PIECK POV
<<signorina...>> l'infermiera uscì dalla stanza di mio padre scuotendo la testa.
il rumore del bep, che continuava senza più fermarsi mi fece capire una cosa soltanto.
<<hai visto è colpa tua>> mi girai di lato sentendo una voce.
<<se solo fossi stata più attenta invece di fare la menefreghista>> mi girai dall'altro lato ma ancora nulla.
<<egoista>>
<<ingenua>>
<<inutile>>
<<hai pensato troppo a te stessa>>
<<vedi cosa succede?>>
quelle frasi e altre ancora rimbombavano nella mia testa.
improvvisamente una presa mi strinse il braccio, e sta volta quando mi girai vidi una mandria di capelli neri davanti a me.
<<...mamma!>>
<<CHE CAZZO HAI FATTO?!>> urlò strattonandomi.
<<SE QUEL GIORNO NON TI FOSSI COMPORTATA IN QUEL MODO LUI SAREBBE ANCORA VIVO!>>mi svegliai di scatto e ribaltai i cuscini che stavano sopra le coperte.
<<cazzo>> dissi passandomi le mani fra i capelli.
guardai l'orologio, erano circa le tre di notte.
mi alzai dal letto e uscì da camera mia.
percorsi tutto il corridoio fino ad arrivare alla porta della camera di mio padre e mettermi seduta con le spalle alla massiccia lastra di legno.cercai di chiudere gli occhi quella notte, ma l'ansia di tornare a fare incubi mi bloccava.
quando scesi al piano di sotto trovai la luce della cucina aperta.
all'inizio persi un battito ma poi ricordai che quella sera c'era Porko a dormire a casa mia.
entrai in cucina guardando l'orario, si erano fatte le quattro di notte.
<<Porko?>>
lo trovai su i fornelli a cucinare qualcosa.
<<mmh?>> chiese girandosi verso di me.
<<che ci fai già sveglia?>> si domandò accorgendosi effettivamente che era ancora molto presto.
<<ah mi sono svegliata prima oggi, cosa stai facendo?>> mi sporsi in avanti e vidi un pancake sulla pentola.
<<mi era presa fame scusa se non ti ho avvisata>> girò il pancake con la spatola ed io sorrisi debolmente.
<<tranquillo, me ne fai due anche a me?>>
<<mmh vatti a sedere dai>> prese altro impasto e lo mise nella pentola ed io mi accomodai al tavolo come mi ordinò lui.dopo neanche qualche minuto spuntò con un piatto di pancake in mano.
ne presi due e li assaggiai, i miei occhi si illuminarono d'immenso.
<<ma sono buonissimi>> parlavo con la bocca aperta e il ragazzo sembro arrossire leggermente.
<<grazie>>
<<ma tu mi devi dire dove hai imparato a cucinare così, ceh è tutto buonissimo quello che fai>> finì il cibo nel piatto in due minuti.
<<te lo ha insegnato qualcuno? i tuoi?>> il ragazzo fece una smorfia e in quel momento forse capì che dovevo stare zitta.
<<no, non avrebbero mai>> rispose secco alzandosi dal tavolo e mettendo i piatti nel lavello.
<<Porko>> mi alzai in piedi e mi avvicinai al ragazzo che aveva aperto il rubinetto per lavare i piatti.
<<si?>>
<<ti va di parlarne?>> chiesi sinceramente.
<<no>> sbotto, spalancai gli occhi e sospirai.
<<va bene>> feci per salire al piano di sopra ma mi bloccai sulle scale a guardarlo.
la schiena possente e le spalle grandi in primo piano attirarono la mia attenzione.
rimasi la ferma ad osservare ogni suo singolo movimento, quando posava un piatto o quando si passava una mano fra i capelli per tirarseli all'indietro.
<<hai intenzione di restare la ferma a fissarmi?>> chiuse l'acqua e si girò verso di me che ero ancora la bloccata.
lo sentì sbuffare e lo vidi prendere una tazza di caffè.
<<non sono mai stato il preferito dei miei genitori, fra me e Marcel preferivano sicuramente lui, sono un po' come quella cosa che nessuno vorrebbe ma prima o poi nella vita sbuca>> si appoggiò con una mano al piano da cucina ed io scesi le scale avvicinandomi per incoraggiarlo a continuare.
<<non sono mai stati maneschi, poche volte ricorrevano anche alle mani, ma sapevano usare bene le parole per ferire, quando ero piccolo quasi tutti i giorni mi chiudevo in camera mia da solo dopo aver litigato con loro per l'ennesima cazzata, tipo essermi dimenticato di posare la tazza nel lavello>> continuò a bere ed io feci qualche altro passo in avanti.
<<è per questo che non sono voluto tornare a casa, avevo paura della loro reazione, sapevo che sarebbero ricorsi a modo più violenti sta volta, e la rissa mi è bastata>> posò la tazza non appena finita la sua bibita.
<<loro non mi hanno mai insegnato niente Pieck, nulla.>> si girò a guardarmi con quei due occhi nocciolati, che mi fecero tremare le gambe.
<<era Marcel il loro unico pensiero, il loro desiderio e la loro felicità, a lui hanno insegnato un sacco di cose, a me nulla, ho sempre imparato tutto da solo>> riprese fiato <<io non odio Marcel, anzi senza di lui probabilmente non ce l'avrei fatta a sopportali, mi difendeva sempre e stava con me dopo le litigate brusche, ma a volte avrei tanto voluto essere trattato al suo stesso modo>> concluse il discorso rigirandosi verso il lavandino ed io scattai
istintivamente in avanti.
avvolsi le mie braccia sul suo petto e lo strinsi de dietro, a me.
il ragazzo sobbalzo e per un secondo sembro anche volersi staccare ma alla fine si ammorbidi e si lasciò andare al mio gesto d'affetto.
<<mi dispiace>> lo strinsi di nuovo a me e quando lui si staccò alzò le spalle.
<<tu non devi scusarti>> si girò a guardarmi ed io abbassai lo sguardo.
<<e tu?>> chiese improvvisamente.
<<io cosa?>> domandai.
<<tu perché sei così? che ti sta succedendo?>>
portai la mia mano destra al braccio sinistro e ci affondai le unghie cercando di non farlo notare.
<<nulla, sono solo stanca>> sentì due dita poggiarsi sotto il mio mento e alzarlo.
<<perché devi mentire?>> il suo sguardo penetrava nei miei occhi e sentì di nuovo per un secondo le gambe molli.
<<so che non è vero, guardati, sei distrutta>> mi squadrò il viso e poi il suo sguardo scese sul mio corpo.
<<che hai fatto alle braccia?>> improvvisamente mi prese il braccio, e mi sorpresi quando mi accorsi che lo stava facendo con una delicatezza assurda.
<<ieri sono caduta nel giardino della vicina>> risposi sicura, sapevo che la mia vicina aveva le aiuole piene di rose.
<<e che cosa ci facevi nel giardino della tua vicina?>> mi prese anche l'altro braccio sempre allo stesso modo e li scrutò per bene.
il suo studio con gli occhi prosegui fino alla parte superiore del mio arto.
<<e le rose ti hanno anche affondato le unghie nella pelle perché sono magiche e sono munite di mani?>> domando aprendo il rubinetto dell'acqua fredda.
rimasi in silenzio, la non potevo dire nulla.
mise una mano sotto al rubinetto per poi passarmela sul braccio sinistro.
strizzai gli occhi e feci per tirare indietro il braccio, ma la sua presa era salda e sicura.
<<per favore sta ferma>> ordino mentre faceva la stessa cosa con l'altro arto.
alla fine con le mani ancora umide mi toccò il viso e mi bagnò le guance, come se volesse ridare colore alla mia pelle.
<<si sono fatte le sette, dobbiamo prepararci ma il discorso non finisce qui>> si allontanò da me lasciandomi la immobile.
i capelli che ricadevano in avanti si attaccarono alle guance umide.
la mia mano si sollevò e sfioro la mia pelle fredda.
risentì la sensazione delle sue mani delicate sulle mie braccia, sul mio viso e sentì i muscoli facciali muoversi involontariamente.
sorrisi.
e sta volta non per finta come al solito, sorrisi veramente con un sorriso sincero, non forzato.
salì al piano di sopra squadrandolo per un ultima volta mentre entrava in bagno con i suoi vestiti in mano.
per un secondo i suoi occhi si girarono verso di me scontrandosi con i miei.
durò un attimo ma risenti di nuovo quella maledetta sensazione allo stomaco.
entrai in camera mia con l'intento di vestirmi, ma il mio pensiero finì altrove, c'era Porko che si stava cambiando nel mio bagno, e non mi era sembrato di sentire il "click" della serratura...e se? i miei piani furono interrotto dalla porta di camera mia che si aprì.
<<tuo padre non ha gel per capelli vero?>> chiese disperato.
<<ehm...no>> risposi.
il mio sguardo si rattristi un po' quando notai che si era già rivestito.
<<va bene grazie lo stesso, e muoviti che siamo in ritardo>> richiuse la porta ed io mi girai verso il mio armadio, sbaglio o non aveva neanche bussato?
e se fossi stata in intimo? o nuda? sentì le guance surriscaldarsi di nuovo e mi buttai sul letto.
presi un cuscino e ci urlai dentro ributtando tutto l'imbarazzo che si era creato in quel momento.
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"𝘐 𝘨𝘰𝘵 𝘺𝘰𝘶"
Fanfictione se i nostri amati personaggi di attack on titan fossero stati scritti in un altro universo, diverso da quello che conosciamo? e se in questo ipotetico universo fossero umani proprio come noi? il padre di Pieck non riuscì a guarire con le cure che...