Capitolo diciottesimo

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Minho's POV
Scoppiai a ridere qualche minuto dopo alla faccia stupita e completamente rossa del minore.

-Jisungie stavo scherzando, non farei mai una cosa del genere. Si vede che non sei pronto- lo vidi arrossire ancora di più, almeno sembrava sentirsi meglio.

-Aspettami Minho, magari un domani...- sussurrò lasciando la frase in sospeso ed io quasi non mi strozzai con la saliva, potevo sentire la faccia andarmi a fuoco come uno alle prime armi.
Effettivamente lo ero.

Non risposi, qualche minuto dopo eravamo già arrivati al locale. Eravamo in anticipo quindi potevamo stare un pò a chiacchierare in macchina, era una cosa che amavo fare.

-Hai detto che non era chissà che il ristorante ma sembra un posto costosissimo, guarda che palazzo cazzo- disse lui completamente estrefatto dalla struttura che ci si parava davanti agli occhi.

-È gestito dal padre di Hyunjin questo posto, mi sono fatto dare una sala intera solo per noi due con dei camerieri riservati sai... per non farci vedere. E poi lo trovo più romantico, non credi?- ammisi ammirando anch'io la bellezza dell'edificio.

Era moderno e raffinato, eppure un occhio attento avrebbe notato i richiami all'architettura tradizionale coreana nella decorazione della facciata.

-UNA SALA PRIVATA IN UN LUOGO DEL GENERE?! Tu sei fuori di testa Minho- rise lui strabuzzando gli occhi ed io risi con lui.

-Sei tu ad esserti lamentato del fatto che non ti avessi mai portato ad un appuntamento, così ho fatto le cose per bene- mi pavoneggiai, fiero di me e della mia idea perfetta. Quando volevo sapevo essere romantico.

-Hai fatto troppo, avrai speso un sacco...- ora si sentiva in colpa, glielo si leggeva in faccia.

-Non mi dispiace spendere tanto se i soldi spesi servono a renderti felice- lo guardai e sorrisi nel vederlo arrossire e distogliere lo sguardo.

-Si ok come vuoi, basta che si mangi bene- farfugliò facendo il finto disinteressato, come se le sue guance non lo tradissero.

-se hai così tanta fame sta sera potresti...-

-OK DIREI CHE È IL MOMENTO DI ENTRARE!- disse ancora più rosso di prima aprendo lo sportello dell'auto, io lo seguii ridendo di gusto.

Il luogo all'interno non lasciava a desiderare. Era letteralmente perfetto in ogni minimo dettaglio.
Jisung era rimasto imbambolato e camminava con la bocca aperta come se stesse guardando un'opera d'arte.

Il locale era praticamente vuoto. Non era molto conosciuto e, anche chi lo conosceva, non poteva permetterselo.
Io ero un raccomandato, data l'amicizia con il padre di Hyunjin.

La cameriera ci portò nella sala privata che avevo prenotato. Tutto lì era sui toni del nero e oro, sembrava di stare un castello... un castello un pò gotico e moderno a dire il vero.

Ci sedemmo nel grande tavolo al centro della sala, un uomo entrò sedensosi al grande pianoforte presente a qualche metro di distanza da noi.
La piacevole melodia ci accompagnò per tutta la cena, durante la quale io e Jisung chiacchierammo delle ultime novità.

-A quanto pare Hyunjin aveva un appuntamento ieri sera, Ryujin ha scoperto che non sono in giro con lui ma con qualcun altro- ammisi bevendo dal calice di vino rosso che accompagnava la ricercata carne servita.

Han's POV
-Dici davvero? E non te l'ha detto? Che stronzo. Ora che farai con Ryujin?- chiesi interessato mentre mangiavo quella carne scelta talmente buona che si scioglieva al contatto con la lingua.

-Magari non è ufficiale e non è nulla di serio... è stato spaparazzato in giro ma non è ancora sicuro il nome del ragazzo.- mi rispose lui facendo spallucce.
Certo che la sua amicizia con l'attore era strana, lui e Felix si sarebbero sicuramente detti una cosa del genere.

Koi no yokan || MinsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora