fronte a me, vicino alla porta, con le braccia incrociate.

Che dire, quegli skinny jeans gli fanno un bel paio di gambe.

«Cosa?» abbasso lo sguardo per vedere che tra le mie braccia c'è un fascicolo, e in grande, la scritta "The Black Rose".

The Black Rose game || H.S [IN SOSPESO]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora