Capitolo ventunesimo

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Minho's POV
Dopo qualche ora Jisung ed io uscimmo di casa verso una destinazione a me ignota.
Mi teneva per mano mentre percorreva la strada con un sorriso genuino stampato sulle labbra.

Quel nostro intimo e singolare momento di coccole quel pomeriggio l'aveva, probabilmente, reso consapevole di qualcosa che però non capivo.

-Che ti frulla in quella testolina?- gli chiesi lasciando la sua mano e poggiando invece il braccio attorno alle sue spalle.

Lui automaticamente passò il braccio attorno alla mia vita, posando la mano sul mio fianco. Gesto piuttosto inaspettato.

-Nulla in particolare. Sono solo felice di aver superato una mia paura. Abbiamo avuto un contatto fisico molto... intimo. Sono sicuro che sarà tutto molto più semplice- mi sorrise lui ed io feci lo stesso sotto la mascherina.

-Eccoci qui- sentenziò dopo qualche tempo una volta arrivati in una parte remota di un parco, praticamente vuota.

-Vieni, dobbiamo solo superare quella- mi prese per mano tirandomi verso il la collinetta che si trovava davanti a noi.

Dopo averla superata una vista mozzafiato sul mare si piazzò davanti ai miei occhi.

Jisung si sdraiò sull'erba e mi guardò -se sua maestà può permettersi di sporcare il cappotto più sdraiarsi qua con me-

Risi sdraiandomi accanto al più piccolo, questo mi si avvicinò abbracciandomi. Era davvero sorprendente come il suo atteggiamento fosse cambiato così velocemente.
Probabilmente dovevo solo passare più tempo a petto nudo.

-Ti piace? Venivo qui quando volevo stare da solo e riflettere. Il mare mi ha sempre calmato e nessuno mi disturbava mai. La gente non viene in questa parte del parco e non ho mai visto nessuno superare queste colline- mi spiegò godendosi la vista. Dev'essergli mancata.

-È davvero sbalorditiva Jisungie, la gente non sa cosa si perde- sussurrai guardando gli alti palazzi, le spiagge ed il mare. Si poteva vedere il sole tramontare sulle sue acque e non riuscivo a staccare gli occhi da quell'immagine.

-Sapevo che avresti fatto quella faccia. È la stessa che feci io la prima volta che vidi un tramonto qui quando avevo dieci anni- ridacchiò lui. Sentivo il suo sguardo puntato su di me così mi girai a guardarlo.

I nostri occhi si incontrarono.
I suoi occhi, alla luce del tramonto, avevano un sacco di sfumature affascinanti e ricercate.
La sua pelle brillava perfetta come se mille luci calde fossero puntate su di lui.

Abbassai la mascherina, che fino a quel momento avevo tenuto sul volto un pò per abitudine ed un pò per sicurezza, ed unii le nostre labbra.

Era un bacio più intraprendente di quei pochi che ci eravamo scambiati in quei mesi.
Non eravamo una di quelle coppiette che erano solite sbaciucchiarsi ovunque e sempre. Sia io che Jisung eravamo dell'opinione che un bacio, se dato troppo spesso, perdeva il suo valore.
Così come un "ti amo".
Erano due semplici parole eppure sapevo che per Jisung erano importanti, era un romanticone incurabile infondo.
Per questo ancora non le avevo pronunciate. Sapevo di amarlo ma avrei aspettato il momento giusto, il momento in cui sarei stato sicuro che la risposta sarebbe stata la stessa.

Le nostre labbra ballavano una danza tutta loro, scoprendosi, assaporandosi, bramandosi.
La mia mano aveva trovato posto sulla sua guancia mentre la sua giocava con i miei capelli, amava farlo.

Ci guardammo negli occhi sorridendo come bambini dopo quel bacio. Lui posò nuovamente la testa sul mio petto, ammirando il tramonto sul mare.

Jisung's POV
Il giorno seguente lo passammo felicemente. Non mi ero mai sentito così bene, mi sentivo in famiglia. Quella del passato e quella del futuro, Minho.

Koi no yokan || MinsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora