15. Il giorno dopo

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Quella sera, mentre tornavamo agli chalet, mi sono messa in fondo e ho detto a Alex che dovevo dirgli una cosa.
"Cosa mi devi dire?" mi chiede lui, quando lo prendo da parte.
"Volevo solo dirti che quel bacio non è significato niente, spero lo sia anche per te" lui mi guarda "Oh si si certo".
In realtà non mi sembrava molto convinto, però non ci ho dato peso.
Allora l'ho lasciato lì e sono andata avanti con le mie amiche.
"Cosa gli hai detto adesso?" mi chiede Serena "Nulla, gli ho solo detto che quel bacio non significava niente, per me".
Lei si gira, fino a quel momento aveva guardato avanti "Perché hai aggiunto quel per me alla fine?" io faccio spallucce "non lo so, non mi sembrava molto convinto quando ha detto che anche per lui non significava niente".
Arrivati agli chalet erano le 4 di notte e domani alle 8 ci saremmo dovuti svegliare per fare colazione all'albergo.
Abbiamo salutato i ragazzi.
Una delle nostre finestre del piano superiore dava proprio sul loro chalet.
Quella notte, però, non abbiamo affatto dormito. No, abbiamo parlato un po' così, fino a quando ci saremmo dovute svegliare.
Verso le 8:20 siamo scesi per fare colazione.
C'erano davvero tantissime cose da mangiare, ma noi avevamo mangiato tutta la notte, quindi mi sono limitata a una mela e del succo.
Quando abbiamo finito siamo tornati su  e ci siamo cambiati.
Alle 9 avevamo palestra tutti insieme, fino alle 11.
Tra le 11 e le 12:30 potevamo lavarci, da noi c'erano solo due bagni, quindi abbiamo fatto a turni e ci abbiamo messo una vita.
Alle 13 siamo scesi per pranzare.
Per pranzo avevano cucinato del risotto; devo dire che come buona lombarda l'hanno cucinato bene.
Dopo pranzo siamo usciti nel cortiletto sul retro. Anche essendo metà gennaio, c'era il sole e si stava abbastanza bene, non faceva freddo.
In quel cortile c'erano delle sdraio e delle amache.
Siamo rimasti lì a chiacchierare un po', poi noi ragazze abbiamo deciso di andare a fare una passeggiata.
"Ci vediamo dopo" abbiamo detto ai ragazzi salutandoli.
Erano le 15. Siamo tornate allo chalet alle 17 perché ci siamo perse.
Come avevamo fatto a perderci di giorno e non ieri sera? Non lo so, fatto sta che abbiamo camminato un po', poi abbiamo preso una stradina che ci sembrava quella di ieri sera ma non lo era, quindi abbiamo fatto retromarcia ma abbiamo sbagliato quindi abbiamo girovagato per un bel po'.
Quando siamo tornate, i ragazzi erano ancora là "Ma quanto ci avete messo? Non tornavate più" ci chiede Gigi e io gli spiego il motivo della nostra prolungata assenza.
Poi siamo andate nel loro chalet; avevano dei giochi da tavolo e visto che non sapevamo cosa fare ci siamo messi a giocare a Monopoli.
Io adoravo quel gioco anche da piccola, ma essendo figlia unica, ci giocavo raramente, quando venivano i miei amici, perché ai miei non piaceva giocare, secondo loro durava troppo.
"Facciamo dai più piccoli ai più grandi. Chi è il più piccolo tra Dario, Melissa, Aisha e Mattia?" chiede Albe indicandoci.
Ovviamente abbiamo preso pedine anche da altri giochi perché non bastavano quello di un gioco solo.
"Io sono nata a marzo" dico io.
"Io a gennaio" risponde Mattia.
"Io anche a gennaio" dice Dario.
"Allora io sono la più piccola, sono di maggio" conclude alla fine Aisha.
Abbiamo iniziato a giocare.
Se il gioco durava tanto quando si giocava in tre, figuriamoci in venti.
Dalle 17 che abbiamo iniziato, abbiamo finito due ore dopo.
Ha vinto Albe, io sono arrivata seconda e terzo Chri.
È stato divertente anche perché abbiamo riso e urlato tutto il tempo.
Quando abbiamo finito non era ancora ora di andare a mangiare, quindi io sono andata nel nostro chalet e ho preso le carte da Uno.
Quelle carte ce le avrò da quando ho 7 anni, sono anche tutte rotte perché il mio cane un giorno le ha mangiate, per questo ne mancano alcune.
"Che ne dite? Una partita vi va? Questo era uno dei miei giochi preferiti da piccola".
Quasi tutti mi hanno detto di sì.
C'era una ragazzo, Calma, che da quando era entrato (neanche una settimana) non aveva mai parlato con nessuno. Una volta a cena Alex e io stavamo parlando di lui; ad Alex non piaceva molto, come primo ascolto, ma neanche a me convinceva.
Lui, né ieri sera, né prima a Monopoli né adesso ha giocato o parlato.
Se ne stava in disparte, a leggere o suonare la chitarra.
Ho dato le carte e ho spiegato ai miei amici che se avevano una carta rotta era colpa del mio cane.
Alle 19:30 avevamo la cena, ma non ci siamo accorti dell'orario e siamo andati avanti a giocare fino alle 20.
Proprio quando stavo per vincere, ci bussano alla porta, Gigi va ad aprire: era Maria, che era venuta a chiamarci per dirci che la cena era pronta e che ci stavano aspettando da almeno mezz'ora "Marì stavamo giocando, non sapevamo che fare" gli dice lui, lei annuisce e poi dice "Va bene, adesso però venite a mangiare".
Noi ci siamo alzati e ci siamo incamminati. Io mi avvicino a Maria "Mary ma proprio ora dovevi venire? Avevo vinto praticamente!" lei si mette a ridere e mi da una pacca sulla spalla.
Quella sera dopo cena siamo tornati tutti nei nostri rispettivi alloggi, io avevo un sonno arretrato dalla notte prima, avevo bisogno di dormire.

Spazio autrice
ciao ragazzi, ecco il nuovo capitolo.
In realtà questo è solo un capitolo di passaggio, non sapevo bene cosa scrivere quindi mi sono inventata qualcosa.
Se vi è piaciuto mettete una stellina, lasciate un commento e seguitemi.
Ciao a prestoo❣

Semplicemente Accade// Alex WyseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora