PIECK POV
ero seduta alla mia scrivania a guardarmi allo specchio, avevo le gambe portate al petto e guardavo il mio viso devastato dalle occhiaie e i capelli pieni di nodi.
mancava mezz'ora e dovevo essere a scuola.
presi dei trucchi e cercai di coprire il più possibile quelle piccole imperfezioni sulla mia pelle che mi aveva causato la notte insonne, come sempre del solito.
sistemai i capelli pettinandoli il più che potevo e poi lasciandoli ricadere sulla spalla scoperte.
presi dall'armadio dei jeans a vita alta e una maglia a maniche corte per poi indossarli mettendo la maglia dentro il jeans.
presi il mio zaino e mi guardai allo specchio verificando che fosse tutto a posto.
sorrisi come meglio mi riusciva e mi diressi fuori da casa mia saltellando come al mio solito.passai da sopra il ponte per arrivare a scuola e mi fermai a fissare il lago illuminato al di sotto della costruzione, con i raggi solari che riflettevano contro di esso facendolo sembrare una lastra di vetro.
avevo voglia di slittarci sopra e correre libera mentre degli schizzi d'acqua mi bagnavano le caviglie.
a risvegliarmi fu il ticchettio del mio orologio che mostrava le otto precise.
scattai e inizia a correre per arrivare a scuola il prima possibile.appena mi aggirai per i corridoi notai che erano già tutti vuoti e questo mi faceva capire solamente una cosa, ero nella merda.
mi avvicinai alla mia classe e bussai educatamente per poi aprire.
<<buongiorno, scusatemi tanto per il ritardo>> il professore di storia, un uomo alto e barbuto mi sorrise.
<<tranquilla Pieck, vatti a sedere per sta volta fa niente>> mi indicò con la mano il mio posto in terza fila ed io sorridendo a tutti i miei compagni di classe mi ci accomodai.
<<aprite il libro a pagine 365>><<per oggi abbiamo finito, ci sono domande?>> chiese il prof chiudendo il libro.
la classe tacque in un silenzio quasi assordante per le mie orecchie.
<<no prof grazie>> esordì io piano e con voce dolce e gentile.
<<va bene ci vediamo domani ragazzi>> il prof si alzò in piedi e guardò nella mia direzione lasciandomi un occhiolino che mi fece rabbrividire.
appena uscì dalla classe mi girai verso la mia compagna di banco Annie Leonarth che come al suo solito era impegnata a leggere con le cuffie nelle orecchie.
<<come mai sei arrivata tardi oggi?>> una voce alle mie spalle mi fece sobbalzare.
<<Marcel, oh no nulla di che mi sono fermata a guardare lo stagno>> dissi alzandomi in piedi e sorridendo al ragazzo che mi guardò in modo dolce.
<<e tu hai seriamente fatto tardi per metterti a fissare il lago?>> chiese Annie che a quanto pare non stava ascoltando musica con le cuffie, e riusciva a sentirci.
<<beh si, dovevate vederlo era una meraviglia! brillava come un cristallo, mi ci sono praticamente imbambolata!>> mentre raccontavo tutto ciò gesticolavo con le braccia facendo sorridere le persone attorno a me, come mi era sempre piaciuto fare.
in quel momento in classe si fece avanti un ragazzo.
aveva una t-shirt nera e di sopra il solito bomber verde militare.
i capelli spettinati che di solito invece erano tirati indietro da un po' di gel, adesso invece erano liberi e annodati.
<<brutto stronzo>> disse diretto al fratello.
<<buongiorno, sei radiante come il sole oggi!>> Marcel incrocio le braccia al petto sorridendo e Porko posò lo zaino sulla sua sedia per poi prenderlo dal bavero della maglia e sollevarlo.
<<per qualche cazzo di motivo non mi hai svegliato sta mattina?>> chiese incazzato nero.
<<perché mi hai tirato un pugno dicendo di lasciarti dormire, ed io ho eseguito i tuoi ordini>> Marcel li bloccò il polso facendogli mollare la presa e il biondo sbuffo di rimando.
<<buongiorno Pokko!>> sorrisi al ragazzo che si girò ancora più stressato verso di me.
<<Pieck, ti ho detto mille volte di non chiamarmi in quel modo>> risi a quella sua affermazione e poi subito dopo mi riaccomodai al mio posto per la lezione successiva.
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"𝘐 𝘨𝘰𝘵 𝘺𝘰𝘶"
Fanfictione se i nostri amati personaggi di attack on titan fossero stati scritti in un altro universo, diverso da quello che conosciamo? e se in questo ipotetico universo fossero umani proprio come noi? il padre di Pieck non riuscì a guarire con le cure che...