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PORKO POV

non mi erano mai piaciuti gli ospedali, specialmente ora che stavo correndo nei corridoi, in cerca del reparto dove avevano ricoverato Pieck.
mentre mi aggiravo per le stanze, con la coda dell'occhio vidi un gruppetto radunato in un punto.
vidi i capelli biondi Annie ondeggiare mentre lei cercava di muoversi sulla stampella.
corsi nella loro direzione.
<<Porko!>> Marcel come al solito fu il primo a notarmi.
<<che cazzo è successo?>> chiesi prendendo Annie dalle spalle e sballottolandola.
aveva la veste d'ospedale, e riusciva a reggersi in piedi solamente grazie ad una stampella.
<<Porko, vacci piano>> Marcel era accanto a me, e mi teneva stretto il braccio, come per moderarmi.
<<eravano sul ponte, e mentre lei guardava il lago, una macchina è arrivata e le ha prese in pieno>> Armin parlò al posto della sua ragazza, che invece rimase ferma a fissarmi senza scomporsi.
guardai Pieck, il viso candido che brillava in quella stanza così spenta e cupa.
le sue braccia, erano praticamente avvolte da flebo, e per un secondo mi sembrò di vedere suo padre al posto suo.
<<io me la sono vista sicuramente meglio di lei...i dottori pensano che abbia un trauma celebrale>>
<<merda>> sibilai abbassando lo sguardo.
<<oh è bello vedere che improvvisamente ti importa di lei>> sibilò Jean incrociando le braccia al petto.
<<cosa staresti insinuando?>> chiesi alzando un sopracciglio.
<<dove minchia sei stato in questi giorni? a puttane? mentre tu ti scopavi una brasiliana, nel bagno di un pub, lei piangeva e sperava che tu tornassi indietro, che tu tornassi da lei>> faccia da cavallo mi si avvicinava ad ogni pausa che prendeva per parlare.
<<a me importa di lei>> risposi stringendo i denti.
<<beh se ti importava veramente, non te ne saresti mai andato in quel modo>>
<<ma tu che cazzo ne sai?>> presi il colletto della maglia del ragazzo, ma subito Marcel mi bloccò i polsi.
<<ok ok qua la situazione si sta un po' scaldando>>
<<la stai rovinando! guarda in che cazzo di condizioni è finita per colpa tua!>> Jean era mantenuto fermo da Connie e Armin dietro di lui.
<<era uscita per cercarti, per cercare te, non ha mai capito quando fosse sprecato tutto l'amore che ti voleva!>> il ragazzo era rosso dalla rabbia.
<<se non sai allora non parlare->>
<<la vedevo! vedevo il suo viso corrugato dalla tristezza tutti i giorni, le lacrime erano ormai incollate su quel viso, quel cazzo di viso che tu hai sfregiato con i tuoi comportamenti di merda!>> rimasi in silenzio a guardare Jean, non potevo di certo dire che avesse torto...
<<vuoi fare lo stronzo? bene fallo, ma non con lei, se sai che va a finire così mettici un punto, perché la stai distruggendo emotivamente e fisicamente>> il ragazzo si tirò fuori dalla tasca tre pacchetti di sigarette tutti vuoti, e me li buttò fra i piedi.
<<erano sul suo comodino, tutti finiti in soli cinque giorni>>
guardai quelle confezioni, erano colorate si, ma sembravano così cupe alla mia vista.
<<te ne devi andare Porko...devi lasciarla in pace, tu non sei il ragazzo giusto per lei.>> la voce di Jean era crude, mi fece salire i brividi per la schiena.

guardai anche la ragazza.
no...
scoppiai in lacrime e mi coprì il viso con una mano.
lo sguardo del ragazzo prese un'aria sorpresa, probabilmente non si sarebbe mai aspettato quella reazione da parte mia.
<<sono un coglione>> sibilai andandomi a sedere su quelle sedie di plastica.
<<Porko...>> Marcel mi seguiva, mi seguiva in ogni movimento che facevo.
<<ho ributtato la mia rabbia tutta su di lei, l'ho trattata come uno zerbino>> mi passai i palmi delle mani su gli occhi.
sentivo li sguardi di tutti puntati su di me.
<<non sapete quanto cazzo mi fa male vederla in quel modo...>> alzai lo sguardo sulla porta aperta, per vederla di nuovo, anche se in quelle orribili condizioni.
Jean era la in piedi, a guardarmi scioccato in volto.
<<so che non ho alcun diritto di sbucare qui dopo che sono stato via per quasi una settimana...e non posso pretendere che tutto si aggiusti magicamente...ma vi prego, io voglio stare con lei>> alzai il mio sguardo su tutti i miei amici.
erano uno più sconcertato dell'altro.

&quot;𝘐 𝘨𝘰𝘵 𝘺𝘰𝘶&quot;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora