«India! È ora di alzarsi, dai! Me l'hai promesso, stamattina meditiamo insieme» Genesis entra in camera mia per svegliarmi ma tanto io sono già sveglia. Mi sembrava abbastanza ovvio che non sarei riuscita a chiudere occhio nemmeno per sbaglio.
«Oh..che ci fai già sveglia?» la sua confusione è comprensibile, non sono solita a svegliarmi presto con voglia. Cioè la voglia c'è ma è quella di morire, di certo non quella di fare cose ed essere attiva.
«Carino che tu creda che io abbia dormito questa notte» mi alzo e vado in bagno.
«Hai messo giù il piede sbagliato? Che succede?»
«Avevi ragione» sbuffo, legandomi i capelli.
«Questa non mi sembra una novità..ma su cosa esattamente?»
«Non sarei dovuta scendere ieri sera a rompere le scatole a quelli nuovi»
«Ai tuoi amici intendi?»
Mi volto velocemente puntandole il dito indice contro «Non sono miei amici» le dico, più seria che mai «Non ci sarei dovuta andare. Lo sai che è successo?» le chiedo, retorica.
«Beh se non me lo dici..»
«Michael mi ha riconosciuta subito. Subito ti dico, meno di due secondi e sapeva già chi fossi. Com'è possibile? Luke mi conosceva meglio di tutti eppure non si era accorto di nulla. Ashton nemmeno si era accorto che fossi io! Due secondi..»
«Immagino che non sia solo questo..» incrocia le braccia e si siede sul mio letto, osservandomi curiosa.
Scuoto la testa «Michael lo ha detto a Luke, mentre io ero ancora li, ovviamente» alzo le mani al cielo «Abbiamo litigato. O meglio, io ho litigato con lui»
«India..»
«Gli ho detto che alla fine era come se non ci conoscessimo nemmeno e quindi non c'era motivo di dirgli che ero io! Ho fatto male?!» sbotto, puntandole contro il mio spazzolino da denti.
«Io credo che abbiate bisogno di parlare e chiarire questioni del passato ancora in sospeso. Sai, forse è per questo che il tuo Anahata è sempre incasinato»
«No, io non ho nulla da dirgli, non ho nulla da chiarire. Se ha fatto quello che ha fatto anni fa probabilmente un motivo c'era, evidentemente non gli interessava nulla di me. La fama gli avrà dato alla testa, non so che dirti e sicuramente non c'entrano nulla i miei Chakra!»
Indosso dei vestiti comodi e mi preparo psicologicamente per meditare insieme a Genesis.
«Hai bisogno di andare a correre?» mi chiede, sapendo meglio di me che è quello di cui ho veramente bisogno. Correre mi lucida la mente, mi permette di pensare e riflettere senza essere annebbiata dai fumi della rabbia. Ridicolo come io preferisca prendere l'ascensore per pigrizia, affrontando la claustrofobia, ma il modo migliore che conosco per scaricare la rabbia e lo stress sia proprio andare a correre. È come se fossi un controsenso con le gambe.
«Ti ho promesso che avremo meditato, va bene»
«Vai a correre, possiamo meditare insieme anche domani» mi sorride.
Lego le braccia attorno al suo collo e la soffoco in un abbraccio sincero «Grazie» le dico, prima di indossare le scarpe e prendere le cuffiette bluetooth.
Scendo per le scale ed esco dal condominio, facendo dello stretching veloce, prima di attraversare la strada e iniziare a correre per andare nel parco vicino a casa. Di certo non è Central Park ma me lo faccio andare bene, è comunque grande e lo trovo molto carino, ben curato.
Mezz'ora dopo sono pronta per tornare a casa, i polmoni mi fanno male e le gambe bruciano come se stessero per prendere fuoco. Ottimo.
Quando entro nell'ascensore mi lascio sfuggire un sospiro di sollievo, non avrei mai retto anche delle scale da fare, credo che da qui a poco le mie gambe si staccheranno dal corpo.
Le porte si riaprono di scatto proprio quando stavano per chiudersi del tutto facendomi alzare gli occhi al cielo. Non mi va di condividere l'ascensore in questo momento soprattutto perché puzzo come se avessi appena fatto una nuotata tra l'immondizia. Ho una sudorazione eccessiva, ok?
«Ciao» la voce di Michael mi fa quasi raggelare il sangue nelle vene ma cerco di non mostrare il mio disagio.
«Ehi» alzo un angolo della bocca.
Se c'è una cosa che odio più del fare le scale quando le mie gambe chiedono pietà è entrare in un ascensore e iniziare a sentire quel silenzio imbarazzante che si crea ad un certo punto.
«Senti, non è che voglia costringerti a fare cose che non vuoi fare, alla fine non ci vediamo da molti anni e immagino che sia normale ormai sembrare quasi estranei, però io credo che magari tu e Luke dobbiate parlare e chiarire la situazione»
«Michael..»
«Dico sul serio, India, quasi sicuramente ha sbagliato lui perché, lo sappiamo bene entrambi, è scemo, ma non credo sia giusto che tu provi rancore verso tutti noi. Io ci terrei se domani venissi a casa nostra, do una festa per il mio compleanno. Per favore..pensaci almeno» sorride gentile, prima di uscire dall'ascensore e lasciarmi con cento uno domande nella testa.

Lover of mine || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora