n i n e t e e n

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Uscii dalla mia stanza ancora in imbarazzo dirigendomi in cucina, e il ragazzo mi seguì, prendendomi per mano, così ricambiai timidamente la sua stretta.
Accesi il bollitore e stesi della marmellata su fette di pane dolce, mentre le sue braccia mi avvolsero l'addome e il suo corpo copriva la mia schiena.
«Sei un tipo dolce, ammettilo»
gli dissi con tono divertito.
Oikawa«No che non sono dolce!».
Risi alla sua reazione e continuai a prenderlo in giro.
«E allora come me lo spieghi questo?»
Oikawa«Fa freddo, ti sto solo riscaldando»
«Se lo dici tu Grande Re».
Continuai a preparare la colazione finché la sua domanda non mi lasciò perplessa.
Oikawa«Mi racconterai mai la storia di queste...? O la tua storia?».
Accarezzò ancora i tremendi segni sui miei polsi, e in quel momento mi pietrificai.
«Beh io...posso farlo se...ti interessa»
Oikawa«A me interessa tutto».
Posò il mento sulla mia nuca, superando la mia altezza, e in quel momento, il mio sogno si era avverato.

Nei giorni seguenti, sembrava che io e Oikawa avessimo una forte mancanza l'uno per l'altro. Nei corridoi, quando ci incrociavamo, non riuscivamo a staccarci gli occhi di dosso, mentre il desiderio di toccarci cresceva sempre di più. Eppure provavo molto disagio a comportarmi così in luoghi frequentati da molte persone, preferivo fossimo soli.
Anche se si divertiva a guardarmi con fare provocante e con uno sguardo intenso, facendomi tornare in classe con le idee confuse.
E ogni volta finite le lezioni, finiva più o meno così.
Uscii dall'uscita principale in compagnia di Atsuko, mentre parlavamo dei professori e dei prossimi esami sempre più vicini.
Oikawa«Ciao Atsuko, ora me la rubo io».
Mi prese dolcemente per il polso e fece per avviarsi, ma la mia amica lo fermò.
Atsuko«Io so che c'è qualcosa tra voi! Inutile che lo nascondi Akira!»
«Atsu-».
Ma il capitano ormai mi stava trascinando chissà dove.
«Sai che prima o poi mi ucciderà, vero?»
Oikawa«Non lo permetterò».
Continuò a camminare verso il retro della scuola, in un posticino isolato con l'erba corta calpestata dai nostri piedi e leggeri raggi solari che illuminavano l'atmosfera intorno a noi.
Abbandonò la borsa distrattamente sul suolo e subito si fiondò sulle mie labbra, come se stesse aspettando solo quello.
«Oikawa!» riuscii a dire tra un bacio e l'altro, mentre continuava a torturare le mie labbra.
Lo spinsi in protesta alla sua "aggressione" e cadde sul prato trascinando anche me, poggiandomi sulle sue cosce.
Oikawa«Ma che c'è! Non dire che non ti piace».
Sorrise come un bambino così mi arresi, e continuò a lasciarmi mille baci sulle labbra.

Ma altre volte finiva anche così.

Iwaizumi«Sapete, vi ho visti che vi sbaciucchiavate sull'erba come dei depravati»
Hanamaki«Oikawa amico, tu quella poveretta la uccidi»
Matsukawa«Andiamo, la costringi a sopportare le tue smancerie»
Oikawa«Ti senti costretta?!».
Li guardai tutti e quattro ancora terribilmente imbarazzata che ci avessero visti, ma non volevo ferire i sentimenti del palleggiatore.
«Beh...no»
Oikawa«Visto?! Non impicciatevi!»
Matsukawa«Povera creatura -scosse il capo deluso- come poteva mai risponderti si? C'e l'ha scritto in faccia, idiota!»
Hanamaki«Ascolta Katō, tu sei una così bella ragazza, non perdere tempo dietro questo coglione»
Oikawa«Smettetela!».
Insomma frequentare Oikawa era alquanto...esotico.

Ma quel pomeriggio, non ci saremmo potuti vedere.
Questo pomeriggio, ci sarebbe stata un'amichevole contro la Shiratorizawa, e si, proprio io contro Ushijima.
Ovviamente puntavo a vincere, visto che il campionato era ormai vicino, però non avevo uno spirito combattivo così alto.
Forse cominciavo a pensare di non potercela fare, dopo la partita della scorsa volta?
O forse pensavo che dopo la pausa non sarei riuscita a batterla.
Mi diressi lo stesso in palestra, e trovai alcune ragazze della squadra che si riscaldavano, così andai a cambiarmi.
Poco dopo, varcò la soglia anche la Shiratorizawa, con le loro facce ormai conosciute, e andarono a cambiarsi.
«Che dite, la vinceremo almeno un'amichevole?»
Atsuko«Io dico di sì, sono fiduciosa»
«Ah si?»
Atsuko«Puoi dirlo forte. Forza, impegnati!».
Si appoggiò alle mie spalle per poi fare un salto, facendomi perdere l'equilibrio, mentre lei rideva.
«Ridi ridi».
La prima ad uscire dallo spogliatoio fu proprio Ushijima, che mi guardò con uno sguardo aspro ricambiato.
La sua acidità non faceva altro che spronarmi a vincere e schiacciare quella sua testolina.
Murakami«Non so ragazze, oggi mi sento fortunata»
«Meglio che te lo tenga questo spirito, forza ragazze, vinciamo!».

Ed è proprio qui, che ebbi la mia vendetta.
Tutti i miei pensieri negativi furono smentiti dall'energia della nostra squadra e dall'impegno nel voler vincere.
Finalmente, gliel'avevo fatta vedere a Hitomi.

—angolo autrice
ci ho messo molto a scrivere questo capitolo e non è neanche il mio massimo, ma ero nella fase "blocco dello scrittore" e anche con la scuola sono molto impegnata.
Però questo è un capitolo di transizione, prima che arrivi il bello😘

𝑁𝑜𝑛 𝑎𝑏𝑏𝑎𝑛𝑑𝑜𝑛𝑎𝑟𝑚𝑖 𝑎𝑛𝑐𝑜𝑟𝑎 -Oikawa Toru-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora