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The Black Rose Game

La notte non riesco a dormire.

Non faccio altro che pensare a Harry.

Tanti dubbi mi assalgono.

"È il tuo primo giorno di lavoro e sei già in ritardo, figliolo?"

Primo giorno di lavoro? Ma non ne aveva già uno?

Mi rigiro tra le coperte, spiaccicando la guancia destra sul cuscino.

Devo lasciare stare. Non sono affari miei. Perché cazzo mi deve interessare?

Magari è stato licenziato e ha trovato una nuova mansione.

Non dovrei darci così tanto peso, ma la mia parte da investigatrice non vuole saperne di andare a dormire.

Vuole scoprire perché Harry ha mentito.

Perché sì, quando ci siamo incontrati la prima volta mi aveva detto che lavorava in un bar, e ora salta fuori che si sia appena trovato un lavoro.

Non ha senso. Oppure sì.

Sospiro, spossata e nervosa.

Non mi piace avere tante domande che inondano il mio cervello.

Già è incasinato di suo, se ci si mette pure il riccio, è anche peggio. Però, non è colpa sua.

È mia. O per meglio dire, è colpa della parte da poliziotta che ama risolvere casi.

So per certo che non è nulla di che, ora come ora la mia mente sta fantasticando sulle possibili soluzioni del perché Harry non abbia un lavoro.

Scuoto la testa, provando a liberarmi di tutti quei pensieri.

«Non ti interessa Christina, smettila» mi dico.

So che è un pochino da psicopatica parlare da sola-forse non poco-, ma ho davvero bisogno di autoconvincermi che mi è del tutto indifferente.

In realtà, la curiosità mi sta divorando viva.

Diamine.

Sento la porta d'ingresso aprirsi e chiudersi delicatamente.

Il suono della suola degli stivaletti del riccio rimbomba per tutto l'appartamento, mischiato ad un altro paio di scarpe.

Aggrotto la fronte.

Chi c'è con lui?

Gli accordi prevedono che nessuno di noi due, la notte, può portare una ragazza o un ragazzo a casa.

«Fa' piano, altrimenti la sveglierai» lo avvisa Harry con tono neutro e da sotto la porta vedo uno spiraglio di luce illuminare un pezzo della mia stanza, ma in un attimo ritorna il buio.

La persona che è con il mio coinquilino mormora qualcosa in risposta, ma non riesco a sentirlo.

«Non sono affari tuoi e, va bene, niente luce, come sempre» ribatte Harry, dopodiché sento dei passi avvicinarsi alla mia camera, e per istinto chiudo gli occhi.

Conoscendo il rumore che fanno gli stivaletti di Harry, so che è lui.

Sorpassa la mia stanza e si dirige verso la sua, quella in fondo al corridoio.

Ci sta per circa cinque minuti prima di ritornare in sala.

«Non li ho».

Cosa non ha?

Di nuovo, non sento cosa dice l'altra persona e, stavolta, non capisco nemmeno quello che dice Harry.

Bastardi. Staranno parlando a bassa voce.

The Black Rose game || H.S [IN SOSPESO]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora