Dolore.
Era diventato mio amico ormai, ogni giorno mi svegliavo e vivevo la mia giornata con lui.
Era come se fosse il mio migliore amico, una parte del mio corpo che avevo sempre con me con il quale condividevo ogni cosa che mi succedeva, ad eccezione però che fossero solo cose brutte.
Ormai erano passate settimane da quando Nathan era andato via e mi sentivo sempre allo stesso modo.
Non riuscivo ad elaborare la sua perdita, quella della mia famiglia, quella della mia felicità.
Volevo tornare al giorno di Capodanno, dove tutti eravamo felici o quasi. Volevo rivivere ancora le notti con Nathan, le sbornie della zia Kim e le perle di saggezza dello zio James, ma purtroppo non potevo.
Non avevo più nessuno di loro e la sofferenza ed il dolore iniziavano ad essere ingestibili, e lo erano anche i ricordi.3 settimane fa
<<Tesoro cos'è successo? Perché stai piangendo?>>chiese mia madre, vedendomi rientrare con una faccia ancora più sconvolta di prima.
<<Nathan mamma...se n'è andato >> caddi sulle mie ginocchia ed iniziai a gridare e piangere. La testa fra le mani, le mie grida che spezzavano il silenzio nella casa, lo sguardo di sofferenza dei miei genitori . Era forse questo l'inferno?
<<Tesoro vieni qui, ti prego, fatti abbracciare>> mia madre si avvicinò a me, ma io non riuscì a muovermi, era come se fossi completamente bloccata. Ma mi abbracciò lo stesso.
<<Lo so amore mio, capisco la tua sofferenza. Oggi abbiamo perso tante persone a noi care, la nostra famiglia, i nostri amori e questo è un dolore che non passerà mai. Forse riusciremo ad attenuarlo un po' con il tempo, ma lascerà una grande cicatrice sul nostro cuore. Voglio solo dirti che qualsiasi cosa io e papà siamo qui, per te, sempre. >> Le sue lacrime scendevano sul mio viso e riuscivo a percepire la sofferenza nella sue parole, il dolore nel suo sguardo. Eravamo tutti distrutti.
Per dare onore alla nostra famiglia, avevamo deciso di fare un piccolo funerale, nel fiume che era vicino casa nostra.
Il nostro branco aveva un rito di passaggio dalla morte all'aldilà che trovavo molto affascinante, anche se ovviamente era una brutta circostanza. I corpi venivano messi su una piccola tavola di legno, insieme agli oggetti che più li identificavano da vivi e successivamente veniva bruciato e poi lasciato nel fiume, che lo avrebbe trascinato fino a completo assorbimento.
Preparammo 15 tavole di legno, per ogni lupo morto e in ognuna di esse avevamo messo dei piccoli oggetti che ci facevano pensare a loro.
Ovviamente per la zia Kim misi una bottiglia, anche se la mamma non era d'accordo.
Bruciammo i corpi e successivamente lí guardammo per un po', fino a quando l'ultima scintilla si spense.Presente
<<Allora cosa vuoi fare oggi? Andiamo a fare shopping?>> Disse mia madre, distraendomi completamente dai miei ricordi.
<<No mamma non ho voglia di fare shopping, scusami >> non ero in vena di fare acquisti, non riuscivo a fare praticamente più nulla. Ero diventata completamente apatica e l'odiavo.
<<Tesoro vuoi restare chiusa in camera tua per sempre? Non voglio questo per te, voglio che tu esca e ti viva la tua età, i tuoi momenti. Non voglio che passi il resto dei tuoi giorni così>>
<<E cosa dovrei fare? Non c'è più niente per me la fuori, non ho nulla>>
<<Non è vero, hai me, hai tuo padre. Puoi passare del tempo anche con noi se vuoi, non devi stare sempre da sola. Non voglio che affronti il tuo dolore da sola. Perciò che tu voglia o no, oggi andiamo a fare shopping, perciò preparati>> venne vicino a me e mi diede un bacio sulla fronte.
La mamma alla fine aveva ragione.
Non potevo passare il resto dei miei giorni a soffrire nella mia stanza e ad isolarmi dal mondo intero.
Ero distrutta? Si, ma non potevo fare altrimenti.
Il pomeriggio andò benissimo.
Io e la mamma abbiamo comprato un sacco di cose belle e mi sentivo leggermente meglio.
Ah, il potere dello shopping.
<<L'hai più sentito?>> Mi chiese mia madre.
<<No..non so neanche dove sia e inizio a pensare che forse dovrei cancellare tutta questa storia dalla mia testa>>
<<Si forse è meglio per te, tesoro>>
Sapevo anche io che fosse meglio così, che la cosa migliore da fare per me era dimenticarmi di tutto questo, di tutto ciò che Nathan mi aveva dato e tolto allo stesso momento.
Volevo concentrarmi su me stessa ed iniziare a stare bene sul serio.Mia madre tornò a casa ma io no, decisi di fare una piccola passeggiata in città, ne avevo bisogno.
Entrai in un bar e presi una cioccolata calda. Fuori faceva davvero freddo e nonostante fossi un vampiro, il calore di una bevanda era sempre una buona sensazione.
<<Ti tieni al caldo eh?>> Disse una ragazza dietro di me.
<<Già, fa freddo fuori>> le risposi, per poi girarmi e rendermi conto che era una ragazza che veniva a scuola con me.
<< Come mai sei qui da sola?>>
<< Ma nessun motivo, avevo voglia di cioccolata e sono venuta qui a prenderla. Tu invece che ci fai qui?>>
<<Oh mia madre lavora qui, è la barista che ti ha fatto la cioccolata. Dopo scuola vengo sempre qui e aspetto che finisca di lavorare >>
<< Ah capisco. Comunque sono Miranda, non so se lo sai già>>
<<In realtà si, a scuola parlavano tutti di te e di Nathan..perciò sei abbastanza famosa, comunque io sono Ilaria piacere>>
Sentire quel nome fu come una fitta allo stomaco, mi ero ripromessa poco prima di non farmi più toccare da quel dolore, ma appena sentivo solo il suo nome, il mio cuore batteva all'impazzata e il mio umore cambiava nettamente.
<<Oh ho detto qualcosa di sbagliato?>> Chiese Ilaria, vedendomi triste improvvisamente.
<<Oh Nono tranquilla, ero sovrappensiero. Comunque ora devo andare, mia madre mi sta aspettando. È stato bello conoscerti, ci vediamo>>
<<Si, ciao>>
Non riuscivo più a stare in quel posto, sentivo le lacrime trattenersi e non riuscivo più a fingere che andasse tutto bene.
Durante il tragitto di ritorno a casa mi sfogai e decisi di trasformarmi in lupo. Era la prima volta da quando ero diventata un vampiro, che mi trasformavo in lupo e la sensazione era strabiliante.
Era ancora tutto più amplificato, il vento sembrava un tornado, la mia velocità sembrava moltiplicata e tutti i miei sensi erano ancora più amplificati. Era una sensazione bellissima, che per un istante riuscì a farmi sentire viva.
Arrivata a casa c'era di mio padre ad aspettarmi.
<<Tesoro la cena è quasi pronta, Ah è arrivato questo per te >> disse lui, passandomi una busta bianca.
<<Che cos'è?>>
<<Non so tesoro, aprila>> mentre mi rispondeva già la stavo aprendo.
Strano, pensai.
Era un invito al ballo della scuola. Mi sembrò strano perché ormai erano mesi che non ci andavo più e non essendo uno studente, non potevo partecipazione ai balli studenteschi.
<<Che cos'è tesoro?>> Mi chiese mio padre.
<<È un invito ad un ballo della scuola, solo che è strano, tecnicamente non potrei partecipare non essendo più uno studente>> cercai di capire più informazioni possibili della lettera, ma a parte lo stemma della scuola non c'era niente di sospetto.
<<Magari gli è dispiaciuto che sei andata via e per ricordarti di loro, ti hanno invitata. Penso sia una cosa bella, tesoro >> venne verso di me mi diede un bacio sulla guancia, poi tornò in cucina.Già, magari poteva essere solo un invito al ballo della scuola, alla fine siamo in inverno e questa è la stagione dei balli studenteschi, almeno qui.
Nonostante ciò però , nella mia mente c'era qualcosa che non tornava, come se il mio sesto senso non riusciva a credere che fosse solo un semplice ballo.
Forse tutta la situazione in se mi faceva pensare che non ci fosse più niente di normale e che dietro ogni cosa ci doveva essere qualcosa di maligno .
Magari era davvero così, o forse no, sicuramente l'avrei scoperto. Perché maligno o meno, sarei andata a quel ballo.Ciao a tutti ragazzi! Ecco qui un altro capitolo della storia.
Come avete preso la rottura di Miranda e Nathan? Vi è dispiaciuto? Fatemelo sapere se vi va 🥰
Vi auguro una buona lettura.
Un bacio,
Sofia ❤️
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Al tramonto del Sole
FantasíaMiranda non è una ragazza come tutte le altre. Lei è sempre rimasta sulle sue, passando le sue giornate con i suoi amici licantropi a correre tra i boschi, per sentire il tanto amato vento che le scompigliava i capelli. Fino a quando però, costretta...