CAPITOLO 4

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Pov's Dimitri
Siamo appena atterrati in Russia. La ragazzina, anche se forse dovrei smettere di chiamarla così, sta ancora dormendo. Stava per svegliarsi, ma le ho ridato il sonnifero, altrimenti sarebbe stato un casino.

Appena il Jet si è fermato, siamo saliti nel mio SUV nero. L'ho presa in braccio come una sposa e lei quasi automaticamente si è stretta a me.

Non so cosa sia, ma sento mille emozioni diverse mai provate prima.

Sono entrato nella villa, è così grande che a stento ricordo quanti piani ha. Salgo le lunghe scale ed entro nella nostra camera. L'ho posata sul letto con una delicatezza che non sapevo di avere.

La guardo per un po', le tolgo lentamente una ciocca di capelli caduta sul viso. La voglia di accarezzarle la guancia si accende in me, ma mi trattengo. In questo momento non mi riconosco. Ho bisogno di una doccia fredda.

Mentre l'acqua scivola sul mio corpo, mi metto a pensare a quello che ho fatto:

Ho rapito una ragazzina di 16 anni che aveva una vita davanti a sé, con i suoi amici, la scuola, la famiglia... che era con sua madre che la starà aspettando e si starà preoccupando per lei in questo momento.

Ma alla fine, che importa? Sono sempre stato così, se voglio qualcosa, me la prendo.

E da oggi lei è mia.

Pov's Jessica
Ok, Jessica, calmati, respira.
Ho aperto gli occhi tipo 3 minuti fa e mi sono ritrovata in una camera, ovviamente, non mia.

È molto grande, ma molto, molto grande. È tutta di un colore blu scuro. Ma la cosa, se pur in questa situazione non dovrei pensare a ciò, che mi lascia a bocca aperta è il soffitto: ci sono delle stelle bianche come nel cielo, bellissime.

Cerco di ricordare ciò che è successo, e l'unica cosa che effettivamente ricordo è che ero in bagno nell'aeroporto, quando qualcuno all'improvviso mi ha messo qualcosa sulla bocca e poi buio.

Continuo a fare respiri lenti cercando di non andare nel panico più di quanto io non ci sia già andata.

In casa c'è silenzio, quindi presumo e spero che non ci sia nessuno. Mi alzo lentamente, la testa mi gira e la stanza sembra fare lo stesso.

Facendo sempre piano, senza far nessun rumore, mi avvicino alla porta. Appoggio la mano sulla maniglia, ma prima che possa girare essa per aprire la porta, una voce rauca, fredda ed autoritaria mi blocca.

"Dove pensi di andare, piccola?"

Trattengo il respiro, chiudo gli occhi ed aperti di nuovo mi giro lentamente verso lo sconosciuto, che alla fine, si rivela come il ragazzo che mi fissava all'aeroporto, nonché il ragazzo a cui sono andata addosso.

Ha un asciugamano bianco intorno alla vita, dove ha una V ben visibile. Ha un fisico, che se prima pensavo fosse da dio, beh, non posso fare altro che confermarlo.

Ma è possibile che penso a ciò di un ragazzo che mi ha rapita?!

"Chi sei? Che ci faccio qui? Cosa vuoi da me è dov'è mia madre?" domando a rafica, andando molto di più nel panico, sopratutto quando inizia ad avvicinarsi a me.

Se il suo viso prima era serio, ora lo è ancora di più, e serra la mascella, non appena mi sposto dall'altro lato della camera facendolo bloccare sul posto.

"Ascolta ragazzina, te lo dirò ora e non lo ripeterò più" inizia a dire, facendomi salire ancora di più l'ansia.

"Mi chiamo Dimitri Petrov, sono il re della mafia Russa. Non vado nei particolari perché mi sono già rotto i coglioni. Quindi l'unica cosa che ti dirò è ti conviene che ti entri bene in testa è:
Non farmi incazzare e non ti toccherò senza il tuo permesso, esegui ciò che dico e andremo d'accordo, da oggi sei mia è in futuro, molto presto, sarai mia moglie"

IN UN GIORNO SEI DIVENTATA LA MIA VITA -MOMENTANEAMENTE SOSPESA-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora