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PIECK POV
guardavo mio padre, era la, fermo immobile a riposare sopra quel lettino d'ospedale, accanto al suo comodino ci stava un barattolo di medicine vuoto.
<<buongiorno signorina!>> il dottor Robert spuntò come ogni mattina davanti a me ed io gli feci un sorriso forzato.
<<come sta? la vedo un po' giù>> disse prendendo una cartella clinica in mano.
<<solo stanca>>
<<mmmh, va bene>> guardò all'interno della stanza e scrutò mio padre, il suo viso era diventato grigiastro e le ossa erano in sporgenza.
<<penso sia arrivata ora di parlare della condizione di suo padre>> sospiro e mi porse la cartella che aveva in mano.
la presi e lèssi cosa c'era scritto di sopra.
<<suo padre è entrato nel terzo stato, uno dei peggiori, può decidere lei cosa fare>>
lessi tutto...tutto compreso il prezzo.
<<ma come tutti sti soldi!>> esclamai guardando il dottore.
<<beh...purtroppo costa...e in più se andiamo ad aggiungere anche i farmaci che sta prendendo il prezzo sale, ma possiamo sempre interromperli se->> il dottore continuava a picchiettare con la penna diverse cifre.
<<fa niente, prendete i soldi da questo conto bancario>> passai un bigliettino al medico interrompendolo e presi il mio zaino.
<<arrivederci>> non volevo più sentire un'altra parola.

PORKO POV
infondo sotto i ponti si stava bene, se non fosse per il freddo o per i topi che ti ballano attorno.
il mio telefono era intasato di notifiche, mia madre, mio padre, Marcel, i miei amici, almeno 17 chiamate perse.
tenevo la videocamera in mano, mi ero riguardato quel video un sacco di volte, e non c'era solamente Pieck in quelle registrazioni.
lei non era la sua unica vittima.
<<sei una troia.>> era questa la frase che ripercorreva mentre il prof affondava le unghie nel suo corpo.
la ragazza piangeva e urlava, ma nessuno veniva in suo soccorso.
guardai il viso corrugato dal dolore di Pieck, senti i miei occhi farsi lucidi e scaraventai la videocamera contro il muro.
se solo fossi intervenuto prima, se solo l'avessi seguita quel giorno, se solo avessi saputo leggerle dentro notando la sua preoccupazione.
si sentivano i gemiti di sottofondo mentre io mi passavo i palmi delle mani su gli occhi.
il telefono squillò un'altra volta, lessi chi era, mia madre di nuovo.
mi aveva lasciato un messaggio in segreteria sta volta.
<<"brutta testa di cazzo, hai seriamente picchiato a sangue un professore? non vedo l'ora di ascoltare le tue scuse, non appena arrivi a casa puoi farti le valige, ti sto sbattendo fuori se non lo avessi capito, pagheremo con i tuoi soldi le cure per il tuo prof, coglione">> il messaggio finì.
non me ne fregava un cazzo dei soldi, mi avevano appena sbattuto fuori da casa.
iniziai a singhiozzare rumorosamente, perché avevo fatto tutto ciò? mi ero ripromesso di non ricominciare.
ricordai l'immagine dei polsi viola di Pieck, lo avevo fatto per lei, avevo picchiato a morte il professore per lei, avevo scatenato una rissa per lei, mi ero fatto cacciare di casa per lei.
sentì il mio stomaco girare, ripensai al suo volto e il dolore continuo.
un topo mi si avvicinò ed io lo squadrai mentre le lacrime sul mio viso iniziavano a seccarsi.
<<sai che cosa è sta cosa?>> gli domandai con ancora la voce tremante.
mi toccai lo stomaco e senti i piedi staccarsi da terra, come se stessi fluttuando in aria, con la mente ero arrivato fino al paradiso, ma con il corpo stavo ancora seduto sotto quel ponte come un barbone.
<<hey sta lontano dal mio zaino pezzo di merda>> levai via lo zaino velocemente quando vidi il topo diretto verso di esso con l'intento di morderlo.
la suoneria del mio telefono scattò di nuovo.
"Marcel" c'era scritto sullo sfondo, anche lui aveva lasciato un messaggio in segreteria.
<<"Porko per quale cazzo di motivo non rispondi ai miei messaggi? comunque, mi hanno detto cosa è successo, mi dispiace ma abbiamo un altro problema, lei è scomparsa dopo l'accaduto, hanno provato a cercarla a casa sua ma la porta è chiusa a chiave e le finestre sono serrate, le uniche prove che abbiamo sono quella telecamera che ti sei portato via tu, sono seriamente preoccupato ma non solo per lei, ma per te.
dove sei? come stai? ti senti bene? mi sembri così distante ultimante, ti supplico parlamene, sono tuo fratello.
ti voglio bene" >> il messaggio si interruppe così ed io mi misi il telefono in tasca alzandomi.
presi la videocamera mezza rotta e la infilai nello zaino.
guardai il mio amico topolino mentre mi caricavo lo zaino sulle spalle.
<<scusami mio caro amico, tu sei molto d'incoraggiamento si, ma devo andare>>

&quot;𝘐 𝘨𝘰𝘵 𝘺𝘰𝘶&quot;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora