Capitolo XVIII

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Probabilmente l'idea di rimanere lì fuori dalla casa di Hazel, dopo averla sentita parlare con l'aiutante del prof, non era delle migliori.

Probabilmente, però, vederli uscire tutti e due insieme a Nico, mentre lui stava sotto la pioggia ad ascoltare a tutto volume dell' Heavy Metal, era proprio sfiga.

"Spero che tornerai presto a trovarci Wi-" iniziò la ragazzina sorridendo allo specializzando, quando vide la figura raggomitolata e appoggiata al muro.

"Leo!"

Il ragazzo rimase immobile sul posto, mentre tre persone lo osservavano come fosse un animale in via d'estinzione.

Hazel, dopo qualche secondo di smarrimento, si precipitò da lui quasi inginocchiandosi a terra.

"Oddio starai gelando! Su alzati, entra in casa che c'è caldo" disse preoccupata porgendogli una mano per aiutarlo ad alzarsi.

Leo si tolse le cuffiette accettando imbarazzato e alzandosi in fretta, trovandosi pericolosamente vicino alla ragazza, che lo guardava in palese cerca di una spiegazione.

Prima che il ragazzo potesse dire qualunque cosa, Hazel si voltò verso il fratello e lo specializzando.

"Nico, accompagna pure Will alla macchina, io intanto faccio entrare Leo" disse lanciando un'occhiata eloquente al ragazzo più giovane, che guardava in cagnesco prima lui e poi la sorella.

"Forza di Angelo, non vorrai mica farla arrabbiare" rispose lo specializzando con un sorriso accondiscendente, trascinandolo gentilmente lontano da loro.

"Torno tra poco" disse lapidario, guardando Leo con odio.

"Oh no fratellino, fa pure con calma" replicò la ragazza guardandolo con un sorriso lievemente malizioso che l'ispanico non comprese, ma che decise fosse il più bel sorrisetto che avesse mai visto.

***

Appena Nico vide la porta di casa chiudersi, iniziò a imprecare a mezza voce.

"Quell'odioso stupido... con la mia sorellina... se le fa qualcosa lo uccido" mormorò fra sé e sé, senza badare alla figura di Will al suo fianco, che sorrideva divertito.

"Sono certo che Hazel sia più che in grado di cavarsela da sola" commentò ridendo appena, camminando lentamente sotto la pioggia.

"E con questo che vorresti dire?" chiese il più giovane fulminandolo con lo sguardo e fermandosi sul marciapiede.

"Chiunque sia in grado di tenerti testa, di Angelo, ha tutte le carte in regola per sopravvivere ad un eccentrico ispanico" rispose tranquillamente l'altro fermandosi davanti a lui.

Nico emise uno sbuffo fra l'infastidito e l'esasperato distogliendo lo sguardo da lui e riprendendo a camminare verso la fine della via, il cappuccio alzato inutilmente contro la pioggia.

"Muoviti che fa freddo" disse atono stringendosi nella felpa, aspettando però che lo specializzando lo raggiungesse.

Arrivarono in silenzio fino alla smart gialla di Will e il più giovane mormorò un "Beh, ciao, la felpa me la ridarai domani" facendo per andarsene, quando l'altro ragazzo lo afferrò per il polso.

"Hey aspetta..."

Nico si voltò a guardarlo con evidente nervosismo.

"Che c'è ora?"

"Perché tua sorella era così contenta di vedermi?" chiese l'altro con palese curiosità, aggrottando buffamente le sopracciglia.

Il ragazzo più giovane ringraziò il buio e la pioggia perché coprirono il lieve rossore sulle sue guance.

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