PIECK POV
<<quindi...è così che...>> non stavo ascoltando la lezione, sentivo tutto quanto a tratti.
giocavo con il ciondolo della collana che mi aveva regalato Porko, non me l'ero tolta da ieri.
guardai la ragazza accanto a me che nel mentre si scriveva con Armin.
il mio sguardo girò attorno a me, nessuno in classe sembrava ascoltare quello che stava dicendo il professore.
erano tutti impiegati nei cazzi loro.
guardai Porko che era seduto poco lontano da me quel giorno.
aveva in mano dei fogli e dei libri sul banco, stava studiando?
poi mi ricordai di cosa avevo visto ieri e collegai tutto quanto.<<che fai ancora sveglio?>> chiesi al ragazzo seduto in cucina davanti al computer.
<<studio>>
<<cosa?!>> mi misi dietro di lui e vidi che stava facendo un test.
"scuola guida" c'era scritto nella pagina che aveva aperto.
<<ti vuoi prendere la patente?>>
<<ho diciotto anni perché no, quanto sarà difficile>>sorrisi debolmente guardando il ragazzo finalmente concentrato in qualcosa.
<<buongiorno professore!>> dalla porta dell'aula sbucò un ragazzo con la rasata...ma io mi ricordo di lui, era quello che era entrato nella birreria cercando Annie.
<<Springer cosa vuoi?>> chiese il prof poggiandosi una mano sulla fronte.
<<niente! passavamo di qua e volevamo salutarla>> da dietro di lui sbucò un ragazzo alto...altissimo.
capelli chiari sciolti che ricadevano sul collo, e un filetto di barba che li circondava il mento.
lo guardai incuriosita, e anche il suo sguardo si posò su di me.
io lo distolsi subito a differenza sua che continuava a premere con gli occhi su di me.
<<beh lo avete fatto ora andate via>>
<<e perché? ci sono dei così bei soggetti in questa classe>> il ragazzo si mise le mani in tasca facendomi l'occhiolino.
io sorrisi un po' a disagio.
<<che cosa stavate facendo di bello?>> domando il rasato avvicinandosi al prof.
<<uuuuh Leopardi, noi lo abbiamo fatto l'altro giorno vi diamo una mano>> il rasato sorrise.
<<non credo ce ne sia bisogno->> il prof venne interrotto dal ragazzo che con una sedia si posizionò accanto a lui tutto elettrizzato.
<<hey hai bisogno di una mano piccola?>> mi voltai confusa verso l'alto e vidi il ragazzo che due secondi fa era alla porta.
<<ehm...no tranquillo>> cercai di sistemare i capelli verso avanti per coprire il collo.
<<beh almeno mi fai seguire insieme a te? dai solo per poco>> il ragazzo afferrò una sedia ma il suo braccio venne bloccato da una mano, con le vene abbastanza in sporgenza.
<<vieni a seguire con me dai ci divertiamo>> Porko stava dietro al ragazzo con un ghigno stampato in faccia.
<<ma che vuoi?>> domando la chioma di capelli chiari.
<<oh solo conoscerti>> la presa attorno al braccio si strinse sempre di più e vidi il punto arrossarsi.
<<Porko tranquillo è ok>> posai la mano su quella contorta del ragazzo.
<<senti vedi di mollarmi>> pronunciò il ragazzo.
<<oh ma dai ci divertiamo, con un pugno sul naso>>
<<adesso basta! tornate nella vostra classe!>> urlò il professore facendo scappare via i due nuovi arrivati.
Porko si rimise al suo posto, non mi piaceva il comportamento che aveva avuto, ma un sorriso si allungò lo stesso sulle mie labbra.ero in corridoio, il mio armadietto spalancato, e tutto lo schifo che c'era dentro che emergeva.
<<cristo>> cercai di sistemare il tutto com scarsi risultati.
una mano si appoggiò sul metallo freddo accanto alla mia anta aperta.
<<hey>> mi girai e vidi il ragazzo di prima che mi sorrideva.
<<ehm ciao>> mi riconcentrai sul mio armadietto cercando di non prestargli molta attenzione.
<<non ci siamo presentati prima, io sono Jean, e sono di 4 A>> il ragazzo si appoggiò una mano sul petto ed io annuì.
<<io mi chiamo Pieck>> ritornai sul mio armadietto.
<<simpatico il tuo amichetto comunque eh, un vero scostumato>> non risposi a quella provocazione, dovevo ignorarlo.
<<ci vogliamo conoscere? e se ti invitassi a prendere un caffè con me alle macchinette?>> chiese con un sorriso ammaliante.
<<ehm->>
<<il suo "amichetto" non vuole>> la voce del mio ragazzo riecheggiò dietro di me.
<<ma che amichetto maleducato>> Jean si mise dritto davanti a Porko.
<<non dovresti essere così protettivo nei suoi confronti>> Jean fece una faccia disgustata.
<<e tu non dovresti essere così invadente>> Porko continuava la discussione tranquillamente, cosa che mi sorprese molto.
<<vorrei solamente conoscere questa bellissima ragazza qui>>
<<uuuuh, scusami allora, hai perfettamente ragione>> Porko mi avvolse un braccio intorno alla vita e mi baciò.
al suo solito modo molto poco sobrio.
quando ci staccammo per riprendere fiato mi voltai verso Jean.
<<ah...io vado>> il ragazzo girò su i tacchi e iniziò ad andare via.
<<si e il caffettino alle macchinette pigliatelo da solo!>> urlò Porko facendo il terzo dito.
<<che coglioni, perché devi essere così cattivo con lui?>> ritornai concentrata sul mio armadietto.
<<ma pure tu che gli stai al gioco e poi ti lamenti di me>> il ragazzo si mise le mani in tasca ed io lo guardai male.
<<cosa ho fatto io scusa?>>
<<gli sei stata al gioco, tra un poco ti vedevo già ai suoi piedi a sbavare>> si avvicinò a me.
<<ah io? certo va bene, e tu che ti strusci sopra alle tipe in tribunale?>> domandai incrociando le braccia.
<<seria? era uno scherzo Pieck non mi sono strusciato sopra nessuno>>
<<e a me chi lo dice?>> alzai un sopracciglio e il ragazzo sbuffò.
<<ti stai comportando da ipocrita>> Porko si sporse in avanti e me lo ritrovai a cinque centimetri dalla faccia.
<<ma se non sai manco cosa vuol dire>> poggiai la mia mano sulla sua guancia e lo avvicinai ancora di più a me.
<<ah si vogliamo vedere?>> sentì la sua mano sulla coscia.
<<mmmh>> annuì.
<<STACCATEVI COGLIONI!>> il bidello lanciò uno spolverino nella nostra direzione colpendo il ragazzo in testa.
risi debolmente ma a interrompermi fu il telefono che squillava.
lo presi confusa in mano, "dottor Robert" alzai un sopracciglio preoccupata e risposi.
<<pronto?>> il ragazzo non si era mosso da dove stava prima, però mi fissava preoccupato.
<<signorina deve venire immediatamente qui! suo padre->> la voce del dottore era palesemente spaventata.
sentì un peso scendermi nel petto e iniziai a respirare affannosamente.
<<arrivo>> chiusi la chiamata mettendomi il telefono in tasca.
<<che succede?>> chiese Porko non appena chiusi l'armadietto di scatto.
presi lo zaino da terra, cercavo di fare respiri profondi ma a malapena riuscivo a non tremare.
<<Pieck che succede?>> domando il ragazzo insistendo.
il mio attacco di panico continuava e non riuscivo manco ad alzare lo sguardo su di lui.
lo schivai e passandogli di lato sentì la sua presa sul mio braccio.
<<perché cazzo non mi stai parlando? Pieck che succede??>>
<<devo andare mollami>> sibilai.
<<ma che ti sei rincoglionita? che succede->>
<<lasciami andare cazzo!>> urlai tirando via il braccio con forza.
il ragazzo mi guardò scioccato per qualche secondo.
<<devo andare in ospedale>> mi voltai e iniziai a camminare per il corridoio.
<<tu finisci le lezioni, ci sentiamo dopo>> mi voltai un'ultima volta verso il ragazzo che ora stava con le mani in tasca.correvo per la strada, ero uscita da una delle finestre dell'edificio per non farmi vedere da i professori.
mancavano ancora tre isolati all'ospedale, ce la potevo fare.
attraversavo la strada di fretta e il suono dei clacson risuonava nelle mie orecchie, mentre tutti gli altri pensieri mi affuocavano la mente.
passai altri due isolati così, le mie gambe tremavano e premevano per fermarsi, il mio respiro ormai era più che corto e l'unica cosa che riuscivo a fare era piangere.entrai nell'edificio col fiatone e corsi al reparto dove era ricoverato mio padre.
uscì dall'ascensore, dei dottori si dimenavano nei corridoi.
cercai con lo sguardo un viso famigliare e quando lo trovai gli corsi incontro.
<<dottor Robert!>> toccai il braccio dell'uomo che sobbalzò.
<<oh sei già qui, perfavore aspetta in sala d'attesa>> il dottore prese mascherine e guanti e andò verso la camera di mio padre.
<<ma che cosa è successo scusatemi?>> seguì il dottore che nel mentre raccattava cose in giro.
<<rischio arresto cardiaco>> aprì la porta della stanza e la prima cosa che vidi fu mio padre intubato con attorno almeno cinque dottori che facevano qualcosa, il bip dell'elettrocardiogramma andava velocissimo.
<<fatemi entrare>> cercai di superare la porta ma il dottor Robert mi bloccò.
<<non puoi è contro la procedura, la prego di rimare fuori>>
mio padre si voltò verso di me, inerme, con gli occhi semichiusi e doloranti.
<<no no io devo entrare>> sentì gli occhi pizzicare.
<<non può mi dispiace>> la porta si chiuse davanti a me, ed io rimasi la ferma a fissarla.
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"𝘐 𝘨𝘰𝘵 𝘺𝘰𝘶"
Fanfictione se i nostri amati personaggi di attack on titan fossero stati scritti in un altro universo, diverso da quello che conosciamo? e se in questo ipotetico universo fossero umani proprio come noi? il padre di Pieck non riuscì a guarire con le cure che...