s e v e n

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Il giorno dopo dopo mi faceva male la schiena in un modo atroce, però almeno avevo giocato a pallavolo.
Avevo toccato il pallone, anche se male, ma ho riprovato quella sensazione che amavo.
Poi ho giocato proprio con lui, certo facendo una figuraccia tremenda, però l'ha voluto lui e mi aveva anche chiesto di tornare questo pomeriggio.
Varcai la porta della scuola e cambiai le mie scarpe con le pantofole tradizionali.
Ero ancora sola, evidentemente Atsuko stava facendo tardi.
Ma mentre mi stavo cambiando, sentii che la gonna stava per cadere, e anche la camicia sembrava molto più libera. Ero dimagrita ancora? Dovevo già prendere una divisa nuova, anche se i vestiti nuovi dovrebbero ancora andarmi.
Poi la vidi arrivare da lontano correndo.
Atsuko«A-Akira! Akira ciao!»
«Buongiorno ritardataria».
Si cambiò in fretta le scarpe e poi riprese fiato.
Atsuko«Maledetta sveglia...»
«Sbagliato, sei tu che non hai voluto sentirla
Atsuko«E smettila!».
Girai lo sguardo per andare verso la nostra classe, ma mi ritrovai un petto davanti.
Alzai leggermente il capo e i nostri sguardi si incatenarono.
Dio quanto mi erano mancati quegli occhi color mandorla, così profondi e che sembravano brillare con la luce riflessa nelle iridi, anche dopo solo un paio d'ore.
Oikawa«Hey...buongiorno».
Vidi Atsuko guardami con uno sguardo molto perverso, poi mi diede una pacca sulla spalla e se ne andò.
«Come mai qui?»
Oikawa«Beh salutare è di buona educazione, sai?»
«Certo che lo so»
Oikawa«E neanche l'hai fatto»
«Non ti avevo visto, perdonami Grande Re».
Roteai gli occhi divertita mentre lui rispose con una smorfia offesa.
Oikawa«Oggi ci vediamo in palestra? O ti sei già arresa?»
«So che muori dalla voglia di vedermi fallire»
-lo sorpassai e andai verso il corridoio della nostra classe, seguita dallo spilungone-
«Ma non pensavo fossi così ansioso»
Oikawa«Ho la possibilità di allenare un personaggio famoso della pallavolo, come potrei non pensarci».
Sentii una mano sulla mia nuca e con tocco leggero scombinarmi i capelli.
Rabbrividii leggermente e sorrisi di spalle.
«So che vuoi solo sfottermi»
Oikawa«Chi lo sa, forse si, forse no».

Quello stesso pomeriggio, ci incontrammo in palestra, anche se sentivo che la temperatura cominciava a calare, ed ero venuta solo con la tuta da ginnastica.
Oikawa«Allora, pronta?».
Mi lanciò una palla improvvisa che non riuscii a recuperare, ma che continuò a rimbalzare lungo il pavimento.
Già ero delusa dì questa azione mancata, anche questo allenamento sarebbe stato una delusione, ne ero certa.

Oikawa«Prova ancora...un'altra volta».
Sentii il suo tono riscaldarsi e diventare più delicato, come se cercasse dì rincuorarmi.
Quella voce così calda e tranquilla mi fece mancare un battito e allo stesso tempo diede il via ad un lungo tamburare del cuore. 
Ero caduta tante volte nel tentativo di recuperare la palla, e tante volte non l'avevo recuperata, ero arrivata tardi, oppure mandata da tutt'altra parte.
Le ginocchia bruciavano, non avevo pensato di portarmi dietro le ginocchiere, e anche qualcos'altro bruciava.
O meglio, pizzicava.
Sentii gli occhi inumidirsi così abbassai lo sguardo nel tentativo dì ritirare le lacrime, poi mi rialzai in piedi.
«Forse...basta così»
Oikawa«Hey, non arrenderti».
Si avvicinò di due passi e appoggiò delicatamente una mano sulla mia spalla, con un tocco così leggero quasi da farmi sentire fragile.
Oikawa«Riprovaci, provaci ancora»
«Io direi che è abbastanza per confermare che ormai non sono più la miglior pallavolista del Kantō»
Oikawa«È passato un mese, è abbastanza normale»
«Beh ma qui va oltre le capacità dì gioco. Meglio che lasci il posto a qualcuno che lo meriti»
Oikawa«Non dire sciocchezze. Nessuno ha avuto più coraggio di te».
Spostai lo sguardo verso i suoi occhi dal noioso muro bianco, e mi ricordò ancora il momento di quel maledetto bacio.
Era successo in questa stanza...
Anzi, non era mai successo.
Mi allontanai lentamente e infilai la felpa.
Mi girai verso la porta e avvicinai la mano alla maniglia, ma prima dì spingerla aspettai.
Volevo dirgli qualcosa, ma l'unica frase che riuscii a dirgli non l'avrebbe mai compresa.
«Ho fatto un sogno stupendo...
Ora il sogno si è allontanato da me».
Uscii dalla palestra e sentii subito il corpo rabbrividire all'impatto col clima così freddo.
Con quella tuta non avrei resistito a lungo, così accelerai il passo, ma dietro di me sentii sbattere dì nuovo la porta, segno che fosse uscito anche lui.
Continuai a camminare nella speranza dì tornare a casa presto, ma cominciò a nevicare.
Potevo capirlo, eravamo al mese dì novembre quasi dicembre, ma era stato così improvviso.
Sentii il corpo tremare dal freddo contro la mia volontà, mentre quasi non sentivo più i piedi.
Oikawa«Aspetta!».
Corse verso dì me con un giubbotto sulle spalle, con cui coprí anche me.
Solo che eravamo davvero vicini per poter coprire entrambi, sentivo il suo braccio più caldo toccarmi.
Oikawa«Dio stai tremando...».
Mi avvolse con un braccio e strinse più vicina a sè, e sentii subito calore provenire dal suo corpo.
Era davvero così confortante, anche se continuavo a tremare dal freddo, intorno a me c'era quel calore così piacevole da farmi quasi addormentare.
«Di qua!».
Aprii il cancelletto di casa mia e in fretta aprii anche la porta, facendo entrare entrambi.
«Non l'avevo prevista questa neve improvvisa...»
Oikawa«I notiziari non dicevano nulla...e grazie per avermi fatto entrare.
C'è qualcuno?»
«No...ci sono solo io da mesi».
Oikawa«Oh».

—angolo autrice
ammetto che ho rimandato la scrittura dì questo capitolo così tante volte per via dei compiti, ma è arrivato
al prossimo capitolo.

𝑁𝑜𝑛 𝑎𝑏𝑏𝑎𝑛𝑑𝑜𝑛𝑎𝑟𝑚𝑖 𝑎𝑛𝑐𝑜𝑟𝑎 -Oikawa Toru-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora