capitolo 33

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Mi faccio coraggio, prendo un bel respiro e lo chiamo. Il telefono squilla.. uno squillo.. due.. Cinque... nove.. segreteria telefonica. Lo maledico nella mente e chiudo la chiamata. A quest'ora in America dovrebbero essere tra le 7 e le 9 di sera. Non so nemmeno in che città vive. Marco irrompe nella mia camera.

"Vestiti. Dobbiamo uscire." mi ordina.

"Cosa? No, non mi va!"

"Sono due settimane che non esci di casa signorina! È ora di prendere un pò d'aria, su forza."

Sbuffo e gli lancio un cuscino che afferra prontamente.

"Sei un rompi scatole!" gli dico.

Lui ride e mi fa l'occhiolino ed io immediatamente mi sciolgo. Perché Alessandro non è come lui? Perché se fosse come lui non lo amerei, mi rispondo da sola.

Indosso dei jeans, una maglietta a mezze maniche, camicia di jeans e nike. Lego in una coda la mia chioma indomabile e raggiungo Marco senza nemmeno un filo di trucco. Sto davvero male. Prendo i miei occhiali da sole e li indosso, sperando di avere un aspetto più presentabile.

Mentre siamo in macchina, decido di chiarire meglio la situazione su Alessandro. È la prima volta che tiro in ballo questo discorso con Marco.

"In che città si trova?"

"Boston.." mi risponde capendo che mi sto riferendo ad Alessandro.

"Da quanto lo sapeva che si sarebbe trasferito?"

"Un paio di mesi.."

Gli occhi mi pizzicano nuovamente. Cerco di cacciare indietro le lacrime.

"Che ne pensi di questa storia?" gli chiedo con voce rotta.

"La verità, anche se fa male, è sempre meglio dirla. Ma capisco le sue ragioni"

"Quali ragioni? È questo ciò che non riesco a capire.."

Marco si gira e mi guarda per un momento, per poi tornare a guardare dritto la strada.

"Alessandro da quando ti ha conosciuto ha sempre provato una certa simpatia nei tuoi confronti.. diciamo che si divertiva a stuzzicarti e a farti innervosire.. "

"Era davvero insopportabile. ." commento io.

Marco ride nostalgico.

"Quando ti vide per la prima volta piangere, cioè quando sei stata attaccata in discoteca, mi ha detto che non avrebbe più permesso a niente e a nessuno di farti soffrire"

"Davvero ti ha detto queste parole?" chiedo stupita.

"E non solo: mi ha detto che vederti piangere gli ha spezzato il cuore. Credo che da quel momento abbia cominciato realmente a provare qualcosa per te."

"Ti ricordo che nello stesso periodo faceva lo stupido con Marina" dico sbuffando.

"Non ho mai capito il motivo. È difficile psicanalizzare quel ragazzo" dice ridendo e per la prima volta dalla partenza di Alessandro, mi abbandono ad una risata liberatoria.

Quando scendiamo dall'auto, facciamo un giro per il centro storico della città e incontriamo tutti i nostri amici.

"Avevi organizzato tutto, non è vero?" gli chiedo.

Lui si limita ad alzare le spalle. Saluto tutti, e quando arriva il turno di Federica , mi abbraccia forte.

"Non chiedermi niente, per favore " le sussurro.

"Tranquilla.. vieni, ti presento delle persone" mi dice prendendomi per mano e conducendomi verso un gruppetto di persone, precisamente due ragazzi e una ragazza.

"Ragazzi, lei è Adriana.. Adriana, loro sono Rosa, Vincenzo e Riccardo... staranno per un pò con noi, va bene?"

"Sì, certo" rispondo.

Rosa mi porge la mano. È una ragazza in carne, mora e indossa un grosso paio di occhiali da vista. Ha due guance paffutelle e dal sorriso che mi porge, capisco che deve essere una ragazza molto simpatica.

"Ciao, io sono Vincenzo" si presenta un'altro dandomi un'energica pacca sulle spalle. Io lo fulmino con lo sguardo.

"Piacere" borbotto. È un ragazzo di media statura e magro, con occhi azzurri e capelli rossicci.

Prima di salutare l'altro ragazzo, metto gli occhiali in testa, per guardare tutti meglio.

"Piacere, Riccardo" mi saluta l'ultimo ragazzo prendendomi la mano e dandomi due baci sulla guancia.

È molto alto, ha i capelli color castano-dorato e gli occhi azzurri. In un'altro momento lo avrei trovato molto carino, ma in questo momento penso a tutto tranne ad altri ragazzi.

Cominciamo a camminare ma non parlo con nessuno. Sento la mancanza di Alessandro, vorrei averlo qui, vicino a me. Tutto mi ricorda lui: i bar, le pizzerie, il castello...

"Sei silenziosa, ma almeno non piangi" mi dice Riccardo avvicinandosi a me.

"Come scusa?" chiedo non capendo.

"Due settimane fa, al parco.. non ricordi? Sei praticamente fuggita appena ti chiesto come stavi" mi dice guardandomi.

"Ah, eri tu.." rispondo non curante.

"Sì..sinceramente ti ho pensato in questi giorni.."

"A quanto pare non avevi di meglio da fare " rispondo acida. Lui mi guarda offeso, ma non mi importa.

Non dovrebbe stare lui accanto a me, ma Alessandro, accidenti.

"Scusami, non volevo risponderti male" dico presa come mio solito dai sensi di colpa.

"Una ragazza carina come te non dovrebbe piangere" afferma sorridendomi.

"Ascoltami.. ti ringrazio per l'interesse, ma l'ultima cosa che desidero in questo momento è un ragazzo che ci provi con me.. perciò, per favore, lasciami in pace" dico seria.

"Cambierai idea su di me, fidati" mi risponde sorridendo in modo malizioso ed allontanandosi.

Sorpresa! Ecco a voi un'altro capitolo. Come vi sembra Riccardo?  Come si evolverà il suo rapporto con Adriana? Lei e Alessandro riusciranno a chiarirsi o entrambi agiranno per conto del loro orgoglio? Votate e commentate ♥
Bacii
Adry

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