𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 12

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Passarono diversi giorni e di Ginevra e della sua famiglia non si sentì più nulla. Nathan era ancora molto preoccupato e non riusciva a pensare ad altro , io invece cercavo di distrarmi un po' anche se sapevo che non potevamo abbassare la guardia.
Mancavano anche pochi giorni a Natale, una delle mie festività preferite, soprattutto perché finalmente si riuniva tutta la famiglia e potevo rivedere tutte le persone a cui volevo davvero bene.
Sarebbero venuti la zia Kim che mi mancava tantissimo, lo zio James che anche lui mi mancava tanto, e tutto il resto del nostro branco, o almeno quello che ne restava.
Un messaggio da parte di Nathan mi fece allontanare dai pensieri natalizi.
" Esci voglio passare un po' di tempo con te "
Presi la prima cosa che vidi nell'armadio ed uscì immediatamente.
<<Ehy>> gli dissi, dandogli un bacio.
<<Ciao amore>> rispose, stringendomi a sé.
<<Cosa hai in mente di fare oggi?>>
<<Veramente volevo passare un po' di tempo con la mia ragazza, qualsiasi posto va bene>>
La sua ragazza? Mi aveva davvero definita così? Sapevo che ci stavamo frequentando ma non pensavo che mi vedesse in quel modo.
Sentirglielo dire mi fece provare una bella sensazione di felicità, perché io provavo lo stesso per lui.
<<Ehy ci sei?? Ti va di fare una passeggiata al lago?>> Mi domandò Nathan, interrompendo di nuovo i miei pensieri.
<<Certo che mi va, poi ci fermiamo a mangiare qualcosa?>>
<<Certo>>
Passammo il pomeriggio così, nel modo più tranquillo possibile.
Dopo la passeggiata avevamo deciso di andare a mangiare in un piccolo ristorante che c'era in città, e decisi di prendere una bistecca al sangue.
Nathan non fece altro che guardare schifato il mio piatto, affermando continuamente che il sangue presente nel piatto non era altro che acqua sporca e che il vero sangue ero un altro.
Lo so Nathan grazie, ma che schifo.

<<Tu cosa prendi invece?>> Gli chiesi incuriosita.
<< Io penso di prendere un cheeseburger, è l'unica cosa che mi ispira fra tutte quelle elencate>>
<<Mhh troppo scontato per i miei gusti >>
<<Scontato per cosa? Per la tua carne al sangue finto?>>
<<Smettila di prendere in giro la mia carne, è buonissima invece..vuoi assaggiarla?>>
<<No che schifo>> rispose lui, facendo finta di vomitare.
<<Beh ci perdi tu tanto>>
<<Sicuramente>>
Finita la cena e le prese in giro  decidiamo di fare un'altra passeggiata. Nonostante fosse dicembre e facesse davvero freddo, era piacevole camminare un po' all'aria aperta e sentire il vento sulla pelle e sui capelli. Mi dava un senso di normalità, cosa di cui ora avevamo davvero bisogno.
<<Hai più sentito Ginevra?>>
<<Veramente si, mi ha scritto questa mattina per dirmi che la mia famiglia sta partendo per le vacanze di Natale, si lo so sono strani, quindi pensa che possiamo stare tranquilli>>
<<E se fosse fatto apposta? Cioè se ci volessero tranquilli in modo che così noi abbassiamo la guardia e siamo più vulnerabili?>>
<<Anche questo è vero, in ogni caso io non abbasseró mai la guarda, con nessuno di loro>>
Nathan aveva ragione, non potevamo permetterci di abbassare la guardia e di starcene tranquilli perché mamma e papà erano in vacanza.
Non si poteva mai sapere cosa sarebbe potuto succedere e questo non era il momento per lasciare andare le cose.
Pensai anche che forse era arrivato il momento di parlare con i miei genitori di questa cosa, avevo paura a metterli in mezzo, pensavo che magari li avrei esposti ancora di più, ma se davvero verranno a prenderci non possiamo combattere in due.
<<Senti Nathan, io pensavo anche di parlarne con la mia famiglia di questa cosa..magari posso aiutarci, mia madre da giovane ha sconfitto diversi demoni e branchi interi di lupi, è molto forte così come tutti noi,e ci può essere utile un aiuto in più>>
<<Non lo so Miranda, potrebbero essere pericoloso per loro ma vantaggioso per noi, però anche tu hai ragione, abbiamo bisogno di più aiuto possibile. Questa sera mi fermo e gli parliamo okay?>>
<<Okay.>>
Dopo due ore eravamo a casa e come promesso stavamo andando a parlare con i miei genitori.
Quando Nathan finì di parlare la faccia di mia madre era assurda, non riuscivo a capire se fosse preoccupata o se fosse incazzata nera, mio padre invece era solo incazzato.

<<Sapevo che sarebbe andata a finire così, sapevo che avresti messo in pericolo la mia bambina. Chi me lo dice a me che questo non è un tuo piano, che non è opera tua? L'hai messa in pericolo dopo solo poche settimane dalla vostra frequentazione, come pensi che sopravviverà con te?>> Disse mio padre.
Mi girai un secondo verso Nathan e vidi che aveva le lacrime agli occhi.
Odio come i miei genitori gli stiano parlando, stanno dando la colpa a lui quando non c'entra nulla, quando lui in realtà vuole solo proteggermi.
<<Papà non è colpa sua! Lui sta facendo si tutto per proteggermi!>> Risposi, con le lacrime che iniziavano a rigarmi le guance.
<<Proteggerti? Questo si chiama proteggerti? Ti sta solo mettendo in pericolo! Sofia diglielo anche tu !>>
<< Si hai ragione, inizialmente approvavo questa relazione ma ora no, non esiste, sei solo un pericolo per mia figlia, come lo sei sempre stato>> aggiunse mia madre, guardando Nathan con disprezzo.
Non sapevo più cosa fare, ero in mezzo tra la persone che più amavo e tra quella che stavo iniziando ad amare. Non potevo schierarmi, io volevo entrambi con me, al mio fianco, nel bene e nel male.
Nathan ormai non riusciva a guardare più nessuno, aveva la testa abbassata e si sentivano solo singhiozzi.
Mi si spezzava il cuore nel vederlo così, non lo meritava perché non era colpa sua, non aveva nessuna colpa se la sua famiglia odiava vederlo felice.
<<Io non riesco davvero a comprendervi. Voi più di tutti dovreste capire quello che lega me e Nathan, lo avete passato prima di noi contro tutti. Mamma so che ti sei battuta per papà, che stavi per farti uccidere per difenderlo, e adesso vieni qui a dirmi che noi due non possiamo stare insieme..>> non riuscì a continuare perché ormai i miei occhi erano inondati dalle lacrime così come le mie guance .
I miei genitori mi guardavano come se avessi parlato una lingua araba, come se nessuno di loro mi avesse davvero capita.

Mi era rimasta una sola cosa da fare.
Se non volevano stare con me, allora sarebbero stati contro di me.
<<Miranda che cosa stai facendo?!>> Gridò mia madre.
<<Me ne vado! Me ne vado da questa casa piena di persone ipocrite! Davvero mamma speravo di poter contare su di te, che mi avessi aiutata e compresa, tu più di tutti, invece mi stai voltando le spalle e non mi resta altra scelta>> risposi, mettendo più vestiti possibili in una piccola valigia.
<<Perciò te ne vai? Te ne vai con lui? Pensi di essere al sicuro insieme a lui?>> Gridò.
<< Pensavo di esserlo qui! Qui con voi!>> Urlai più che potevo.
Mia madre a quel punto si fermò sulla porta e mi guardò con sconforto. Vedevo la tristezza in lei, la tristezza di non essere stata in grado di aiutare sua figlia, di non darle una possibilità.
Sapevo che ciò che stavo facendo era pericoloso, ma è proprio da lei che mi aspettavo un sostegno, è lei che mi ha insegnato a combattere per le persone che ami e che desideri, ed io tengo troppo a Nathan per lasciarlo andare.
Arrivai sulla porta di casa e guardai entrambi i miei genitori. Erano impassibili, mi guardavano come se non fossi più loro figlia, come se li avessi delusi per sempre.
Mi sentivo morire dentro ma non volevo farlo vedere, non volevo rendermi ancora più vulnerabile.
Presi Nathan e chiusi la porta, lasciando dietro di essa un ricordo di ciò che mi stava più a cuore, ormai distrutto.




Ciao a tutti ragazzi! Ecco qui una nuova parte della storia.
Cosa ne pensate di quello che sta succedendo? E del comportamento di Miranda? Se vi va fatemelo sapere nei commenti, così possiamo parlarne!
Vi auguro una buona lettura.
Un bacio,
Sofia ❤️

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