L'aria gelida ,che entrava dalla piccola finestrella di quella ,che era la sua cella da un tempo ormai lunghissimo ,gli solleticava la pelle ,e sebbene la pelle d'oca ,fosse comparsa ormai da un pezzo , i suoi occhi verdi erano puntati su di un punto ben preciso ,oltre quel cancello, che circondava quel maledetto carcere. Era lì, che sognava di vederla ,che sperava che gli rivolgesse la parola ,che sarebbe riuscito a ringraziarla ...perché ne era sicuro ,nonostante lo avessero negato ,che dietro a tutto ,ci fosse lei ...Marinette.
Sarebbe stato capace di essere gentile, di non aggredirla ,come era suo solito fare...?!si sarebbe sforzato di essere all'altezza della situazione ,era quello che sperava .
Il sole ormai stava per sorgere ,e la notte non aveva lasciato spazio al sonno ,troppo preso a trovare le parole giuste, da rivolgere a quella fanciulla, che sembrava, non volesse abbandonare i suoi pensieri .
Ricordava ancora poco ,nonostante la mente sembrava si fosse svegliata da un lungo sonno, propio durante quell'incendio, e nonostante i lunghi periodi in solitudine ,in cui si sforzava affinché tornassero alla mente, stralci di vita dimenticati ,molto appariva ancora confuso.
Aveva un ricordo però ,che gli tornava in mente ogni qual volta la situazione, in quel posto degli orrori ,precipitatva sempre di più, un ricordo che gli faceva credere ,che anche lui poteva essere felice ...La vedeva ,mentre faceva l'amore con lui ,mentre lo baciava intensamente, mentre gli diceva che lo amava follemente... A volte ,si diceva fosse solo una fantasia ,ma scuotendo la testa con veemenza ,si convinceva che una cosa così bella, così importante, non poteva solo essersela immaginata.
Così ,perso nei suoi pensieri, non si accorse neanche, di quando la porta si spalancò, e vi entrò il direttore ,con la sua solita spavalderia..
Adrien, fissò l'uomo dinanzi a lui dritto negli occhi ,e con uno sguardo di sufficienza, sussurrò a denti stretti, un "arrivederci "...L'uomo ,seppur avesse recepito quel saluto ,come un reale segno di sfida , non mosse un muscolo ,incurante che il giovane ,che stava lasciandosi alle spalle, tutti gli avvenimenti accaduti ,poteva rovinargli l'esistenza, con un solo schioccare delle dita.
Molte erano state le prove ,a cui la sua vita lo aveva sottoposto, la sofferenza era alla base della sua quasi intera esistenza...eppure ciò che lo attendeva fuori da quel posto, lo destabilizzava...niente, il nulla più completo ,era quello a cui aspirava ...oltre a lei. Credeva che l'emozione che provava ,ogni qualvolta la sua mente ,vagasse in quella direzione ,fosse la più bella in assoluto, e lui non aveva alcuna intenzione, di farsi sfuggire, una cosa così preziosa.
Dovette però, tornare alla realtà, quando , dovette ripercorrere quei lunghi corridoi ,guardando con circospezione, tutti quegli spazi ,che avevano visto il suo dolore ,che nascondevano la sofferenza di chissà quante persone passate prima di lui ,da quel posto ,e di quante ancora ne sarebbero passate. I pugni si strinsero automaticamente ,quando udì un urlo...non uno qualsiasi, ma uno di dolore ,come quelli che la sua gola emanava disperatamente, quando picchiato selvaggiamente ,non poteva farne a meno...gli occhi divennero lucidi ...quando quei frangenti ,gli tornarono alla mente ,e quando posò gli occhi ,sul suo avambraccio scoperto , ancora livido ,residuo dei pestaggi ricevuti ,la mente si annebbio' ,e preso da un impeto di rabbia, sferro'un pugno ,un altro ,e un'altro ancora ,contro il distributore di bevande, fuori dagli spogliatoi delle guardie carcerarie...
Le guardie ,che lo stavano scortando ,bloccarono entrambe le sue braccia ,contro la parete dicendogli:
-"Ringrazia i santi in paradiso, che ti stanno facendo uscire...nessuno esce vivo da questo posto..."
Adrien, capi'da solo ,che aveva sbagliato tempismo ,che quello sfogo sarebbe dovuto arrivare, in un momento più opportuno, e che il suo comportamento avrebbe potuto avere delle ripercussioni...
Firmò infinità di documenti, che non gli diedero modo di leggere ,ma sapeva ,che ciò che era scritto,,non erano altro che montagne su montagne di falsita'...ma ogni cosa sarebbe arrivata a suo tempo ,fu questo il pensiero che riuscì a calmarlo, se pur
di poco ,vedendo la sua rabbia impadronirsi di lui.
Gli concessero una veloce doccia ,e degli abiti puliti ,che qualcuno doveva avergli portato...
Con i capelli ancora zuppi ,fu spintonato verso l'uscita dello spoiatoio ,e quando guardò i suoi abiti puliti ,vide un logo ,che gli fece tornare delle immagini alla mente ,momenti in cui un uomo dai folti capelli platino ,lo schiaffeggiava ,e lo gettava per terra ,gettandogli degli abiti addosso.
Quel ricordo ,era la prima volta che gli tornava in mente ,ma immediatamente capi' ,che quel logo faceva parte del suo passato ,un passato che non doveva essere stato propriamente roseo.
Tornò ad indossare i suoi abiti ,seppur sudici ,lasciando quei capi datogli sul pavimento ,lasciando lì con loro ,anche cosa rappresentassero per lui ...ancora dolore.
Varcato il tanto agoniato, cancello di accesso,una figura minuta ,appariva di spalle...i capelli erano raccolti evidentemente, sotto il grande cappello a falda che indossava ,ed il suo corpo ,era coperto da una lussuossissima pelliccia nera.
Adrien, non credeva fosse una persona tanto appariscente, che Marinette avesse ritenuto la sua scarcerazione un avvenimento così importante, tanto da vestirsi a festa.
Si posizziono' alle sue spalle, e con un colpo di tosse ,attirò l'attenzione della donna in questione.
Si diede dell'idiota quando vide che non si trattava di chi credeva ,e schiaffeggiandosi mentalmente, superò la donna ,con quell'amaro in bocca che contradistingueva una grande delusione.
Appena dopo pochi passi ,la donna lo richiamò, e anche se non si voltò a guardarla si fermò ad ascoltare.
-"Io so che non merito niente da te ,ma preferisco che mi riversi tutta la tua avversione contro ,piuttosto che sopportare la tua indifferenza "
A quel punto, Adrien voltò il capo e disse freddamente:
-"Ragazzina ,io non so cosa tu voglia dire...io non so neanche chi tu sia...."
Chloe, spalancò la bocca ,sorpresa da quella affermazione, che l'aveva colpita in pieno...Lei ,non conosceva le reali condizioni di salute del giovane ,o forse le aveva solo sottovalutate ,considerando impossibile ,che non potesse ricordarsi di lei. ..
Ingoio' un groppo amaro ,quell'affermazione l'aveva colpita nel profondo ,e in un attimo ,tutto il discorso che si era preparata mentalmente svanì...Lo scruto' con attenzione, notando tutti i segni del ragazzo, che gridavano disperazione...
-"Senti ,io ero venuta qui ,per scusarmi con te ...ma adesso non importa -disse con voce tremante-lascia che io ti aiuti ,che lasci svanire il dolore che ti pervade e caratterizza il tuo viso...vieni con me ,ti aiuterò ad essere felice"...-gli disse con una luce di speranza negli occhi.
Ma il giovane, ritenne che quella donna ,non era degna di risposta, e sebbene avesse intuito che parte degli avvenimenti accaduti fossero avvenuti a causa sua ,decise di lasciarla alle sue spalle,senza degnarla di risposta ,ritenendo che assieme a quel posto ,lei è tutti i suoi discorsi ,facessero parte del passato.
La superò ancora, quando fu quasi travolto da un'auto grigia ,che si piantò dinanzi a lui . Una figura slanciata ne uscì, una donna dall' inconsueto ciuffo rosso, che gli sorrideva affettuosamente.
Quella donna ,scatenò un infinità di sensazioni nello stomaco del biondo ,
Una profonda agitazione, questo era quello che mostrava il viso del giovane...non sapeva chi fosse e ne cosa avesse rappresentato nella sua vita ,ma si sentiva ,quasi braccato,come se le sue forze stessero mancando.
La donna gli accarezzò il viso e finalmente prese parola:
-"Buongiorno signorino Adrien ,sono venuta a prenderla per portarla a casa..."
La parola casa ,rimbombo'piu volte nella mente di Adrien, lui allora aveva una casa ...ma subito tornò in sé, quando pensò a come in tutto quel tempo fosse stato solo ,a come avesse affrontato le difficoltà che la vita gli aveva buttato contro ,in piena solitudine ,e come un fiume in piena urlò :
-"Dov'era la mia famiglia, quando mi hanno quasi ucciso?!dov'era quando per mesi ho dovuto lottare contro la fame rubando?!e quando ero in questo inferno ,in cui mi picchiavano a sangue?!"
La donna ,impassibile ascoltò il suo sfogo ,ma con sguardo basso gli disse;
-"Suo padre è morto ,mentre la stava cercando...lei deve a suo padre ,il ritorno a casa."
"Non ho più una casa da tempo ormai...la mia vita è questa adesso...sono un vagabondo in cerca di una felicità, che appartenga solo a me..."
Propio mentre pronunciava quelle parole, vide una giovane donna ,dai capelli corvini ,uscire fuori dal suo nascondiglio...lei era stata sempre lì, pensò, non siera dimenticata di lui...
Di scatto ,fece per raggiungerla ,ma una mano lo bloccò dicendogli:
-"Non le corra dietro ,è lei il motivo delle sue disgrazie ..."
Adrien si scrollo' con vigore la mano che lo bloccava dicendo...
-"Ti sbagli, lei al momento è l'unica cosa che mi da la forza per continuare a vivere..."
Con queste parole ,con il cuore in gola, corse nella direzione in cui si era diretta Marinette ,ma di lei ormai ,non c'era più traccia.
In piena crisi nervosa ,tirò un calcio al bidone della spazzatura e gridò il nome della donna ,sperando che lo sentisse e tornasse indietro, ma la verità fu ,che era solo...più solo che mai...
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La forza del perdono
FanfictionRiuscirà Adrien,a far capire a Marinette, che quello di cui lei è convinta è solo frutto delle malefatte di qualcuno che stava facendo di tutto, per tenerli separati?