PIECK POV
<<signorina Finger...sono il dottor Robert...volevo aggiornarla sulla condizione di suo padre>> disse il dottore.
<<certamente mi dica tutto>> mi misi seduta sopra una panchina e mi portai le gambe al petto pronta ad ascoltare ciò che mi avrebbe detto, o forse sinceramente no.
<<veda, sta peggiorando, sembra che la malattia voglia avere la meglio, i farmaci fanno un po' di effetto si ma non sappiamo fino a quanto potrà durare, ciò che le auguriamo noi è buona fortuna, e la preghiamo di passare più tempo possibile con lui, prima che il tempo se lo porti via...>> quelle parole, quelle parole mi ribollirono in testa scatenando una reazione improvvisa e facendo scoppiare la corazza che avevo costruito per non far scendere le lacrime che invece adesso stavano scendendo a solconi sul mio viso.
<<non...non si può fare nient'altro?>> chiesi cercando di non far notare che la mia voce era spezzata dal pianto.
<<no...possiamo fare qualche ricerca e aumentare con i farmaci ma questo costerebbe altri soldi e non so se->>
<<va bene, aumentate con i farmaci pagherò le spese io>> mi passai una mano sull'occhio sperando che quella valanga di disperazione smettesse di emergere da un momento all'altro.
<<si certamente, buona serata>> disse riagganciando.
mi misi il telefono nella tasca posteriore dei jeans dopo essermi alzata e presi ad asciugare le lacrime il più in fretta possibile.
<<merda>> sibilai mentre i miei polsi iniziavano a inumidirsi senza sosta.
<<Pieck>> mi sentì chiamare e evitai di girarmi.
<<dimmi pokko!>> dissi ridendo mentre sommergevo tutto il pianto che avrei tanto voluto buttare di nuovo fuori.
<<ah finiscila, comunque sono arrivate le birre, vieni?>> chiese avvicinandosi a me.
<<certo dammi solamente due minuti e->> una mano mi si posò sulla spalla e mi fece girare di scatto.
mi ritrovai faccia a faccia con il ragazzo che mi fissò gli occhi arrossati probabilmente.
<<truccati di meno la prossima volta hai tutta la faccia imbrattata di nero>> si tirò fuori un fazzoletto dalla tasca e me lo passò.
<<grazie...>> lo afferrai fra le mie mani e lo vidi rientrare nel locale senza spiaccicare parola.
guardai il fazzoletto che mi aveva appena dato, era uno di quelli di stoffa.
lo avvicinai al viso e sentì sopra di esso il suo odore.
me lo passai sotto gli occhi aiutandomi con la fotocamera del telefono e in due minuti ero di nuovo a posto.
misi il fazzoletto in tasca e entrai dentro la birreria con un sorriso stampato in volto.
<<scusatemi se ci ho messo tanto ma mi hanno trattenuto>> mi passai una mano dietro la testa e mi rimisi seduta al mio posto iniziando a sorseggiare la birra, mentre loro erano impegnati in discorsi sul lavoro o sulla scuola.
non ostante ciò sentivo uno sguardo penetrante addosso, e purtroppo sapevo a chi apparteneva.
mi girai verso il ragazzo da gli occhi nocciola che in quel momento erano infissi su di me e non sembravano volersi smuovere.<<grazie ragazzi ci vediamo domani>> salutai i miei amici quando finalmente arrivai sul ponte che c'era vicino casa mia.
e mentre loro andavano via scherzando e barcollando io rimasi la ferma a fissare il lago che si trovava sotto di me, che quella notte sembrava ancora più magico delle altre.PORCO POV
ero steso sul mio letto e fissare il soffitto, i miei presentimenti non erano sbagliati allora...
Pieck si era allontanata da troppo tempo ed io forse ero l'unico che se ne era veramente accorto.
non appena arrivarono le birre mi alzai in piedi usando la scusa del "devo pisciare" e poi in realtà facendo il giro largo, uscì dal locale per vedere che fine aveva fatto la ragazza.
quando l'avevo trovata, li seduta sulla panchina ad asciugarsi il viso mi nascosto dietro l'angolo della porta.
<<merda...>> sibilò mentre si sfregava i palmi su gli occhi.
<<Pieck>> la chiamai a subito lei si girò di spalle.
<<dimmi pokko!>> sentivo da un miglio la sua voce tremare ma cercai di non accorgermene per non creare disagio.
<<ah finiscila, sono arrivate le birre vieni?>> mi avvicinai di lei un po' di più guardando le sue spalle che adesso erano scoperte per via della coda che si era fatta prima, penso.
<<ah certo dammi solamente due minuti e->> misi la mano sulla sua spalla e la feci girare verso di me.
guardai i suoi occhi tempestati di lacrime e sospirai prendendomi un fazzoletto dalla tasca.
<<truccati di meno la prossima volta hai tutta la faccia imbrattata di nero>> lei lo afferrò e sibilo un "grazie" che sentì a malapena perché entrai subito dopo nel locale.c'era qualcosa che non andava in lei nell'ultimo periodo, io non l'avevo mai vista così...distante? che termine avrei potuto usare per ormai quella specie di morto vivente che era diventata?
non ostante si truccasse notavo le occhiaie senza neanche soffermarmici.
e poi era dimagrita, e dimagriva sempre e sempre di più.
mi pizzicai il naso e in quel momento Marcel entrò nella mia stanza con una pila di vestiti.
<<piegateli e posali>>
<<mi sveglierai domani?>> chiesi guardando la chioma castana che era intenzionata ad uscire da camera mia.
<<se non mi tiri un altro pugno ovvio>> rispose alzando le spalle.
quando finalmente uscì dalla mia stanza mi misi seduto sul bordo del letto appoggiando i gomiti alle ginocchia.
l'immagine di Pieck e i suoi occhi che non trafilavano nessuna emozione se non la così detta "disperazione" mi facevano venire i brividi solo a pensarci.PIECK POV
entrai in casa chiudendo la porta alle mie spalle e facendo girare la chiave nella serratura aspettando il patetico "click" che mi avrebbe portata a stare più tranquilla.
sali al piano di sopra lasciando il mio zaino mentre rotolava sulle scale e mi diressi in camera mia.
mentre appoggiavo la mano sulla maniglia il mio sguardo passo alla porta infondo il corridoio a sinistra.
era la camera di mio padre...
mi avvicinai alla grande porta in legno scuro e tirai giù la maniglia, mi ero promessa di non entrarci dopo quello che era successo lì dentro, ma la tentazione era troppo forte.
spinsi verso il basso la maniglia pronta a spingere la porta, ma a bloccarmi fu il mio telefono che vibrava.
richiusi la porta e tirai fuori il telefono dalla tasca e vidi la foto di Annie ad un Cat caffè con un gatto sulla testa.
mi rimisi il telefono a posto e alla fine decisi di lasciar perdere la mia idea di poter entrare in quella stanza.<<papà! è pronto da mangiare!>> urlai dal piano di sotto con in mano un piatto del suo cibo preferito.
<<dai che devi prendere pure le medicine scendi!>> nessuna risposta ci fu alla mia richiesta, e quindi mi misi seduta a tavola ad aspettare, e aspettare, e continuai a farlo finché non decisi di alzarmi, magari si era addormentato.
salì le scale per arrivare al piano di sopra in totale silenzio e mentre i miei passi scricchiolavano sulle toghe il mio battito cardiaco aumentava.
arrivai per quel lungo corridoio e mi feci coraggio camminando verso la sua stanza.
successe tutto troppo velocemente, la mia mano sulla maniglia, la porta che si apriva, il corpo di mio padre immobile che giaceva per terra, e il mio urlo atroce quando lo vidi per terra inerme.
poi il suono dell'ambulanza si fece più vicino mentre io che dopo che avevo girato mio padre, mi ero messa seduta a muro con la testa fra le gambe per la paura, guardavo il vuoto tremando.quando i soccorsi arrivarono caricarono mio padre su una barella per poterlo portare d'urgenza in ospedale come allarme rosso.
iniziarono a farmi domande del tipo "da quanto era in quel modo" oppure "hai visto cosa è successo" ma l'unica risposta che riuscivo sempre a dare era un "no".andai lentamente verso camera mia e apri l'armadio cercandoci dentro dei vestiti per dormire.
dopo essermi cambiata mi guardai allo specchio, guardai la mia faccia distrutta e i miei occhi spenti, quasi terrificanti, e per un secondo l'impulso di spaccare il vetro mi assalì.
il mio telefono squillò ed io lo girai, mi sorpresi quando lessi il nome scritto di sopra.
"Pokko"
risposi portandomi il telefono all'orecchio ancora incredula che mi stesse chiamando, specialmente a quell'ora di notte.
<<Pieck ci sei?>> la sua voce dall'altro capo del telefono mi fece risvegliare.
<<si...come mai->> non feci in tempo a finire la frase che subito la sua voce mi bloccò.
<<domani puoi passarmi gli appunti di scienze? non gli ho presi in classe>> buttai il braccio che prima avevo sulla guancia lungo il corpo.
<<beh si certo! ma perché mi hai chiamato? non potevi scrivermi?>> ci ero rimasta un po' male in realtà che mi volesse dire solamente quello.
<<beh pensavo dormissi e quindi poi di mattina per la fretta ti saresti dimenticata...ci vediamo domani>>
<<si...a domani>> il rumore della chiamata che terminava mi rimbombò nelle orecchie ed io abbassai il telefono appoggiandolo sulla scrivania.PORKO POV
<<si...a domani>> quando chiusi la chiamata appoggiai il telefono al letto dove ero ancora seduto.
ero più sereno del fatto che dalla voce sembrava essersi ripresa, ma c'era ancora qualcosa che non mi convinceva.
guardai gli appunti di scienze che avevo sulla scrivania e sospirai, non mi ero neanche accorto che il mio corpo avesse reagito chiamandola al telefono, volevo solamente sentirla, sentire la sua voce, sentire lei è assicurarmi che stesse bene.
quello era l'importante adesso.
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"𝘐 𝘨𝘰𝘵 𝘺𝘰𝘶"
Fanfictione se i nostri amati personaggi di attack on titan fossero stati scritti in un altro universo, diverso da quello che conosciamo? e se in questo ipotetico universo fossero umani proprio come noi? il padre di Pieck non riuscì a guarire con le cure che...