Capitolo sesto

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Minho's POV
Quell'apparente calma e quel gradito silenzio durarono poco, precisamente il tempo che ci avevo messo a cadere nel mondo dei sogni ma sia mai che nessuno mi disturbi, ovviamente.
Avrei ammazzato Jisung per non aver messo in silenzioso quel cazzo di cellulare e chiunque avesse avuto l'idea di chiamarlo nel bel mezzo della notte.

-Spegni quel cazzo di telefono, dio santo!- imprecai aprendo gli occhi e lanciando uno sguardo omicida al ragazzo che, dal canto suo, sembrava ancora mezzo dormiente.

Prese il telefono rispondendo a quella chiamata con una voce mista tra l'assonnato e l'incazzato nero, come me a quanto pare deve essere uno che odia essere svegliato in malo modo.

Riuscii ad cogliere qualche fragmento della conversazione, non perché volessi ma perché la voce dall'altra parte del telefono sembrava rimbombare in quella sala fredda e silenziosa.
Riconobbi la voce di Changbin, sveglia e squillante anche in piena notte.

-Va bene, grazie per avermelo detto ora che ci eravamo addormentati mh?- replicò solamente con voce seccata e facendo un sonoro sbadiglio.

-Beh mica potevo lasciarvi dormire così ora che si stava evolvendo la situazione, ricorda che vedo e sento tu- percepii come risposta ma non riuscì a terminare poiché il ragazzo lo liquidò con un semplice "ok basta così, grazie" e riattaccò.

-A quanto pare quella santa della signora Kim tiene nello stanzino del museo un sacco a pelo e una coperta per quando Changbin ha freddo o per strane evenienze- pronunciò sembrando quasi non crederci. -Sta sera mi sembra tutto così surreale, credo di star sognando- aggiunse alzandosi e pulendosi i pantaloni.

-Beh sicuro qualcosa per tenerci al caldo ci fa comodo, e poi se proprio dei sognare me almeno fai un sogno come si deve- non so come mi uscii una frase del genere, forse ero rintontito dal sonno ma la faccia schifata e sconcertata di Jisung mi fece quasi sentire in colpa.

-Che schifo non ho intenzione di andare a letto con te- il suo tono era quasi offeso e non so per quale motivo mi sentii ferito nell'orgoglio, insomma chi mai avrebbe pronunciato una frase del genere contro il sottoscritto?

-Stavo scherzando mica mi abbasso a certi livelli, tu si che sei un tipo strano la gente pagherebbe per passare una notte a letto con me- riuscii a cogliere un'espressione ferita sul suo volto, probabilmente per la prima frase a cui non avevo pensato.
Cazzo Minho perché parli senza riflettere?

-Primo, non sono gay. Secondo, anche lo fossi il fatto che tu sia ricco, famoso e sicuramente bravo a letto non significa che verrei a letto con il primo che incontro- ammise leggermente alterato, era davvero così preso da quella discussione?

-È solo sesso, mica un matrimonio- sussurrai alzando gli occhi al cielo, il tipico ragazzino che crede ancora alle favole eh?

-Lo è per te che lo fai come lavoro, non tutti sono così superficiali sai?- ora era davvero arrabbiato, stava anche alzando il tono della voce.

-Tu stai giudicando il mio essere basandoti sul mio lavoro e le mie scelte di vita senza nemmeno conoscere cosa mi ha spinto a farlo, chi è davvero superficiale allora?- portai il mio sguardo su di lui che sembrò quasi spalancare gli occhi e realizzare che, in fin dei conti, stava giudicando un libro dalla copertina.

-vado a prendere la roba- non mi aspettavo delle scuse, infatti non arrivarono.
Lo guardai dirigersi a passo svelto verso uno dei corridoi probabilmente diretto verso questo famoso sgabuzzino salvavita.

Han's POV
"Ho fatto la figura del coglione.
Per quanto possa essere famoso non saprò mai cos'ha passato e cosa lo spinge a fare quello che fa, magari sotto sotto anche lui ha un lato romantico ma collegato a qualcosa di non carnale.
D'altronde sto ragionando come uno stupido, l'ho giudicato per le sue scelte di vita, non sono solito farlo. Come mai?"

Queste erano le parole che rimbombavano nella mia mente mentre percorrevo quel lungo corridoio buio.

La risposta la sapevo.
Mi ero alterato e avevo iniziato a parlare a sproposito.
Tutto questo per la sua frase "non mi abbasso a certi livelli", mi aveva ferito.
Non che avessi intenzione di avere nulla con lui ne mi aspettavo che mi considerasse bello o cose simili però sentir pronunciare una frase del genere non è la migliore delle esperienze, soprattutto se già hai problemi di autostima.

Arrivai allo sgabuzzino e trovai appallottolati in un angolo la coperta e il sacco a pelo, non era una cazzata allora.
Poco distante da dove era posizionata la roba notai un pacchetto di biscotti Kancho già aperti, sicuramente opera di Changbin.

Controllai la scadenza, sembravano aperti da poco ed erano ancora perfettamente mangiabili, ottimo.
Grazie amico, a volte sei davvero utile.

Ringraziai mentalmente il ragazzo e presi tutto in braccio per tornare da Minho, il quale era ancora seduto nella stessa posizione illuminato dalla flebile luce del suo cellulare.

-tieniti il sacco a pelo- glielo lanciai con poca grazia ai piedi e mi sedetti dov'ero prima, con la sola differenza che il mio corpo ora era avvolto da una coperta abbastanza calda.

-non vuoi tu il sacco a pelo?- mi chiese solamente facendosi luce con il telefono ed iniziando a srotolarlo in modo goffo, decisamente non gli si addiceva.

-Non vorrei mai che sua maestà non riposasse bene e il suo povero faccino venga rovinato da un pò di occhiaie- risposi ironico ancora incazzato per la sua frase di prima mentre lo guardavo intento a capire come si aprisse il sacco.

Lo sentii sospirare e portare lo sguardo su di me -ok ti chiedo scusa, sono stato uno stronzo e non ho pensato a ciò che dicevo- ammise guardandomi.
Ho sentito bene? Si sta scusando con me? Lee Minho? Quello arrogante e pieno di sé si sta scusando?

-Non c'è nulla da scusare, sono parole venute dal cuore dopo tutto- risposi freddo chiudendo gli occhi per cercare di prendere sonno.

-Non lo penso davvero, l'ho detto e basta- sputò distogliendo lo sguardo per poi sgranare gli occhi realizzando ciò che aveva appena detto.
-cioè... non intendo dire che verrei a letto con te ma che non mi sei inferiore, credo...- si corresse.

-Credi?- sorrisi, era divertente il modo in cui non riusciva ad esprimersi.

-Sta zitto ragazzino, piuttosto sei sicuro di non voler condividere il sacco a pelo?- cambiò argomento, forse meglio così.

-Ho detto che non voglio venire a letto con te in qualsiasi senso e non voglio starti vicino- pronunciai con molta calma.

-La smetti di trattarmi come un cazzo di pervertito? Sto cercando di essere gentile cazzo!- urlò nervoso, riuscii a percepire il suo sguardo su di me ed aprii gli occhi.

-Non ho mai pensato fossi un pervertito, beh con la battuta di prima si in realtà, ma non ora. Semplicemente non mi piace toccare le persone che non conosco- l'avevo ammesso con una semplicità disarmante, Minho era in silenzio, non sapeva che dire e gli passai il pacchetto di biscotti -mangia, sono ancora buoni- sussurrai solo.

-Jisung- prese il pacchetto dalle mie mani e percepii le nostre dita sfiorarsi.

-mhh?- risposi semplicemente con un verso.

-restiamo svegli ancora un pò.-

Koi no yokan || MinsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora