Capitolo 17

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Finalmente la giornata era conclusa, sia Amelia che Hope stavano bene e i due rapitori sarebbero rimasti chiusi in una cella per un bel po di tempo.

Avevo bisogno di distrarmi dai pensieri che il caso aveva riportato a galla e mi davano il tormento, non avevo intenzione di parlare ne con Erin ne con mio padre nonostante i due si fossero offerti di ascoltarmi se ne avessi avuto bisogno.

Così decisi di raggiungere una persona, salii fino al 4º piano e mentre percorrevo il corridoio che dall'ascensore portava all'appartamento mi convincevo sempre di più della mia decisione, non avrei più aspettato.
Così bussai alla porta e con tanta ansia aspettai.
quando Jay aprí  fu sorpreso nel vedermi li ma mi sorrise.

"Ti disturbo?" Gli chiesi guardando verso l'interno dell'appartamento

"Nono stavo guardando la partita dai accomodati"

Mi fece entrare e chiuse la porta.

"Allora così ci fai qui?" Mi chiese

Alzai le spalle senza rispondere, in verità non lo sapevo neanche io il motivo per cui mi trovavo li.

"Vuoi parlare?"

"No assolutamente no" risposi

"È stata una giornata pesante e voglio solo non pensarci"

"Sei Stata brava oggi davvero"

"Grazie"

"Bea lo sai per qualsiasi cosa io ci sono"

"Lo so e te ne sarò sempre grata"

Mi avvicinai a lui, eravamo a pochi centimetri ed ero sempre più convinta a lasciarmi andare e non pensare a niente.

Mi avvicinai dell'altro e lo baciai, un bacio lungo e pieno di passione.

Jay rimaste sorpreso dal bacio era evidente dalla sua espressione 

"Questo è per esserci sempre quando ho bisogno e soprattutto perché Sono stanca di mentire a me stessa e fare finta di nulla" dissi

Jay si avvicinò mi prese la testa fra le mani e mi diede un altro bacio.

Iniziammo a baciarci, mi sfilò la maglietta e io feci lo stesso, finii con le spalle al muro mentre continuavamo a baciarci, poi mi prese in braccio e mi portò in camera da letto.

La mattina seguente mi risvegliai con il profumo del caffè, così mi alzai e mi diressi in cucina.

"Buongiorno, hai imparato a fare il caffè" affermai sarcastica abbracciandolo da dietro

"Buongiorno" disse Jay

sorrise e mi passò una tazza di caffè. Feci colazione e poi mi rivestii era ancora presto così avevo il tempo di tornare a casa per fare una doccia e cambiarmi. Non feci in tempo a vestirmi che arrivò un messaggio, avevamo un caso.

"Andiamo con la stessa macchina?" Mi chiese Jay

"Nono, devo passare da casa e farmi una doccia e cambiarmi" dissi

"Sai anche io ho la doccia" disse il ragazzo avvicinandosi e abbracciandomi

"Si ma non posso rivestirmi come ieri"

Jay mugolò e poi mi baciò. Era ora di andare avevamo un nuovo caso non potevamo fare tardi, così dopo l'ultimo bacio uscimmo di casa.

Montata in macchina sorrisi come una scema al solo ripensare a cosa era successo quella notte. Ero felice e avrei voluto continuare con Jay, poi mi tornò in mente mio padre e come l'avrebbe presa e la felicità fece spazio alla preoccupazione.

Arrivai al distretto dopo essere passata da casa a fermi una doccia e cambiarmi, Antonio Alvin Kim e Adam erano ancora sulla scena del crimine mentre Erin Kevin e Jay stavano già lavorando sul caso.

"Ma dove sei stata stanotte?" Mi chiese Erin raggiungendomi alla mia scrivania

"Ehm sono rimasta a dormire fuori"

"E fin qui c'ero"

"Tranquilla" dissi sorridendo e tornando a guardare lo schermo del mio computer.

"Allora sono già 4 le vittime di overdose, è una nuova partita di droga tagliata male" disse Kevin

"Le vittime sono tutti ragazzini, non sono i soliti drogati" puntualizzo Antonio

"Sulla scena sono state ritrovate queste bustine con sull'ora stampato il simbolo di un ragno rosso"

"Dall'archivio nessuna gang usa quel marchio" disse Mouse

"Chiudete ai vostri informatori, i minuti passano e salgono il numero dei morti" disse il sergente.

Non solo colleghi                                                   CHICAGO PD❤️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora