XVII

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Una volta rientrata in saletta mi butto in modo teatrale su una poltrona bianca e mi copro gli occhi con il braccio

<<sono un disastro>> sbotto e Valentina mi si avvicina accarezzandomi una spalla

<<ma che dici? Sei stata una bomba>>

<<quel brano non è per niente facile, ma tu lo hai cantato con una naturalezza che lo ha fatto sembrare scritto da te. Questo conta parecchio>> Gabriele, il chitarrista di Le Endrigo, mi sorride dolcemente e tento di ricambiare ma ciò che viene fuori è solo una smorfia.

Mi tiro su e noto che nella saletta ci siamo solo io, Valentina, Gabriele e Gianmaria.

<<Dove sono tutti?>>

<<pausa caffè. Molti per l'ansia non avevano fatto colazione>> risponde Valentina

<<oddio si, ho bisogno anch'io di un caffè>> mormoro alzandomi ma la mia amica mi tira giù per un braccio

<<resta qui, devi smaltire l'ansia. Il caffè te lo prendiamo noi>> le sorrido e mi tocca con l'indice la punta del naso facendomi ridacchiare <<tranquilla Martinella ci pensiamo noi>> mi fa l'occhiolino per poi andarsene insieme a Gabriele.

Valentina è una bellissima ragazza, ha i capelli neri con gli occhi chiari e la pelle è di un rosa candido. Non dimostra i suoi ventidue anni anni, probabilmente per colpa della sua poca altezza. Quando canta mi ricorda molto Emma, ha una voce dura e tagliente, ma altrettanto bella da poter incantare chiunque.
Da quando ci siamo conosciute mi ha aiutato molto, ci siamo sentite spesso ed ho scoperto che è una ragazza fantastica con un grande passato alle spalle e si fa sempre in quattro per aiutare chiunque.

Sbuffo non trovando una posizione comoda su quella dannata poltrona e Gianmaria sbatte le mani sul divano su cui è seduto

<<qualche problema?>> chiedo con un sopracciglio alzato

<<puoi stare ferma? Odio il cigolio>>

<<scusa>> mormoro. Lo osservo bene e con non molto stupore noto che è vestito di bianco, così come tutte le altre volte che ci siamo incontrati <<non hai magliette di altri colori?>> faccio una risata imbarazzata e lui incurva i lati della bocca senza farlo notare troppo

<<No>>

<<e perché? Cos'ha di bello il bianco? Si sporca subito e se la macchia rimane non puoi più indossare quell'indumento>> sbuffo ripensando ad una delle mie felpe preferite con sopra una gigantesca chiazza d'olio

<<Se impari a mangiare bene senza sbrodolarti non ti sporchi>> alzo gli occhi al cielo <<e poi il bianco è uno dei colori più belli che ci sia, è puro e può diventare qualsiasi colore voglia. Un po' come->> lo interrompo

<<come una tela su cui si può dipingere>> annuisce e sposta lo sguardo sulla rivista che teneva aperta <<sei di poche parole>> gli faccio notare dato che sembra avere solo con me questo comportamento

<<e tu di troppe>> mi fulmina con lo sguardo per poi tornare a sfogliare la rivista

<<mi dispiace>> sussurro e non so nemmeno perché mi sto scusando con lui <<sto solo cercando di pensare ad altro, l'ansia mi sta mangiando viva e se non svuoto la testa avrò un attacco di panico>>

Non risponde, si limita a scrutarmi attentamente e questo mi mette parecchio in imbarazzo, di conseguenza scoppio a ridere e stranamente contagio anche lui.
Si alza dal divano e mi porge una mano per aiutarmi a fare lo stesso, così un po' titubante l'afferro e mi tiro in piedi

<<c'è ancora tempo prima che Emma annunci la sua decisione, vieni con me>> lo guardo non capendo dove vuole andare a parare e sembra leggermi nel pensiero <<ehi hai detto tu di volerti distrarre, io ti sto solo aiutando>> scrolla le spalle e si incammina verso la sala dove ci siamo esibiti davanti ad Emma, con l'unica differenza che ora è vuota

<<Mr. simpatia che hai intenzione di fare?>>

<<Marti, per una volta rilassati e fidati di me>> mi prende per mano e sussulto a quel contatto che mi provoca milioni di brividi. Mi trascina vicino alle casse e ci collega il telefono <<qualche preferenza?>>

<<ultimamente sto in fissa con Battiato ma non so se->> mi interrompo quando sento partire la base di una delle canzoni più belle di questo autore: "Centro di gravità permanente".
Ho sempre pensato che questa canzone, oltre ad avere un significato profondo che può essere colto solo da chi è in grado di leggere tra le righe, fosse liberatoria; mi ha sempre dato la carica giusta e cantarla -più che altro strillarla- mentre risuona con il volume al massimo è qualcosa di indescrivibile.

<<Questa va bene?>> domanda grattandosi il sopracciglio destro, come se fosse un po' agitato

<<è una delle mie preferite>> rido e Gianmaria mi prende per mano portandomi davanti all'asta del microfono dove poco prima avevo cantato e ne prende un altro per lui.

All'inizio siamo molto calmi, cantiamo insieme, mi prende per mano e mi fa fare delle giravolte. Poi ci iniziamo a scatenare, saltiamo e balliamo insieme come pazzi, corriamo per la stanza, sudiamo e ci agitiamo, e credetemi se vi dico che mi sembra di toccare il cielo.

farfalle - gIANMARIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora