Capitolo quarto

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Minho's POV
-Hai ragione, ti chiedo scusa- dissi con tutta la calma possibile, cosa che provocò al ragazzo una smorfia sorpresa -A breve arriverà al museo una nuova opera, dobbiamo decidere dove metterla- aggiusi, spostando la mia attenzione verso uno dei corridoi presenti in quel posto.

-seguimi- aggiunsi solamente, iniziando a camminare.

Potevo sentire lo scricchiolare delle scarpe del ragazzo dietro di me quindi non mi girai per controllare se ci fosse.

-vedi, qui ci sono le mie opere più recenti. Fin ora le abbiamo esposte in ordine di pubblicazione ma mi domando da tempo se sia il caso di cambiare l'ordine- ammisi guardando l'ultimo quadro che avevo portato mesi prima.

Era un leone, simbolo di potenza, con le fauci spalancate. La criniera era composta, invece che da peli felini, da linee che formavano volti differenti con espressioni differenti.
Il colore predominante era il rosso ed era tutto studiato nei minimi dettagli.

-Lo so bene dove sono le sue opere. Lavoro qui e, ad essere onesti, mi piacciono i suoi lavori. Hanno ognuno un significato profondo, mi chiedo come facciano ad essere frutto di un riccone come lei- disse portando lo sguardo sullo stesso quadro che stavo guardando io.

-Fa tanto il ragazzo freddo ed intelligente e poi non le hanno mai insegnato a non giudicare un libro dalla copertina? Lei non sa nulla di me- portai l'attenzione al ragazzo e lo guardai con un ghigno, questa volta tra il nervoso e lo strafottente.

-Esattamente nello stesso modo in cui lei non sa nulla di me ma mi tratta con superiorità dal primo istante in cui mi ha visto- mi rispose prontamente come se si aspettasse esattamente quella risposta da parte mia.
Rimasi in silenzio.

Han's POV
Sorrisi.
Aveva smesso di ribattere, avevo vinto io.

-io lo lascerei così comunque. I tuoi quadri non seguono una story line precisa e non hanno un ordine logico particolare.- ragionai ad alta voce -sembra quasi che siano fatti durante momenti di rabbia per sfogarsi su qualcosa che l'ha fatta incazzare, probabilmente qualcosa più grande di lei- ricambiai il suo sguardo studiandolo a fondo.

Ora capivo.

-Perché uno cresciuto com'è stato cresciuto lei, tra la ricchezza e abituato ad avere ciò che vuole, odia avere la consapevolezza che nella vita ci sarà sempre qualcuno di più potente- sorrisi spontaneamente, come quando hai una sensazione, un presentimento che poi si rivela vero.

-Ora capisco. Ora so chi è e tutto torna, si possono collegare i puntini. Non è forse così? Deve sottostare ai voleri dei suoi e- iniziai a parlare a raffica come quando all'interrogazione ti viene posta quella domanda che ti aspettavi e di cui sai perfettamente la risposta, ma venni interrotto.

-Basta così!- sbraitò con tono duro fissando il muro con sguardo perso nel vuoto.

Forse ho esagerato...

-le chiedo scu-

-Basta così ho detto!- urlò tirando un pugno contro una delle targhette di metallo da esposizione. Proprio quella del quadro che stavo fissando prima, il famoso leone.

Rimase qualche secondo con la mano in quella posizione poi la tirò via, potevo vedere le nocche rosse per il colpo, erano sul punto di sanguinare.

Minho's POV
Ora basta.
Sono stato gentile quanto basta ma non tollero la mancanza di rispetto nei miei confronti.
Chi cazzo si crede di essere per parlare della mia vita in questo modo?

Lo vidi sussultare al mio pugno, sapevo di averlo spaventato.

Lo guardai in silenzio mentre mi rimisi il cappello, la mascherina e gli occhiali da sole.
Non avevo intenzione di stare in quel luogo un minuto di più.

-Informi la signora Kim che parlerò con lei quando starà meglio. Con lei e nessun altro.- dissi dirigendomi verso l'uscita a passo spedito, volevo tornare a casa.

Sentii una mano prendermi il polso con forza per bloccarmi
-Fermati- pronunciò -Ti prego- aggiunse.

Mi girai in silenzio ed alternai lo sguardo tra la sua mano e la sua faccia, sembrò cogliere poichè si staccò da me come ustionato e si inchinò chiedendo scusa.

-Non era mia intenzione offenderla- mi disse -è solo che finalmente ho collegato tutto. Mi aspettavo che LK fosse una persona diversa e poi è arrivato lei e mi è caduto il mondo addosso perché nemmeno mi sono preparato abbastanza sembro un cazzo di barbone.- disse tutto d'un fiato, come se finalmente stesse buttando fuori la flustrazione di tutta la serata.
-Stavo ragionando ad alta voce, non pensavo fosse un tasto dolente, le chiedo scusa ancora. Credo di aver fatto davvero una pessima prima impressione ad uno dei miei artisti preferiti-

Finì di parlare e dovetti trattenermi dal non sorridere.
Avevo vinto, aveva ammesso, forse senza accorgersene, di aver sbagliato e quindi aveva inconsciamente appena dato ragione a me.

Mi sentivo un bambino in quel momento, le mie certezze sono tornate come prima. In un modo o nell'altro piacevo a tutti, anche il più ostile dei ragazzi lo aveva ammesso finalmente.

Lo guardai qualche istante poi mi rigirai continuando a camminare.
Non mi stava più seguendo, probabilmente si era arreso al fatto che fossi incazzato a morte con lui.

-Tornerò. Ci si vede, signor Han- pronunciai solo, uscendo dal corridoio e poi dall'edificio lasciandolo lì.

Han's POV
Rimasi lì, immobile cercando di elaborare tutto quello che era successo e rimuginando sulle mie parole.
Ma che mi è preso?

Sono sempre stato uno che odia le persone arroganti ma avevo stuzzicato una delle persone più potenti della Corea che si era rivelato essere, inoltre, il mio grande idolo.

Cercai di metabolizzare tutte le informazioni della sera e istintivamente portai lo sguardo di nuovo su quel quadro.
Il leone.
Ripensai alla rabbia nei suoi occhi quando nominai i suoi genitori.
E se il leone, giusto e rispettabile all'apparenza, fosse proprio uno dei due? Le facce nella criniera, nascoste e quasi impercettibili potevano essere forse le sfaccettature del loro carattere che solo un figlio conosce?

Venni riportato alla realtà da un tonfo, una porta che si apriva e si richiudeva, qualcuno era entrato nel museo.






Koi no yokan || MinsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora