Piansi. Piansi così tanto, che credetti di avere esaurito le lacrime.
Non piangevo così da tanto tempo.
Credevo di essere felice.Ma probabilmente neanche esisteva la felicità. Mi sembrava una stupidaggine, qualcosa di irraggiungibile.
O forse ero io che mi lasciavo illudere dalla possibilità di raggiungerla.Non volevo parlare con nessuno, volevo soltanto chiudermi in me stessa e piangere, sfogarmi, fare uscire la bestia che era rinchiusa dentro di me.
Volevo farla uscire e cederla agli altri.Urlai, piansi ancora, tra i singhiozzi, urlai il nome di Matthew negli intervalli tra una lacrima e l'altra, lanciai ripetutamente innumerevoli cuscini contro il muro per poi riprenderli e ricominciare da capo.
Mi sentivo una pazza, non ero mai stata così male.
Poi sentii il rumore di una chiave girare in una serratura, era mia madre. Era tornata a casa. E se mi avesse sentita urlare e piangere in quella maniera, mi avrebbe presa per pazza sul serio.
Così smisi improvvisamente di singhiozzare, e piansi interiormente. Chiusi la porta a chiave e mi rannicchiai in un piccolo cantuccio del mio letto, nell'angolo tra una parete e l'altra. C'erano ancora le mie foto con Matthew attaccate.
Le riguardai una per una, passai un dito sui nostri sorrisi veri e sinceri.
Scatti che racchiudevano attimi infiniti ma bloccati in una fotografia, la quale annullava improvvisamente la loro infinità.Presi in mano la mia foto preferita, staccandola nervosamente dal muro.
Io e Matthew stavamo tenendo in mano uno zucchero filato, eravamo al luna park, il giorno del mio compleanno, l'anno prima.
Era stata la giornata più bella della mia vita.
E i nostri visi erano così felici in quella fotografia, così veri. Riuscivo a intravedere le piccole fossette di Matthew, mi mancava già toccarle e lasciarvi un bacio di sopra. Era quello che facevo sempre.Mi alzai dal letto e posai quella foto nel cassetto della scrivania. E, dopo avervi infilato anche tutte le altre foto, chiusi il cassetto a chiave.
Non riuscivo più a guardarle, a sfiorarle.Matthew, all'inizio, era tutto ciò che avevo di certo. E poi era crollato giù come un aeroplano in picchiata.
Mi mancava già. Tanto. E sapevo che non sarebbe più tornato.
Ma se l'avesse fatto, io sicuramente non gli avrei dato corda. Quello che mi aveva fatto mi aveva pugnalata al cuore con una ferita profonda che continuava a fare fuoriuscire un infinito flusso di sangue.No, non sarei tornata da lui.
Ero stata uccisa.
Non ci sarebbe stato nessuno disposto ad aiutarmi.Così decisi di uscire fuori, per prendere un po' d'aria fresca, anche se all'inizio ero senza meta.
Sbattei forte la porta della mia stanza e scesi distrattamente le scale, senza accorgermi che il lembo della mia maglia azzurra si era incastrato alla ringhiera."Sempre la stessa storia." Sbuffai.
Passai davanti alla cucina, dove c'era mia madre intenta a sistemare tutta la spesa nel frigorifero e nella dispensa, nel frattempo mio fratello Jason di due anni era seduto sul suo seggiolone a mangiare voracemente uno dei suoi omogeneizzati schifosissimi.
"Mamma, esco."
"Vai con Matthew?"
Serrai le labbra e chiusi gli occhi. "No."
"E dove vai?"
"Faccio un giro qui vicino. Non starò via molto."
Presi di fretta la giacca, per non scoppiare a piangere, e la infilai mentre chiudevo la porta alle mie spalle.
I ricci neri ribelli mi ricadevano sulla schiena, ma a causa del vento alcuni ciuffi mi volavano davanti alla faccia e mi davano fastidio."Minchia, basta." Li spostai con la mano, ma loro ritornarono di nuovo davanti alla mia vista.
Mi rassegnai al pensiero che sarebbero rimasti al loro posto, e continuai a camminare con passo svelto senza una destinazione.
O meglio, me ne venne in mente una.
Abitavo vicino al mare, e vicino casa mia c'era una discesa con molti scogli proprio dove le onde si andavano ad infrangere.
Attraversai la grande piazza correndo e mi precipitai verso le scale, afferrando la ringhiera e correndo gradino dopo gradino.
In ogni mio passo si racchiudeva tutta la mia rabbia, la mia tristezza, la mia delusione.Guardai dritto davanti a me, avrei dovuto attraversare ancora un po' di scogli per arrivare a quello che avevo individuato.
Così mi feci coraggio e cominciai a saltellare da uno scoglietto all'altro, qualche volta sembravo perdere l'equilibrio ma mi rimettevo subito in sesto, pronta a continuare il mio percorso ad ostacoli.Finalmente arrivai allo scoglio che avevo visto da lontano, mi sedetti e osservai il mare.
Ah, il mare.
Non lo avevo mai apprezzato tanto come in quel momento.In effetti, fermandomi a pensarci, non apprezzavo neanche il paesino dove abitavo. Era pieno di anziani, non c'era mai nessuno in giro, era vero.
Però era molto bello, c'era una grande piazza e quel fantastico mare.Il colore del mare era di un blu scuro, tipico invernale. Cime increspate, calma interrotta dalla schiuma biancastra delle onde.
Le onde trascinavano alla deriva qualunque cosa, pesci, alghe, e tra tutto ciò sentivo infrangersi sugli scogli anteriori anche i miei sentimenti.Le mie riflessioni, però, furono interrotte.
Mi sentivo osservata, ed era abbastanza inquietante come cosa. Così mi girai di scatto e vidi una figura.Era un ragazzo che mi attrasse subito. Indossava una giacca di pelle nera e dei pantaloni molto attillati, sempre neri.
Sembrava un po' in penombra, così mi piegai per guardarlo meglio.
I suoi capelli mi lasciarono senza parole, erano tinti con un colore particolare e strano, tra il blu ed il viola.
Gli occhi erano socchiusi, come un Buddha in meditazione, e guardava il mare proprio come me.Mi sorpresi quando mi rivolse la parola.
"Ferita, triste, vuota, stanca?"Indietreggiai istantaneamente con tutto il corpo spostandomi sullo scoglio dietro di me. Il suo sguardo truce mi impauriva un po', anche se non stava guardando me.
"Come?"
"Tutti, quando vengono qui, hanno un motivo. C'è qualcosa che ti turba. Sono Michael, comunque."
•••
Ho inserito Stay, più avanti scoprirete perché proprio questa canzone.
Allora? Che ne pensate finora? Mi piacerebbe sapere i vostri pareri🙈
Baci xx
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Three || Michael Clifford
Teen FictionConta solo fino a tre. Tutto questo finirà presto. "Benvenuta all'inferno, Tea, ti sarà impossibile uscirne." Credits ©besidelvke all rights reserved. 12/06/2015: #55 in TeenFiction.