Capitolo 18.

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Quell' uomo iniziò a strattonarmi violentemente fino a sbattermi in macchina, lui andò dal lato del guidatore.

Corse come un pazzo per le strade di Firenze e fino ad arrivare in una stradina che metteva i brividi, di cui non ne sapevo neanche l'esistenza.

'Puttana scendi dalla macchina!' Mi urlò.

'Puttana ci sarà tua madre, bastardo!'

Non sentì parole, solo le sue mani in vita e l'essere presa e sbattuta contro la porta principale.

Mi accasciai a terra dal dolore, senza piangere:non gli avrei mai dato quella soddisfazione.

Aprì la porta ed entrai lentamente a causa della botta ricevuta.

Mi adagiai sul divano e mi accesi una marlboro rossa.

'Almeno fumi, menomale:ho trovato un pregio in te.' Disse accendendosene una.

Lo guardai male:pregio? Fumare non é mai stato un pregio in una persona! Ma decisi di non parlare e appena finita la sigaretta chiesi lui di mostrarmi la stanza in cui avrei dormito.

'Piano di sopra, ultima porta sulla destra.' Disse freddamente.

Quella casa era molto grande, mentre ammiravo le pareti grigie, mi chiesi quale fosse il suo lavoro così prestigioso da possedere tutto ciò.

Poco dopo scesi giù a farmi un tè, e mi sedetti a gambe incrociate sul divano bianco lì vicino, dopodichè tolsi il dubbio sul suo lavoro.

'Spaccio droga.' Affermò non girandoci intorno.

Lo guardai stupita, a bocca aperta.

'Che cazzo vuoi? Qui ci vivrai per tre mesi e sarà meglio abituartici a tutto ciò!' Ringhiò mentre sbattè della polvere sul tavolo e iniziando a sniffare.

Quello fu solo l'inizio della tortura, dell'inferno. In quel momento pensavo solo a Marco, mia madre e alla mia felicità.

#spazioautrice#
Scusate i ritardi, ma sono stata molto indaffarata, anche se in ritardo vi faccio gli auguri di Pasqua e buon inizio scolastico!
Grazie di tutto♥

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