Capitolo 26

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Stavo cadendo a pezzi, ma ero ancora in piedi. Guardavo fuori dalla finestra, continuamente, sperando di scorgere qualche figura conosciuta.
In realtà, l'unica persona che avrei voluto vedere era Michael.

Certo, non sarebbe stato male vedere Luke, ma Michael mi mancava terribilmente. I suoi capelli colorati, il suo affetto indiretto, o comunque semplicemente il suo esserci.

E, in parte, mi mancava anche Lux. Mi aveva ignorata per tutto il giorno e non aveva dato conto a nessuno, tutto ciò faceva male, dato che tenevo a lei particolarmente.

Così decisi di telefonare a Calum, magari lui sapeva già qualcosa del fatto che la sua ragazza fosse così arrabbiata con me.
Composi il numero, e dopo qualche squillo, rispose: "Pronto, Tea?"

"Ciao, Cal." Mi faceva bene sentire la sua voce, nonostante fosse così lontano. "Come stai?"

La voce metallica riprese: "Bene, grazie. E tu?"

"Non sembra proprio che tu stia bene, dal tuo tono," gli dissi, "e neanch'io sto un granché."

Calum sospirò. "Sai, Lux è arrabbiata con me e con te..."

"Ah, anche con te?" Mi meravigliai. Almeno Calum sapeva sicuramente qualcosa in più.

Potevo immaginarlo lì, davanti a me, abbassare lo sguardo. "Già. Dice che le hanno detto qualcosa di strano riguardo noi due. Ho cercato di tranquillizzarla, e di rinnegare tutto, anche se non avevo assolutamente idea di cosa cui si stesse riferendo."

"Noi due?" Mi scappò una risatina. "Ma chi glielo ha detto?"

"Non lo so. Non me lo ha voluto dire." Rispose Calum, abbassando la voce.

Sospirai, chiusi gli occhi e appoggiai la testa al muro. "Ma cazzo. Nessuno sa niente... A parte Michael. Oddio, e se fosse stato lui?"

Calum mi rinnegò: "Ma, prima di tutto, cosa avrebbe dovuto dirle? E poi, non credo che sarebbe così stronzo da fare una cosa del genere, lui sa quanto tu e Lux siate amiche, e, nonostante tutto, tiene tantissimo a te. Ma non importa chi sia stato... Io ci sto male, già mi manca e abbiamo pure litigato..."

"Cal... Stai tranquillo," lo rassicurai, "si sistemerà tutto. Ormai, dopo questi anni, lo sai com'è fatta Lux."

Mi parve vederlo annuire davanti a me. "Già.."

Restai a parlare per un altro po' al telefono con il mio migliore amico, che, cambiando discorso, aveva iniziato a raccontarmi del suo ritorno a Detroit, a scuola, e del suo nuovo vicino di casa che non lo faceva dormire perché suonava la chitarra di notte.
"Mi ricorda tanto Ashton." Gli dissi ridendo, pensando alla figura del riccio sempre accompagnato da quella strega bionda e antipatica.

Mi affacciai subito dopo alla finestra, per scorgere un'altra figura, totalmente inaspettata.
"Oddio Cal, devo riattaccare. C'è Michael sotto casa mia. Ci sentiamo domani, okay? Ti voglio bene." Gli dissi, e riattaccai senza nemmeno dargli il tempo di rispondere.

Misi addosso le cose più decenti che potessi trovare in camera mia - quali un paio di jeans e un maglione blu, e corsi al piano di sotto.
Il programma sarebbe stato fingere di dirigermi in piazza, magari per incontrare Luke. Gli sarei passata davanti.

"Ros!" Chiamai mio fratello, sperando che mi sentisse. "Sono in giro, a dopo!"

Chiusi la porta alle mie spalle, mentre una folata di vento freddo e forte mi arrivò addosso, travolgendomi.
Mi strinsi meglio nel maglione e passai davanti a Michael; all'inizio, feci finta di non vederlo, ma poi feci due passi indietro e mi finsi meravigliata di trovarlo lì.

Three || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora