Ormai Nico non ricordava nemmeno l' esatto motivo, la causa scatenante che lo aveva indotto a prendere la Clomipramina.
Erano ormai diversi mesi che prendeva quell' antidepressivo, mesi che cercava di combattere contro la depressione post-traumatica che gli avevano diagnosticato e con i conseguenti disturbi ossessivo-compulsivi e gli attacchi di panico.
Il ragazzo aveva sempre creduto che le persone che assumevano questo tipo di farmaci fossero solo deboli.
Deboli perché non riuscivano da soli a combattere contro una cosa che Nico reputava tanto banale come la depressione.
Ma quando lui stesso si era trovato a non riuscire più a dormire, per paura di rivedere Bianca, di rivedere i propri sbagli ogni notte, quando anche solo qualcosa che gli ricordava la sorella riusciva a impedirgli di pensare, riusciva a farlo scattare d' ira...
Nico tenne gli occhi chiusi, il senso di vertigine che lo assaliva anche da seduto, la schiena appoggiata alla fredda parete del bagno della sorellastra.
Prese un respiro profondo, cercando di calmarsi, ma le mani tremavano in modo incontrollabile, i muscoli erano talmente indolenziti da non riuscire più a sorreggerlo, il cuore pulsava tachicardico lasciandolo quasi senza fiato.
Sentiva le gocce di sudore freddo scivolare indisturbate sulla schiena e sulle tempie, mentre cercava di controllare il proprio respiro.
Sapeva di avere la febbre alta, forse quaranta, e la testa gli faceva talmente male da voler solo svenire e aspettare incosciente un miglioramento.
Aprì piano gli occhi, la vista offuscata, e sentì salire ancora la nausea.
Era da solo in casa.
Hazel era a scuola, Marie era di turno, Ade nemmeno sapeva dove si trovasse il figlio.
Nico sentì sbattere la porta d' ingresso e spalancò gli occhi di scatto.
Non doveva esserci nessuno.
Se fosse stato un ladro, non avrebbe nemmeno potuto difendersi, o salvare i pochi averi della famiglia della sorellastra.
Spaventato, cercò di puntellarsi sul gomito per alzarsi, ma le vertigini lo lasciarono ancora più debole, facendolo ricadere subito sulle gelide piastrelle, il tutto che iniziava a tingersi di scuro.
La porta del bagno venne aperta di scatto e il ragazzo sentì un urlo trattenuto, il viso ancora a contatto con il freddo pavimento.
Delle braccia esili lo tennero per le spalle, rimettendolo seduto lentamente.
Lui si divincolò debolmente, muovendo la testa a scatti senza riconoscere la piccola figura affianco a sé.
"Sono io, Nico! Sono Hazel!" disse una voce preoccupata e il ragazzo guardò la sorellastra, senza davvero riconoscerne i tratti.
"Bianca..." mormorò prima di cadere nella tanto agognata incoscienza. ***
"Haz lasciami spiegare..." tentò il ragazzo con fare implorante.
"No! Nico ma che diamine ti salta in mente?! Non puoi piombare a casa mia pieno di lividi, sorreggendo un ragazzo svenuto e con le mani sporche di sangue! Semplicemente non puoi!" lo interruppe la ragazza, gettando occhiate preoccupate al ragazzo rannicchiato sul divano.
"Non sapevo dove altro andare..."
"All' ospedale Nico! All' ospedale come tutte le persone normali! Lui è ferito! TU sei ferito!" continuò Hazel con lo sguardo spaventato.
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Voglia di vivere
Fanfiction"Bianca era morta. E con lei la sua vita" "Ignorare i demoni, le paure, i sensi di colpa. Vivere per gli altri, non per sé stessi" Nico e Leo si ritrovano nella stessa classe di anatomia all' Università ma come possono andare d' accordo? Due rag...