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Atsuko«Hey, come mai ieri non sei venuta all'allenamento?».
Eravamo sedute sulla nostra solita panchina abbandonata del giardino della scuola, lei in piedi, mentre io ero seduta sulle fredde lastre cercando di coprirmi con la gonna.
«Dovevo fare la spesa...e studiare»
Atsuko«Beh di solito la facevi dopo l'allenamento. E poi non ci sono esami tra poco».
"Merda scusa sbagliata".
Mi guardò interrogativa, quindi mentii con l'unica scusa accettabile.
«Mi dispiace...ieri ero molto distratta...pensavo a tutt'altro».
Mentirle così era crudele, ne ero consapevole.
Ora si sarebbe preoccupata ancora di più.
Atsuko«Ma no...sta tranquilla».
Si avvicinò e mi abbracciò, per poi sedersi comodamente sulle mie gambe.
Atsuko«Sai, quel giorno...quando ti eri svegliata all'improvviso
era stato il più bello da molto tempo...».
La guardai sorpresa da quelle parole, non tirava fuori quasi mai dei discorsi sentimentali.
«Ti sei preoccupata così tanto per me...non ti ho mai ringraziata a dovere»
Atsuko«Akira...sono io a doverti ringraziare.
Sei un'amica fantastica, una che potesssi solamente sognare».
Mi rivolse uno splendido sorriso che ricambiai, non sorridevo così da tempo.
Ormai non portavo più avanti la messa in scena del sorriso falso, non ci riuscivo.
Mi diede un bacio sulla guancia e poi nascose la testa sulla mia spalla.
Ma sapevo cosa stava cercando di fare.
«Hey hey non provare a dormire»
Atsuko«E daiii»
«Se non dormi, dopo andiamo a fare shopping insieme.
Un sacco di vestiti non mi vanno più».
Ero dimagrita terribilmente, ormai potevo considerarmi uno stecchino. Non era poi così male per la mia corporatura, ma ammetto che ero inquietante.
Alta, snella, uno slander man. Anzi slander woman.

Vidi il suo volto illuminarsi.
Atsuko«Shopping?!».
Annuii di risposta, e lei cacciò un piccolo gridolino di gioia.
Sapevo sdorasse fare shopping, mi chiedeva un sacco di volte di andarci insieme.
Atsuko«Akira-iraaa».
Mi strinse forte quasi da strozzarmi e mi tempestò la guancia di bacini in segno di ringraziamento.
Risi a questa sua reazione di una piccola bambina felice, ma allo stesso tempo non provavo tanta gioia da molto tempo.
Mi stavo divertendo.
«Quindi, andiamo».
Le diedi una pacca amichevole sul sedere e poi la spostai, in modo da alzarmi.
Atsuko«Ma già dobbiamo andare?»
mi chiese scocciata.
«Muoviti».
Tese le braccia in segno di tirarla su, era sempre stata un po' infantile.
Così la tirai per le ascelle e finalmente alzai quel sacco pigro di ragazza.
Atsuko«Shoppiiing».
E corse dentro la scuola molto più allegra.

Una volta finite le lezioni, fui letteralmente trascinata da Saitō euforia Atsuko alla fermata del bus per precipitarci al centro commerciale.
Atsuko«Dobbiamo assolutamente entrare da [...] e poi dobbiamo prenderci uno di quei frullati di [...]!
Che dici, andiamo anche da [...]?».
Mi stava già facendo una lista infinita di tutti i negozi che avremmo visitato, era sul serio gasata.
«Atsuko ma io vado regolarmente in tre di tutti questi negozi..»
Atsuko«Tu li sottovaluti!».
Notai una vecchietta ridere alla nostra buffa conversazione.
«Va bene, va bene. Guidami tu che sei tanto esperta»
Atsuko«Scelta saggia».

Dopo un quarto d'ora circa arrivammo, quindi scendemmo dall'autobus e ci incamminammo verso il centro, che era esattamente alla strada di fronte.
Appena varcammo la porta scorrevole, sentii la pallavolista prendermi la mano e caminare a passo spedito verso un negozio.
«Piano piano, so camminare!».
Anche se stavo ridendo da come si stava comportando, era più felice di me.
Atsuko«Per tua fortuna ho sempre il portafogli nella borsa!».
Cominciò la ricerca tra mille e dico mille vestiti, vari modelli di gonne, jeans, magliette, che fossero lunghe, corte, monospalla, pantaloni a zampa. La moda giapponese era una delle mie preferite, si poteva trovare di tutto.
Alla fine trovai un paio di jeans a zampa, altri a vita bassa, e delle magliette a maniche lunghe strette, alcune corte, altre con delle scritte grafiche.
In quel momento non preferivo delle gonne, ero seriamente fin troppo magra.
Mentre la mia cara amica tutto il contrario. Era sommersa di varie gonne, alcuni top, maglioncini. Si era davvero superata.
«Ma c'è la fai a misurare tutta quella roba? Guarda che siamo al primo negozio»
Atsuko«Oohhh non è niente».
Quella frase però mi spaventava.
Ma quanto tempo avremmo passato qui?
Fin troppo.

Per staccare un po' e prenderci una pausa, andammo dal famoso tipo che faceva i frullati, ma approfittammo anche per prenderci uno snack.
Una volta sedute al tavolino e già con alcune buste ai lati delle gambe, era arrivata l'ora di chiederglielo.
«Allora Saitō Atsuko».
Mentre stava per mangiarsi il boccone del suo dolcino, si fermò e mi guardò allarmata.
«Ammettilo, c'è qualcuno che ti piace della squadra maschile».
Rimase in silenzio per un paio di minuti, fin quando non sospirò rumorosamente.
Atsuko«E va bene...non è giusto che io lo sappia e tu no».
Mi misi comoda sulla sedia pronta ad ascoltare, perché ammettiamolo, a chi non piacesse fare gossip?
Atsuko«Beh è...cavolo non l'ho mai detto ad alta voce».
Le sue guance arrossirono lievemente, e sorrisi a vederla così impacciata.
Atsuko«Il migliore amico di Oikawa...Iwaizumi Hajime».

«NON CI CREDO».
Metà caffetteria si girò a guardarmi, e a quel punto mi resi conto della figuraccia.
Vidi molti sguardi riconoscere chi fossi, ma allo stesso tempo vedevo qualcosa fermarli.
Era pena.
Sapevo che avessi ormai un'aspetto orribile con delle occhiaie sempre più profonde, ma non mi aspettavo di arrivare fino a questo punto.
Atsuko«Sshhhh, mi fai passare per una stupida!»
«Iwaizumi Hajime, l'asso della squadra?»
Atsuko«Già...».
Le scombinai i capelli mentre lei protestava di smetterla, ma mi faceva troppa tenerezza. 
Atsuko«Sarebbe bello...poter alzare per lui»
«Sicuramente vedrebbe il tuo talento»
Atsuko«Però andiamo, non potrei mai piacergli. Uno così figo avrà sicuramente una ragazza»
«Atsuko, scherzi?
Se solo osa non vedere chi sei giuro che gli cambio le palle degli occhi, così vede bene.
Sei bellissima e bravissima, proprio un buon cagnolino».
Le diedi due colpetti sulla testa, e questo la fece innervosire ancora di più, ma io ovviamente risi alla sua reazione.

La giornata continuò, e per mia fortuna o sfortuna, continuammo il giro dei negozi, e ormai eravamo piena di buste.

—angolo autrice
Ho pensato che loro due meritassero un momento scritto per bene, anche perché ci sono alcune cospirazioni sulla ship akira/atsuko
quindi volevo accontentare anche voi
(ma segretamente anche io le shippo un po', sshhh)
poi un momento di stacco dalla situazione mentale della protagonista serviva, almeno un po' dì gioia
al prossimo capitolo.

𝑁𝑜𝑛 𝑎𝑏𝑏𝑎𝑛𝑑𝑜𝑛𝑎𝑟𝑚𝑖 𝑎𝑛𝑐𝑜𝑟𝑎 -Oikawa Toru-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora