Capitolo ventesimo

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Jisung's POV
Il pranzo in famiglia andò bene, ovviamente la mamma non si lasciò scappare l'occasione di fare domande inadeguate su di noi che, più che mettere a disagio lui, mettevano in imbarazzo me.

Riassaporare la cucina di mia madre era bellissimo, fui felice di vedere che anche Minho stava apprezzando il pranzo.

-Allora, fate un giro oggi pomeriggio? Ti preparo la stanza degli ospiti- iniziò di punto in bianco mio padre.

-Se è un disturbo posso prepararla io, non c'è bisogno di disturbarsi- gli rispose Minho con quel suo sorriso dolce e raffinato.

-Ma quale camera degli ospiti, dorme in camera con Jisungie- si intromise mia madre tirando uno scappellotto a papà.

-In camera con Jisung? Nel suo letto? Lo sai che Jisung non lo farebbe- la rimproverò questo.

-Mi va benissimo la camera degli ospiti- annuì Minho con un sorriso questa volta leggermente imbarazzato.

-No- questa volta parlai io, d'altronde era la mia vita -tu dormi con me- affermai alzando lo sguardo dal piatto -tanto non è la prima volta- sussurrai trattenendo un sorriso.

La reazione dei miei fu esilarante. Mia madre scoppiò a ridere battendo le mani e mio padre... per poco non si strozzava col cibo.

Lo vidi mandare uno sguardo omicida a Minho il quale lo guardò come per dire "giuro non l'ho toccato, ci ho solo dormito assieme ed era consenziente".

Portai la roba di Minho in camera dopo aver sparecchiato, mentre lui era in bagno per fare una doccia.
I miei erano usciti a fare una passeggiata post-pranzo come erano soliti fare da quando ero piccolo, lasciandoci l'intera casa a disposizione per un'oretta.

Rivedere la mia camera fu un tuffo nel passato, tutto era rimasto come una volta, come se il tempo si fosse fermato.

Non mi misi a disfare i bagali, dovevamo stare solo quattro giorni e non avevamo portato chissà cosa.
Tolsi giusto cose come spazzolini, caricatabatterie e cose simili.

Mi buttai sul letto che scricchiolò leggeremente sotto al mio peso. Fu allora che guardai la parete di fronte al muro e realizzai che era piena di poster di idol a petto nudo e di... Hyunjin.

No, questa figura di merda non potevo farla.

Mi alzai e mi precipitai a staccarli velocemente, anche se con molta cura. Il mio piano, tuttavia, fallì.

Un Minho in boxer appena uscito dalla doccia fece capolino nella stanza mentre teneva ancora in testa l'asciugamano che aveva usato per asciugarsi i capelli.

Alternò lo sguardo da me ai poster e sorrise divertito chiudendosi la porta alle spalle.

-Credevo fossi un ragazzo innocenete- mi prese per il culo con il suo solito sguardo divertito.

Io, dal mio canto, cercavo di guardarlo in faccia. Era la prima volta che lo vedevo così esposto, o almeno dal vivo.

Non che non avessi esaminato il suo corpo in ogni sua singola foto sul web, ma dal vivo faceva tutt'altra impressione.

Sentii le guance scaldarsi e cercai di dire qualcosa ma le mie labbra si muovevano senza far uscire alcun suono.

-Il gatto ti ha mangiato la lingua? La mia faccia è più in alto sai?- rise avvicinandosi a me.

Portai il mio sguardo sul muro, forse era la cosa più saggia da fare.
-Sono comunque un essere umano e mi piacciono gli uomini. Non voler far sesso non vuol dire che non posso apprezzare dei manzi del genere-

Koi no yokan || MinsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora