26. Insicurezze

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Ed eccomi di nuovo in camera mia a piangere.
Perché. Perché le persone sono così.
Perché non riescono ad accettare la realtà.
In fondo nella mia vita è sempre stato così.
"Sarà anche brava ma guarda il suo fisico. Ti prego e lei vorrebbe fare la ballerina? Bah!"
"Fai schifo"
"Smettila di vantarti per i tuoi voti"
"Stai sul cazzo a tutti, vattene"
Eccomi lì sul letto, come la prima sera, con le cuffiette nelle orecchie, a ripensare a quelle frasi che le mie "amiche" mi avevano detto.
A volte, mi ricordo del mio passato, e preferirei di no. Me lo ricordo perché non ho affatto autostima e a volte mi guardo allo specchio, mi confronto alle altre e penso che loro siano meglio di me e che io non valga niente, quindi mi ricordo di quelle là.
Piangere però mi fa bene. Mi aiuta a liberarmi.
E sempre come la prima volta, ecco che arriva Alex.
"Meli, amore, che ti prende?".
Non mi ero ancora abituata ad essere chiamata in quel modo. Un po' mi piace. Poi dall'altro lato mi fa venire in mente altre cose del mio passato non bellissime.
"N-nient-te" dico balbettando.
"Dai non è vero. Forza che hai?" lui si siede vicino a me, che ero sdraiata a faccia in giù.
Mi alza con forza e mi fa appoggiare a lui. Mi asciuga le lacrime e mi passa un fazzoletto.
Mi accarezza dolcemente il viso, poi mi dice di calmarmi. Io faccio dei respiri profondi.
"Adesso mi dici cos'hai?" io annuisco e deglutisco pesantemente.
"Mi vedo brutta".
L'ho detto tutto d'un fiato.
Alex mi guarda stupito. "Tu? Tu ti vedi brutta? Fidati che non sei brutta, amore" mi dice lui.
Io mi alzo di colpo. Lo guardo negli occhi e poi lo bacio.
Sembrava il nostro primo bacio. Intenso e delicato allo stesso tempo.
"Perché pensi di essere brutta? Chi te lo fa credere?".
Pensare. Io penso di esserlo. Lui ha usato pensare, non un altro verbo. Secondo lui non sono brutta forse.
"Emh.. oggi c'eravamo io e Carola alle prove per la nostra coreografia. In un pezzo balla lei e poi ballo io. Quando ballava lei era bellissima. Quando mi vedevo ballare non mi piacevo affatto. Io non mi piaccio." Dico io, quasi sull'orlo di una crisi di pianto. Poi continuo: "E da lì mi sono venute in mente alcune cose sul mio passato.. sì insomma non ho voglia di romperti le palle" concludo io.
"A volte è meglio rompere le palle a qualcuno che ti vuole bene piuttosto che continuare a pensarci e autodistruggersi dentro".
Quella frase. Le parole che Alex aveva detto in quel momento. Mi sono davvero rimaste impresse.
Io guardo Alex e sorrido: "Te l'hanno mai detto che sei davvero speciale?" dico io dopo aver pensato e ripensato a quella frase.
Lui mi guarda e sorride: "Te l'hanno mai detto che sei bellissima?".
E ovviamente, mi sono commossa. In realtà no, almeno nessuno a parte i miei genitori, ma quello è normale.
"Hey adesso perché piangi?" mi chiede quando vede scendere una lacrima sul mio viso.
"È solo che le tue parole sono, sì ecco sono indescrivibili. Quando le dici sei così calmo ma quando mi arrivano sono davvero potenti e mi colpiscono. Alex sei davvero speciale. Alex... Ti amo".
A quel punto lui sorride. Quelle fossette che spuntano fuori mi fanno impazzire.
"Sei una delle persone più speciali che ho. Soprattutto ora, sei la più importante" mi dice lui. "Però non mi hai detto perché piangevi prima. Ti va di parlarne?"
Io annuisco e mi alzo. Mi siedo di fianco a lui e gli prendo la mano, mettendola con la mia.
"L'unica volta che mi sono davvero fidata delle mie amiche mi hanno delusa. E poi continuavano a prendermi in giro perché andavo bene a scuola e perché quando dicevo che facevo danza loro mi prendevano in giro per il mio fisico. Poi quando non rispondevo più, quando le ignoravo, loro venivano a istigarmi apposta, fino a quando poi non ho cambiato scuola."
Lui si avvicina a me e mi dà un bacio sulla fronte. "Perché ti prendevano in giro per il fisico? Sì insomma non hai niente che non va".
Ecco altre parole potenti che nessuno mi aveva mai detto. "Non mi era mai piaciuto il mio fisico, e dopo le cose che mi dicevano ho anche smesso di mangiare, per questo adesso sembra che il mio fisico sia giusto" gli spiego io.
"E anche se da quel giorno sono passati anni, a volte non riesco ad accettare il mio fisico. A volte non riesco proprio ad accettarmi, non solo fisicamente ma anche caratterialmente. Ho attacchi di rabbia e di pianto a caso e per questo a volte non mi piaccio" dico io soffiandomi il naso.
"Mi dispiace. Ma non capisco perché davi retta a loro. Sono solo persone e quelle che ti dicevano sono solo parole. Secondo me, ma sono sicuro che non solo, tu sei bella. Sei bella, hai una personalità stupenda e il tuo fisico è perfetto così. Sei perfetta. Ti amo".

Spazio autrice
ciao ragazzi. ecco il nuovo capitolo.
ci ho messo un po' a scriverlo perché ero insicura, come il capitolo haha, se raccontare o meno queste cose.
e niente spero che vi sia piaciuto, se è così mettete una stellina, lasciate un commento e seguitemi.
a presto speroo❣

Semplicemente Accade// Alex WyseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora