Capitolo 20.

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Passarono molti giorni, quasi due settimane,tutto quel tempo e non uscii di casa e non vedevo nè mia madre nè Marco.

Erano le tre del mattino e sentii tanti mormorii e urla.

Scesi in salotto e mi accorsi che mio padre non fosse solo:c'erano insieme a lui, altri cinque uomini e due donne.

Feci per risalire le scale ma la voce di un uomo mi bloccò.

'Ehy tu!' Urlò.

Mi rigirai lentamente,a causa della paura.

'Mike hai questo gioiellino in casa e nemmeno lo presenti a noi?' Disse rivolgendosi a mio padre e carezzandomi il mento.

Indietreggiai al suo tocco,mi accorsi che l'unica che non era sotto l'effetto di droghe fossi io.

'David, lei é mia figlia Alice!' Poi stette zitto.

'Che ne dici, posso divertirmi un po' con lei?' Affermò stringendomi le braccia al corpo e baciandomi la guancia.

Mi irrigidii sul colpo.

'David fai ciò che cazzo vuoi, sai quanto mi frega!' Disse versando una nuova busta di cocaina sul tavolo.

'Sai coglione, questo dovresti chiederlo a me e non a quel drogato di mio padre.' Urlai e con tutta la mia forza diedi lui un calcio nelle parti basse.

Poi risalii in camera e cominciai a fumare:uno,due, tre pacchetti. Fumai fino a sentirmi i polmoni bruciare e mi addormentai tra una nuvola di fumo creatasi.

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