Capitolo 15

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Pregai Calum di chiudere la zip del mio vestito in modo abbastanza rapido, mi faceva sentire un po' a disagio restare lì ferma mentre lui la tirava su.
E non era un discorso di vergogna, perché a giudicare da tutto il tempo che ci conoscevamo, Calum mi aveva anche vista in mutande. Più volte. Ed io non avevo visto lui in condizioni migliori.

Così tirò su la zip tutta di botto, facendomi sussultare.
Ma non riuscii a non ridere.
"Dio mio, Calum. Ti odio."

"Ti odio anch'io, ma questo vestito ti sta benissimo. Una bomba, oserei dire." Scherzò Calum, con un sorrisetto innocente che si abbinava perfettamente alla sua faccetta da schiaffi.

Gli sorrisi e mi guardai allo specchio.
Sinceramente, non mi sembrava che il vestito blu che avevo scelto per quella sera mi stesse bene.
Credevo mi facesse i fianchi troppo grossi e che sembrassi più bassa.

Così mi addentrai nella scarpiera di mia madre, per rubarle uno dei suoi soliti tacchi blu che usavo la maggior parte delle volte quando uscivo con Matthew.
Girai gli occhi al cielo a quel pensiero, e li indossai catapultandomi davanti allo specchio, curiosa di vedere il loro effetto.

Non sembravo poi tanto bassa con quelli addosso, così li confermai e andai a prendere una borsa, prima di iniziare a truccarmi.

Calum era tranquillamente sdraiato sul suo letto, ovvero, in condizioni normali, il divano, con il cellulare in mano. Lo sbirciavo dalla fessura della porta, inizialmente si stava scattando un selfie e poi digitò qualcosa sullo schermo.
Chissà a chi stesse mandando quella foto. Puah, i ragazzi.

Però, sentendo il rumore di una notifica dal mio cellulare, mi accorsi che in realtà la foto l'aveva inviata a me, con anche una didascalia.

CalumPaperaHood: Ti sbrighi? Quanto tempo ci stai? Sto aspettando te. Veloce. O ti lascio qua.

Girai gli occhi. Disagiato, pensai.
Tea3Rogers: Stai zitto, papera. O stasera non potrai neanche sognarti di vedere Lux.

La sua risposta arrivò prestissimo.
CalumPaperaHood: Prenditi tutto il tempo che vuoi.

Ridacchiai, e continuai a sistemarmi per la serata, anche con un po' d'ansia sullo stomaco. Michael mi avrebbe vista in maniera diversa dal solito, e, anche se mi aveva già vista anche in costume, mi vergognavo un po'.

Il lato positivo era che anch'io lo avrei visto vestito diversamente. Di certo non sarebbe venuto vestito come al solito, ma avrebbe indossato qualcosa di differente, e non vedevo l'ora di vedergliela addosso.

Raggiunsi Calum in soggiorno, facendogli cenno di alzarsi, e lui si alzò in piedi pronto per uscire.
A dire la verità, non sembrava molto diverso dal solito. Aveva un paio di jeans ed una camicia bianca.

"È così che vi vestite voi ragazzi per andare in discoteca?" Gli chiesi, pensando invece al mio opposto lavoro di ricerca di un vestito adatto, abbinato a scarpe, trucco e pettinatura.

"In linea di massima, sì. Ma voi siete ragazze. È diverso." Mi canzonò, mentre scendevamo le scale.

Cercai di immaginare Michael. Dei jeans? No, non li avrebbe messi. Non facevano per lui.
Avrebbe sicuramente messo un paio dei suoi skinny neri, senza dubbio. Ma neanche le camicie facevano per lui.
Avrebbe probabilmente indossato una maglietta, forse. Diversa dal solito.

Al diavolo le paranoie, pensai, lo vedrai tra dieci minuti.

Salutammo mia madre, che era tornata quel pomeriggio. In realtà non era molto entusiasta del fatto che stessimo uscendo di lunedì sera, ma le avevo spiegato che Calum non sarebbe rimasto per molto, e ne valeva la pena.

Three || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora