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"Cazzo...cazzo!".
Il mio passo era molto più veloce del normale, il respiro leggermente irregolare e la visuale offuscata. Le gambe tremavano ad ogni passo, ma la cosa più importante è che non riuscivo a capire il perché dì quella reazione esagerata. Per tanto tempo rifiutavo di uscire da casa, e quel minimo disguido con un reporter mi aveva demoralizzata in quella maniera.
Anche le mani tremavano, mi appoggiai al tubo di plastica nella metropolitana, ad aspettare con impazienza la mia fermata, e nella testa vi erano solo pensieri confusi.
Ansia sociale....ansia sociale, ansia, ansia, ansia. Poi si chiedeva la gente perché non volessi uscire spesso. Nessuno mi avrebbe capita comunque, probabilmente le persone in quel vagone mi guardavano pensando fossi pazza e le madri distraevano i figli.
O magari, esageravo io con le paranoie.
Una volta uscita dalla stazione corsi letteralmente verso casa mia, desiderosa di tornare alla mia piccola prefettura tranquilla e familiare, senza avere troppi sguardi addosso.
Era lì, era davanti a me, lo riconoscevo il cancelletto.
Ma poi sentii qualcosa sbattere contro la mia spalla e portarmi a perdere equilibrio, e velocemente un braccio teso dallo sforzo sulla mia schiena, riuscì ad impedire la mia caduta.
Oikawa«Akira...ma dove correvi?»
«D-Da nessuna parte!»
Oikawa«Non sei venuta in palestra oggi...»
«N-No scusa ho dovuto...».
Non continuai neanche la frase, ero fin troppo esausta da quell'adrenalina.
Oikawa«Hey...ma stai bene?».
Abbassai lo sguardo e cercai di nasconderlo con la frangetta, ma lentamente il palleggiatore mi portò dritta davanti a lui.
Oikawa«Quindi...?»
«Non è...successo nulla. È anche ridicolo»
Oikawa«Di sicuro non lo è»
«Ti dico di si».
Sentii le sue lunghe dita poggiarsi sulle mie spalle come per attirare la mia attenzione.
Oikawa«Akira...fa male tenersi tutto dentro»
«Ma a te cosa cambierebbe saperlo?»
Oikawa«A me? A me non cambierebbe nulla logicamente, razionalmente.
Invece è così. A me cambia molto se riesci ad aprirti a qualcuno e sfogare un po' quei tuoi sentimenti seppelliti da tempo».
A lui cambia...
«Sono...sono andata a Tokyo, da sola, dopo tanto tempo. Stava andando tutto bene fin quando non mi ferma uno...di quei merdosi giornalisti.
Poi non so neanch'io cosa mi sia preso...».
Calde braccia strinsero la mia schiena finché non sentii la mia guancia poggiarsi sulla sua spalla, così anch'io ricambiai l'abbraccio.
Oikawa«Non ti lasciano mai in pace...».
Rimasi poggiata alla sua spalla così e chiusi gli occhi, non avrei mai pensato che una persona potesse infondermi tranquillità come lui, invece è successo. In quel momento il mondo sembrò fermarsi, per un attimo che mi sembrò l'unico così sereno e calmo.
«Scusa se...mi hai aspettato in palestra»
Oikawa«Non è importante. Andiamo, ti accompagno a casa».
Mi allontanai lentamente, con un po' dì malinconia, dal suo caldo corpo ed entrambi ci avviammo verso la mia abitazione.
Improvvisi sensi di colpa intasarono i miei pensieri: con lui sembravo sempre una sorta di principessa da salvare, così triste e sconsolata, eppure non si era ancora scocciato di tutto questo.
Davvero voleva aiutarmi come diceva?
Cercai le chiavi nella tasca e poi le infilai nella serratura, aprendo la porta di metallo.
Oikawa«Allora, ci vediamo domani»
«Già, a domani».

Il giorno seguente mi avviai verso la scuola in anticipo. Una volta varcato il cancello, notai però qualcosa nella casella della posta.
Tirai fuori il nuovo giornale e lessi velocemente le nuove notizie, finché in seconda pagina, trovai una mia foto. Ma perchè anche se dicevo "a", veniva pubblicato e preso come se fosse oro?
E si, era proprio quella mediocre intervista di ieri, anche oggi la giornata inizia col piede sbagliato.
Al cassonetto più vicino, buttai quella cosa senza neanche guardarla, e dopo una decina di minuti, arrivai a scuola.
Atsuko«Non smetti di essere famosa»
«Dio non me ne parlare, la prossima volta dovrei dirgli "che schifo i giornalisti" e forse mi lasciano in pace».
Rise alla mia reazione ed entrambe ci avviammo in classe dopo aver cambiato le scarpe.
Decisi che mi sarei tenuta leggermente a distanza da Oikawa, senza che dovesse sempre essere il mio principe e salvarmi dalla mia tristezza perenne. Forse non era giusto, forse l'avrei confuso e neanch'io volevo farlo, ma non poteva essere sempre così.

—angolo autrice
capitolo spento? si
tornerò con un capitolo più acceso? ovvio
mi dispiace non aggiornare sempre ma in questo periodo sto ricominciando le interrogazioni e la pallavolo mi sta distruggendo
al prossimo capitolo.

𝑁𝑜𝑛 𝑎𝑏𝑏𝑎𝑛𝑑𝑜𝑛𝑎𝑟𝑚𝑖 𝑎𝑛𝑐𝑜𝑟𝑎 -Oikawa Toru-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora