t w e l v e

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Detto sinceramente, non avevo idea che sarei riuscita a schiacciare così tante alzate, a fare delle ricezioni perfette.
Adesso mancava solo la battuta.
Oikawa«Sicura di volerci provare?».
Mi chiese dalla parte del campo opposta, mettendosi in posto sei.
«Beh non partirò con l'artiglieria pesante...».
Provai una serie di battute semplici dall'alto, e tutte erano efficaci.
Allora, era arrivato il momento.
Feci rimbalzare un paio di volte il pallone al suolo e mi allontanai di una decina di passi dalla linea bianca. Un brivido di emozione percosse tutta la mia schiena e sentii la mente molto più lucida, le dita le sentivo molto più forti.
Con la mano destra alzai la palla in alto, presi la rincorsa di tre passi, mi sollevai dal pavimento con un'elevazione che sembrava perfetta, e riuscii finalmente a colpire la mia solita battuta. Il ragazzo, non aspettandoselo forse, sbagliò la ricezione.
Oikawa«Incredibile!».
Notai l'orario su un piccolo orologio nero appeso al muro, così dissi al ragazzo dì posare il pallone.
«Andiamo è tardi! Posa la palla»
Oikawa«Vado a farmi un momento la doccia!».
Corse nello spogliatoio maschile e poco dopo sentii il rumore dell'acqua che precipitava ripetutamente a terra, cosi raccolsi anche la mia felpa e sciolsi la coda dì cavallo.
Mi sedetti su una sedia nera aspettando che tornasse, ma più tempo passava, e più mi rendevo conto che non uscisse dalla doccia da troppo tempo.
«Ma che diavolo sta facendo».
Spazientita, entrai nello spogliatoio, e appena varcata la soglia, sentii un'ondata di calore e vapore circondare tutta la stanza.
«Oikawa ma che stai face-».
Lo vidi come mai mi sarei immaginata.
I capelli fradici, era sicuramente appena uscito dalla doccia, e un semplice asciugamano gli copriva la vita e l'intimità. Tutto il suo corpo era umido, in alcune zone con ancora delle goccioline d'acqua che scorrevano lungo i suoi muscoli scolpiti.
Non mi aspettavo fosse così...diverso senza vestiti. Era decisamente meglio.
Spalle imponenti incorniciavano la sua figura, un petto solido ma neanche troppo pronunciato delineava dolci curve al suo corpo, le braccia disegnavano onde perfette e omogenee mentre l'addome del suo corpo era quello più allenato. Ormai era ben visibile la forma della tartaruga che gli donava particolarmente, non lo faceva sembrare esagerato ma semplicemente proporzionato, era il tipico modello di una statua greca.
«Oikawa...»
Oikawa«Ti eri preoccupata, gattina?».
Avanzò lentamente verso di me e io al contrario indietreggiai, costringendomi poi a poggiare con la schiena sul muro.
«E-Ecco...eri chiuso qui dentro da troppo tempo...»
Oikawa«Mh...ma non si entra senza bussare...».
Poggiò una mano di lato alla mia guancia destra, così che riuscivo a vedere tutto il suo possente braccio.
«Hai ragione mi...dispiace»
Oikawa«Oh, sei proprio sicura?».
Mi guardò negli occhi con uno sguardo magnetico e con una leggera nota di...malizia.
Strinsi le gambe dall'imbarazzo e cercai di avvicinare le dita alle sue spalle per allontanarlo, ma mi mancava il coraggio di toccarlo.
Oikawa«Non fare la timida, altrimenti mi mandi fuori di testa...».
Quella voce calda, profonda, aveva sciolto tutto il mio cervello, i nervi, i neuroni. Non ragionavo più, avevo perso la cognizione del tempo e della realtà, ma a me andava bene così.
Quel suo tono così provocante fece vibrare le mie viscere di piacere, tanto che sentii calore anche all'altezza dei pantaloni.
Con la sua mano grande afferrò la mia e la portò sul suo petto, che lentamente fece scendere lungo i suoi addominali guidandomi.
Dal mio sguardo riusciva a trasparire tutto quello che volevo mi facesse in quel momento, poteva portarla ovunque quella mano, ormai io avevo perso la coscienza.
Oikawa«Dì la verità...l'hai già sognato qualche volta»
«O-Oikawa...».
Affondai leggermente le unghie nella sua pelle, e in risposta lui mi avvicino all'orlo dell'asciugamano, provocando in me nuovi istinti che neanche sapevo di avere.
Oikawa«So che vorresti toglierlo...».
Si avvicinò al mio orecchio è sussurrò ancora:
Oikawa«Tu cosa pensi...succederà davvero?».
Spinsi leggermente la testa all'indietro e strinsi di nuovo le gambe, sentendo una sensazione umida lì in basso.
«O-Oikawa dovresti...c-cambiarti»
Oikawa«Già...dovrei».
Lasciò la presa e si allontanò lentamente da me, incatenando il suo sguardo al mio.
Ora mi sentivo tremendamente ridicola poggiata a quel muro, dopo aver immaginato cose che solo Dio sa, e voluto qualcosa di più da quel contatto ravvicinato.
Uscii dallo spogliatoio e anche dalla palestra, aspettandolo sotto una fioca luce giallastra di un lampione.
Stavolta dopo poco tempo, vidi sbucare la sua familiare figura chiudere a chiave la porta delle palestra, per poi prendermi di nuovo per mano.
«Scusa se...sono entrata prima».
Gli dissi rompendo un silenzio che si era creato mentre camminavamo.
Oikawa«Non mi ha mica dato fastidio...tutto il contrario».
Lo vedevo di spalle, ma ero pronta a scommettere qualsiasi cosa che ora sogghignava col suo famoso sorrisetto.
«Maledetto...».

—angolo autrice
PICCOLO ASSAGGIO SPICY
era ora di movimentate questa storia e dai

𝑁𝑜𝑛 𝑎𝑏𝑏𝑎𝑛𝑑𝑜𝑛𝑎𝑟𝑚𝑖 𝑎𝑛𝑐𝑜𝑟𝑎 -Oikawa Toru-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora