s i x t e e n

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La mattina seguente aprii lentamente gli occhi e notai che fosse già mattina, ma il sole non batteva così forte quindi era da poco passata l'alba. Sentii che sul lato sinistro non c'era più una calda presenza come la sera prima, e notai infatti che la ragazza dai capelli neri lucenti non c'era. Mi strofinai gli occhi e mi guardai intorno, finché non la vidi davanti ad un lungo specchio; così osservai meglio la sua figura. Portava ancora i pantaloni della tuta con cui si era addormentata la sera prima, con al posto della maglietta d'allenamento una semplice t-shirt bianca oversize, la quale risaltava ancora dì più le sue braccia sottili.
Era girata dì spalle, con il dorso della maglia leggera rialzato mentre esaminava un grande livido violaceo, provocatosi dalla partita della sera prima. Si girò poi frontalmente e guardò nel proprio riflesso quelli sui gomiti, dì un colore più sbiadito e rossastro, con uno sguardo malinconico. Ma dì una tristezza diversa, come se non riuscisse ad accettare quei segni sul proprio corpo.
Mi alzai silenziosamente e mi avvicinai alla sua minuta figura, fermandomi proprio dietro la sua schiena e le poggiai le mani sui fianchi. Lei, in quel momento distratta, subito portò lo sguardo allarmata verso lo specchio, così io guardai profondamente il riflesso delle sue iridi, ed incatenai lo sguardo al suo.
Anche se c'era quel pezzo di stoffa a separare il contatto con la sua pelle, riuscivo a sentire sotto le mie ditta la dolcezza delle sue curve. Lei non proferì parola, ma con uno sguardo insicuro, scoperto, cercava di decifrare le mie intenzioni.
Non capivo cosa la spaventasse e mettesse a disagio così, come se il suo corpo fosse fonte di vergogna.

Fece risalire le sue dita lungo la mia corporatura, sfiorandomi le spalle per poi poggiare le mani sui gomiti e disegnare piccole circonferenze col pollice. Quel suo tocco impercettibile mi fece rabbrividire dal piacere e mi sfiorò il cuore con una calda delicatezza. Eppure quel momento così intimo mi stava quasi spaventando, perché toccandomi così riusciva a percepire quanto fossi sottopeso, e percepiva solamente le mie ossa. Non volevo continuasse, ma neanche volevo che si fermasse.
Oikawa«Devo fermarmi...?» le dissi all'orecchio con un sussurro profondo, e lei lentamente scosse la testa, ma quel suo sguardo incerto non riusciva a toglierselo.
Mentre mi risucchiava l'anima con quelle iridi scure, posò gentilmente le mani sotto la maglia in cotone, e sussultai al suo tocco.
Strinsi leggermente la sua vita per rassicurarla, mentre con quegli occhi mi chiedeva chiaramente di non toccarla, ma le sue labbra rimanevano serrate. Mi resi conto quanto fosse sottile il suo corpo, quanto fosse stretta la sua vita e quanto fosse estremamente magra. Era per questo che pregava mi fermassi, non voleva che lo sentissi con le mie stesse dita. Invece, non era a conoscenza che per me lei era un capolavoro.
Mentre accarezzava la mia pelle, brividi di piacere non smettevano di percorrere la mia schiena, mentre le sue dita continuavano a salire lungo il mio torace. Avvolse con le sue grandi mani il mio seno e io mi strinsi in protesta, afferrando il suo polso.
La guardai negli occhi e ora il suo sguardo pregava che togliessi le mani da lì, che non sentissi le dimensioni del suo petto. Davvero la preoccupava questo? Era ancora legata ad una taglia?
Credo ormai avesse capito cosa provavo in quel momento, ma lui comunque non si arrese. Strinse delicatamente entrambi i miei seni e in risposta sussultai dal piacere.
Com'è soffice il tuo seno...
Quanto sono grandi le tue mani...
Voglio vederti, voglio vedere il tuo corpo. Però forse, non è ancora arrivato il momento.
Posai entrambe la mani sui suoi polsi, e anche se ero ancora a disagio di come mi aveva praticamente scoperta, il solo poggiare le sue dita sul mio seno scatenò in me fantasie e un calore per tutto il corpo, soprattutto nel basso ventre. Il mio cervello era sciolto, e posseduto dal suo fascino.
La sua pelle morbida e delicata si adattava perfettamente alle mie dita, e poter sentire il suo seno tra le mie mani mi fece perdere la testa. Una piccola erezione cercava di abbandonarmi al piacere e di toglierle quel fastidioso reggipetto e poterle toccare, stuzzicare e leccare i capezzoli, poi scendere sempre di più...ma non volevo di certo forzarla, correre troppo.
Oikawa«Sei così bella e pura...» .
Rabbrividii a sentire la sua voce, ora incredibilmente profonda, di fianco al mio orecchio, con il suo respiro che mi scaldava il collo. Sentivo l'eccitazione crescere dentro di me, come il desiderio che continuasse a toccarmi, leccarmi o masturbarmi, ma questo non era momento. Strinsi i suoi polsi in risposta inabile di parlare, così lui avvicinò il suo viso ancora.
Sprofondai il naso nei suoi capelli e feci un lungo respiro profondo, assaporando un profumo che sentivo sempre su di lei: l'odore di blu iris. Fresco e dolce, la rappresentava. Lo sentivo ovunque, come se fosse presente su tutto il suo corpo e diffondesse l'aroma anche nei suoi capelli.
Oikawa«Sei la mia dea...».
Voltai il capo di profilo riuscendo a vedere in parte la sua solida muscolatura, poggiando i capelli sul suo viso. Sentii le sue mani abbandonare in modo adagio il mio petto e poggiarsi ai miei fianchi, in modo da ruotarmi di fronte a lui. Alzai leggermente il capo e di nuovo le nostre iridi si incontrarono. Il suo sguardo tenero studiava tutti i miei lineamenti, e così mi soffermai ai dettagli del suo viso anch'io.
Avvolsi la sua schiena con le mie braccia e strinsi il suo corpo al mio, così lei poggiò la testa al centro del mio petto. Poggiai il mento sulla sua nuca e chiusi gli occhi in estasi.
Questo era mille volte meglio tutti i sogni, fantasie o romanzi che avessi mai letto.

angolo autrice
SENTITE
non riuscivo ad aspettare per pubblicarlo
OK? OK?
NON CI RIUSCIVO
beh quindi, cosa ne pensate a questo accenno allo smut?
vi ringrazio tantissimo per le 50k letture in ora hai me al tuo fianco! vi amo <333
ah e, sogni d'oro ora🥰

𝑁𝑜𝑛 𝑎𝑏𝑏𝑎𝑛𝑑𝑜𝑛𝑎𝑟𝑚𝑖 𝑎𝑛𝑐𝑜𝑟𝑎 -Oikawa Toru-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora