𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 16

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I giorni passarono e passarono e non succedeva nulla , ormai non sapevamo più cosa aspettarci.
Nathan aveva sentito Ginevra più di una volta, e lei gli rispose sempre la stessa cosa, ovvero che non sapeva che fine avesse fatto la sua famiglia, che non gli rispondevano.
Ormai ci eravamo rassegnati, continuavamo ad allenarci ma non con la stessa costanza di prima, anche perché io e Nathan avevamo scuola, mentre il resto del branco aveva una famiglia da mantenere.
Perciò la vita proseguiva così, immersa nella tranquillità. Oggi sarei anche andata a scuola da sola, rispetto agli altri giorni che andavo sempre con Nathan.
Lui aveva deciso di fare delle piccole ricerche legate alla sua famiglia, non so bene di preciso cosa, ma ha detto che sarebbero state utili per la nostra causa, così decisi di andare da sola.
In ogni caso era sempre la stessa routine, entri, fai lezione, pranzi e torni a casa, semplice.
Alla fine non durò un solo giorno ma di più, Nathan aveva bisogno di più tempo ed io ormai mi ero abituata ad andare da sola, e a dirla tutta stavo molto bene.
<<Ciao Miranda!>> Urlò Dylan, dal fondo del corridoio.
<<Ciao Dylan, come stai? È tanto che non ti vedo a scuola>>
<<Beh sì, ehm sono stato male questi giorni e sono tornato solo oggi, mi fa piacere vederti...Ah dopo puoi venire un attimo in palestra? Vorrei parlarti>>
<< Ehm si okay, ci vediamo lì>>
E sparì. Fu davvero strana come conversazione, Dylan sembrava davvero strano, ma aveva detto di essere stato malato perciò magari era per quello.

Finì di seguire le mie lezioni e raggiunsi Dylan in palestra.
Ma il telefono squilló, era Nathan.
<<Ciao amore che fai?>> Mi domandò.
<<Niente sto aspettando Dylan che mi ha detto che voleva parlarmi ma ancora non arriva>>
<<Di cosa devi parlarti?>>
<<Non lo so sinceramente..Ah eccolo sta arrivando, ti richiamo dopo okay?ciao amore>>
<<Ciao piccola>> e riattaccai.
Dylan era ancora più strano di quanto lo fosse prima. Sudava a freddo e sembrava nettamente spaventato.
<<Dylan che cos'hai ti senti bene?>> Gli chiesi, avvicinandomi a lui.
<<No non ti avvicinare, non ho potuto evitarlo, ho provato a resistere ma non so cosa mi hanno fatto, mi dispiace Miranda, ma non ho potuto farci niente >> disse lui, in lacrime.
Non capivo di cosa stesse parlando.
Che cosa aveva fatto? Di cosa si sarebbe dovuto scusare ?
Ma due secondi dopo ebbi la risposta alla mia domanda. Qualcuno mi diede una botta in testa e mi portò con sé, non so dove e non so neanche perché, ma la mia testa moribonda era riuscita a formare una piccola frase. I Valmox.

Poco dopo mi svegliai, o almeno a me sembrò poco.
Ero molto stordita e non riuscivo a capire dove fossi, l'unica cosa che sentivo erano tante voci e odore di sangue, che speravo con tutto il cuore che non fosse mio.
La sensazione era così strana, ero sveglia ma non riuscivo a muovermi, stavo forse morendo?
<<Ehy tu svegliati >> disse una voce che mi sembrava molto famigliare.
<<C--chi ssei tu?>> Cercai di risponderle.
<<Chi sono io mi chiedi eh? Non serve che io te lo dica, solo la vostra cara sorellina Ginevra, che tanto vi ha aiutato in questi giorni, o forse no. Riesci a ricordarti di me?>> Mi chiese, ridendo continuamente.
Cosa ci trovava di tanto divertente? Io non ridevo affatto.
<<Perciò hai tradito la tua famiglia?>> Pian piano stavo riprendendo la capacità di parlare.
<< Non la mia famiglia, quell'imbecille di Nathan che si ossessiona sempre di qualche ragazza strana. Già, è inutile che mi guardi così, non sei la prima ragazza stramba di cui si innamora, né sarai l'ultima>>
Sapevo che mi stava dicendo quelle cose solo per ferirmi, Nathan mi amava e per me solo questo ero importante.
<<Tu menti! Sei solo gelosa perché sei una povera pazza psicopatica che nessuno vuole>>
Gridai, e risi anch'io questa volta.
<<Come ti permetti! Tu non sai chi sono io, non sai come sono fatta!>>
<<Ehy ehy, ragazze, su via, non facciamo troppo casino dai, non c'è bisogno di essere così cattive l'una con l'altra. Oh, perdonami tesoro per non essermi presentato, Mi chiamo Travis, e sono la cosa più vicina ad un suocero che tu possa avere>>
Andiamo bene, pensai nella mia mente. Mi ero ritrovata nel mezzo di una famiglia di pazzi, che non si sopportava l'uno con l'altro, ma non si sa per quale motivo ce l'avevano tutti con me .
<<Perché mi avete presa? Cosa vi ho fatto ?>>
<<Tu non ci hai fatto niente, mia cara, tu sei solo il nostro dispetto fatto a persona, sei la nostra piccola bomba, che noi lanceremo per farne esplodere una più grande>> rispose Travis.
<< Quindi volete uccidermi?>>
<< Oddio no quanto sei noiosa, che scopo avrebbe quello di ucciderti? Che dispetto è?>> Aggiunse Ginevra.
<<Noi ti trasformeremo in una cosa che non si era mai vista ancora, sarai il nostro piccolo esperimento. Se sopravvivrai ne saremo contenti, altrimenti ooops il piano è andato male, che peccato>> proseguì.
Che voglia di ucciderla quella brutta stronza.
Ma la vera domanda è cosa volevano farmi? In cosa volevano trasformarmi? La mia paura iniziava a salire sempre di più, non volevo fare la paurosa, ma queste persone sembravano una più pazza dell'altra.
<<Tu tienile la testa ferma io cerco di farle ingoiare questo>> disse Travis.
<<Che roba è quella? Cosa mi state facendo!>> Gridai più possibile che potessi e cercai di staccarmi dalle corde che mi tenevano legata, ma non ci riuscì.
<< Tranquilla, sarà facile e indolore, non sentirai nulla>> disse Ginevra.
Con la forza riuscirono a farmi ingoiare quella maledetta fiala che avevano in mano, il sapore era disgustoso, così metallico e così simile al sangue.
Cavolo, il sangue.
Non sapevo come si diventasse un vampiro, sapevo solo che era un procedimento strano e anche abbastanza lungo, e che prevedeva soprattutto la presenza del sangue.
Le mie gambe iniziarono a tremare e la mia testa ad andare in fiamme, non riuscivo a capire cosa stesse succedendo al mio corpo.
<<Bene, ora che la prima fase è completata, passiamo alla seconda. Questa farà un po' più male cara, ma passerà subito..buon sonnellino,
bye bye >> fu sempre Ginevra a parlare, anche se distinguevo ben poco le voci, e dopo due secondi non riuscì più a comprendere nulla.
Sentì solamente una lama che mi entro dritta nel cuore, lasciandomi morire da sola in una stanza , dove si riuscivano a sentire ancora i rimbombi delle mie urla, che purtroppo non erano state in grado di salvarmi.





Ciao a tutti ragazzi! Ecco qui un altro capitolo della storia.
Cosa ne pensate di cosa è successo a Miranda? Avete qualche teoria? Se vi va fatemelo sapere 🥰
Vi auguro una buona lettura.
Un bacio,
Sofia ❤️

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