"Beatrice Erin venite con me" disse Hank uscendo dal suo ufficio
Così ci alzammo e lo seguimmo, doveva incontrare Tony Messina e non poteva andare da solo ma stranamente aveva chiesto a me ed Erin di accompagnarlo e non ad Alvin come era solito fare."Tony le mie più sentite condoglianze"
"Grazie Hank, ma non mi dire che queste sono le tue figlie non sono più così tanto puccirulle mamma mia Erin parla sempre di te e certamente anche di te ehm Beatrice giusto" disse con un accento italiano.
Non so perché forse per la lite che avevo avuto con mio padre ma sentire che raccontava di Erin mi ferì, da sempre era stata la sua preferita e io ormai lo avevo accettato da anni."Cosa sai dirci su Antony, era in qualche giro?" Chiesi, subito Hank mi fulminò con lo sguardo lo sapevo che non ci aveva portate per fare domande ma solo per presenza ma ormai era guerra tra noi e non volevo stare zitta e subire
"Ma che sciocchezze mio figlio non aveva nessun girò Hank tu lo sai bene"
"Tony lo sappiamo ma dobbiamo fare delle domande lo sai anche tu come funziona"
"Signor Messina sa dirci qualcosa su Antony" chiese Erin
"Ma che vi posso dire, era un ragazzo normalissimo lavorava come imprenditore e aveva una famiglia bellissima"
"Sai se di recente aveva discusso con qualcuno?"
"Ma no era un tipo tranquillo aveva le sue palestre da controllare nulla di più"
"Va bene Tony prenderemo chi ha uccido tuo figlio tu qualsiasi cosa ti venga in mente chiamami sai dove trovarmi"
"Grazie amico mio e passa qualche sera al circolo manchi hai ragazzoni" disse Tony prima di salutarci e rientrare in casa. Noi tre tornammo al distretto.
"Allora avete qualcosa?" Chiese mio padre mentre percorreva il corridoio di scrivanie fino al suo ufficio
"Antony aveva 3 palestre tutte nei dintorni del little italy e stiamo aspettando i tabulati telefonici e i conti bancari" disse Kevin
"Una vicina dice di aver sentito Antony litigare la sera dell'omicidio" disse Jay
"Io e kim abbiamo provata a parlare con la moglie ma è distrutta dal dolore ed è caduta in una sorta di silenzio" disse Adam
"Voglio il responsabile in manette entro 48h" disse Hank, mi diede un ultima occhiata e poi spari nel suo ufficio
"Mi dici cosa sta succedendo tra te e Hank" mi chiese Erin
"Ci conosci non siamo mai andati d'accordo e certamente non starò alle sue regole del cazzo quando neanche lui le rispetta"
"Bea smetti di fare la guerra"
"E perché da sempre tu sei la figlia perfetta e io quella che fa di testa sua"
"Tu sei sua figlia non mi mettere in mezzo"
"L'hai sentito anche tu cosa ha detto Tony, parla sempre di te se tu sia figlia"
"Comunque abbiamo del lavoro da fare" dissi, mi sedetti alla mia scrivania ma avevo troppe cose in testa per concentrarmi."Forse ho qualcosa" disse Jay
"Dai tabulati telefonici ci sono una marea di telefono e messaggi a un certo Morrone e altri messaggi di Tony ad Antony in cui gli dice di non fare affari con Morrone o se ne sarebbe pentito""Nei conti ci sono vari spostamenti verso un azienda di Morrone e l'ultimo grosso spostamento è di circa 40000 dollari proprio il giorno della sua morte" disse Kim
"Mi sa che il tuo caro amico non ti ha detto tutto" dissi guardando mio padre
"Rintracciate Morrone io vado a parlare con Tony"
I ragazzi scoprirono che Morrone era già starai indagato per spaccio e possesso ma da quando era fuori si era buttato sulle scommesse illegali.
Dopo un paio di ore Hank era già di ritorno, ma certamente non condivise ciò che aveva appreso da Tony.Era già tardi e tutti stavano lasciando il distretto, mentre io ancora dovevo finire di prepararmi.
"Ei signorina ti va se passo da te stasera?" Mi Chiese Jay appoggiandosi alla mia scrivania,
Io guardai verso l'ufficio di mio padre e senza sorpresa lo trovai con lo sguardo verso di noi, così rivolsi lo sguardo a Jay e sorrisi
"Si ma vengo io da te""Okay ma sappi che ho il frigo vuoto"
"Va bene passo a prendere qualcosa"
"Si ma fa veloce che muoio dalla voglia di abbracciarti a me"
"Finisco di compilare questo rapporto e arrivo tu avviati"
Salutai il ragazzo e tornai al mio rapporto. In meno di mezz'ora ero già a casa di Jay.
Mi sentivo bene ma continuavo a pensare alle parole di mio padre."Vuoi parlare di Hank?"
"No voglio solo godermi la serata"
"Bea se il compromesso di stare con te è cambiare unità che male c'è"
"No ascoltami io ti amo ma amo il mio lavoro e non voglio lasciare il posto all'intelligence che mi sono sudata con ogni cellula del mio corpo e non è giusto che tu vada via per una stupida regola che ha voluto mettere lui"
"Non sei disposta a fare un piccolo sacrificio?"
"Rinunciare alla squadra non è un piccolo sacrificio"
"Ma ci sono tante altre unità"
"Jay io non cambio e non voglio che tu lo faccia non c'è una legge scritta in cui due fidanzati non possano lavorare nella stessa unità"
"Beatrice stiamo parlando di una sciocchezza la tua è una ripicca"
"No la sua è una ripicca"
"Ammettilo di che non valgo il sacrificio che ti viene chiesto"
"Lo ammetto per me prima viene la squadra e questo non vuol dire che non provo qualcosa per te è solo che è tutto così complicato"
"Invece mi sembra così semplice, per te vengo dopo la squadra quindi non vedo perché continuare questa cosa tra noi due"
Calò il silenzio e io indietreggia per mettere ancora più distanza tra me e Jay"Non vuoi cambiare unità e lo accetto ma al tempo stesso non vuoi che la cambi io"
Avevo gli occhi pieni di lacrime, abbassai lo sguardo per non farmi vedere ma jay si avvicinò e con delicatezza mi sfiorò il viso
"Scusami ma non posso accettare tutto questo, io provo qualcosa di veramente forte per te ma ho lottato troppo per avere un posto da detective all'intelligence e non posso rinunciarci"
"Scusa se ti ho ferito e ti ho fatto credere in qualcosa ma evidentemente l'amore non basta" dissi prima di staccarmi definitivamente da lui.
Raccolsi le mie cose e poco prima di lasciare l'appartamento dissi
"Ti amo davvero e scusa ancora"Tornai a casa a fatica, avevo gli occhi gonfi di lacrime, mi buttai sul letto cercando di dormire ma con scarsi risultati.
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Non solo colleghi CHICAGO PD❤️
FanfictionQuesta è la storia di Beatrice Voight, una ragazza normalissima occhi chiari come la madre e stesso caratteri duro e scontroso del padre, la storia racconta di come ha iniziato il suo lavoro come detective dell'intelligence. Della sua vita a Chicago...