Com'è possibile che io abbia davvero ascoltato i consigli di una pazza che si sveglia alle sei del mattino solo per meditare? È questo quello che continuo a chiedermi mentre sto fissando la porta che di certo non appartiene a casa mia.
Sono cinque minuti almeno che sono ferma qui davanti, indecisa se suonare davvero il campanello oppure prendere l'ascensore e tornare nel mio appartamento a finire l'articolo che devo avere pronto per domani pomeriggio.
Devo scegliere, però, non posso rimanere qui davanti all'infinito anche perché prima o poi qualcuno uscirà di qui oppure dovrà entrare, quindi di certo mi devo muovere.
Sono scesa per un motivo, no? Alla fine vada come vada tanto è lui che in caso ci perde il doppio, io mi ero rassegnata tempo fa.
Finalmente busso alla porta, sentendo le gambe iniziare a tremare e le mani sudare paurosamente tanto. Ma posso agitarmi così tanto per una scemenza simile? Diamine, quanto sono patetica.
La porta si apre rivelando il volto di Michael che mi osserva divertito «India! Che sorpresa, che ci fai qui?»
«Sono passata a salutare, volevo sapere se eravate ancora tutti vivi dopo la festa di ieri» alzo un angolo della bocca.
Mi fa entrare «Come puoi notare l'unico vivo in realtà sono io» ammicca «Scherzo, è che Ashton è andato a correre, Calum sta ancora morendo in camera sua e Luke è uscito dalla sua stanza solo per bere dell'acqua. Forse non abbiamo più l'età per ubriacarci come spugne» ridacchia divertito.
Annuisco «Beh, magari non per bere come delle distillerie, ma per fare festa siamo ancora tutti abbastanza giovani»
«E pensare che ero convinto fossi astemia, poi tu e Genesis avete mostrato di non avere un fegato in quella gara e mi sono dovuto ricredere decisamente»
«Ti ho stupito eh?» sorrido gloriosa «Credevi che non avessi mai visto dell'alcool in vita mia? Forse fino ai diciassette anni sono rimasta un po' fuori dal mondo ma l'arrivo di Genesis ha decisamente dato una scossa alla mia vita monotona e triste»
«Credo che tu avessi bisogno di una persona come lei nella vita..soprattutto senza di noi intorno!»
«Voi eravate solo degli animali, delle scimmie in età puberale» sorrido divertita.
«Proverò a non offendermi dal tuo paragonarmi ad una scimmia» inarca un sopracciglio, non levandosi però un'espressione arlecchina.
«Entrare in casa urlando e lanciandosi addosso mutande e calzini sporchi a me non sembra comportarsi come degli esseri umani» alzo le spalle.
Ho dovuto sopportare molte scene simili quando io e Luke eravamo amici. Oh giusto..io sono venuta qui per parlare con lui.
«A parte questo, che non mi sembra il caso di ricordare visto che avevamo solo sedici anni, io sono piuttosto convinto che tu sia qui per un altro motivo» ghigna, furbo.
Ho come l'impressione che Mike sappia più cose di quante dovrebbe effettivamente saperne. Non che io non mi fidi di lui, so che è una persona affidabile (per quanto sia strano da dire), però sono passati diversi anni da quando eravamo amici e le cose sono decisamente cambiate.
«Non so a cosa tu ti stia riferendo» arrossisco. Spero davvero che non sappia così tanto.
«Come preferisci, io ora andrò a farmi una doccia, scegli tu se rimanere qui ad aspettare che qualcuno rinvenga dal coma o andartene» prima di lasciarmi da sola mi scocca un occhiolino.
La tentazione di andarmene è davvero molto alta, solo per non dare ragione a Michael. È palese che io sia qui per parlare con Luke e di certo non per assicurarmi che Calum, nel suo stato di coma apparente, stia ancora respirando!
Busso alla porta della stanza, pensando ad almeno cinquemila frasi da dire per poter iniziare una conversazione che non sia "Ciao, senti mi dispiace per quello che è successo ieri notte facciamo che ti prostri ai miei piedi mentre mi chiedi scusa e reciti il rosario in latino così possiamo dimenticare tutto e rincominciare". Non sarebbe carino.
«Mike, ti ho detto che non ho fame» sbuffa, aprendo la porta di scatto. Rimane stupito quando al posto di una chioma bionda si trova la mia matassa di capelli rossi.
«Oh..»
«Mi dispiace di deludere le tue aspettative ma Michael è andato a lavarsi. Però è probabile che appena esca dalla doccia venga ad importunare la tua fame» cerco di alleggerire la situazione con del sarcasmo. Tentativo palesemente fallito perché nessuno dei due sta ridendo.
«Che succede? Hai improvvisamente deciso che forse non merito di portare una croce sulle spalle mentre giro per la città?» incrocia le braccia al petto e si appoggia allo stipite della porta.
Ora gli sputo in un occhio. Lo faccio sul serio se mina la mia pazienza. È già un miracolo che io sia qui per cercare di riparare ai danni che ha fatto.
Lo scosto e mi vado a sedere sul suo letto. Non ho intenzione di rimanere in piedi se devo avere una conversazione più lunga di tre minuti.
«No, quello penso ancora che ti farebbe bene» mi stringo nelle spalle «Non ti dirò che mi è dispiaciuto fingere di non conoscerti o dire tutte le cose che ti ho già detto, perché mentirei se lo facessi»
«Chissà perché ma non avevo dubbi su questo»
Vuole davvero che mi trasformi in un lama?
«Sono molto vicina al prenderti a pugni, ti avverto» socchiudo gli occhi, inspirando profondamente. Forse ha ragione Gen e mi farebbe bene iniziare a meditare con lei.
Alza le mani e mi lascia proseguire nel discorso. Discorso che non so ancora come uscirà, forse sarà simile ad una cascata di parole che insieme creeranno solo confusione.
«Vorrei che mi dicessi cosa mi hai detto ieri notte» abbasso lo sguardo.
Si siede accanto a me «Ti ho detto che mi dispiace per essere stato così egoista e codardo» sorride malinconico «Poi ti ho baciato e tu mi hai insultato»
Arrossisco «Te lo meritavi»
«India, ti ricordi tutto quello che mi hai detto?» mi chiede, facendomi sentire una strana sensazione alla bocca dello stomaco. Perché? Cos'ho detto?
«In realtà non ricordo molto, il fatto che tu mi abbia lanciato addosso un cavatappi però è difficile da dimenticare» indico un piccolo livido sulla fronte.
Sgrana gli occhi e poi ride «Credevo che avessi i riflessi pronti!» si giustifica.
«Ma se non riuscivo nemmeno a stare in piedi correttamente!» sbotto, da quando in qua una persona ubriaca è in grado di fare certe cose?
Rimaniamo qualche secondo in silenzio «Comunque, non so proprio cosa io abbia detto, probabilmente qualche idiozia» dico.
«No, non erano idiozie» si fa improvvisamente serio, confondendomi. Cos'avrò mai detto di così scandaloso?
Di certo non gli ho confessato di essere stata innamorata di lui come una deficiente per tutti quegli anni! Ero ubriaca ma non fino al punto di confessare certe cose, insomma.
E se invece fosse così? Se gli avessi davvero confessato i miei sentimenti? Sentimenti vecchi, comunque.
«Dimmi che non ti ho detto di aver provato sentimenti oltre all'amicizia, per favore»
Il suo silenzio basta e avanza come risposta. Ma perché devo essere così deficiente?!
«Oh cielo» sbuffo, alzandomi di scatto e prendendo la testa tra le mani. Che vergogna! Che imbarazzo! Ma come ho potuto dire certe cose? E poi in quale contesto?
E come se non bastasse ci sono pure andata a letto insieme! E perché lui è venuto a letto con me? Che casino enorme ho combinato! Manca poco e mi metto a piangere, sul serio.
«India, senti, non è un dramma»
«Ah no? Tu dici?» mi fermo e lo guardo «Tutto questo è un dramma, ok? A partire da quello che è successo questa notte»
Alza gli occhi al cielo «Ancora? Per quale motivo sei venuta qua se devi ripetere quello che hai detto questa mattina?»
Difficile trovare una risposta sincera a questa domanda. Perché sono venuta qui? Oh giusto, volevo provare a dargli una seconda occasione ma in questo momento vorrei solo prendermi a pugni e prendere a calci lui per essere così fastidioso. Non lo ricordavo così, decisamente no.
«Perché avevo intenzione di provare a dimenticare il passato e cercare di recuperare il rapporto che un tempo avevamo, o almeno qualcosa di simile, ma a quanto pare è stata una pessima idea» scuoto la testa, dandomi della scema.
«Non dire così» si alza in piedi raggiungendomi «Per favore» cerca il mio sguardo che però sembra essere inchiodato al pavimento. L'ultima volta che siamo stati così vicini qualcosa è andato storto e io mi sono svegliata nuda nel suo letto. Non è possibile che il mio cuore ancora impazzisca al solo pensiero delle sue mani su di me. Non posso lasciarmi soggiogare da lui e dal mio maledetto cervello che a quanto pare non ha ancora capito che tutto ciò è sbagliato, che non voglio assolutamente stare male ancora.
«Ti prometto che cercherò di non ferirti»
Per quale motivo le sue parole suonano così belle alle mie orecchie e così false al mio cervello?
Si, beh, probabilmente perché ora sono più cosciente del fatto che questa si una balla grande come la scatola che la contiene.
Abbasso lo sguardo nel tentativo di cercare una risposta, magari il parquet può darmi un'aiuto, «Come posso esserne sicura, Luke? Mi hai già mentito una volta, io..»
«Lo so, India, ma ero più piccolo e sciocco. Lo sai anche tu che non ero troppo sveglio. Ora le cose sono cambiate, ti voglio nella mia vita. Probabilmente non sono nemmeno l'unico a volerlo» lascia sottintendere gli altri membri della sua comitiva di imbecilli.
Alla fine, però, vale la pena di vivere una vita senza rischi? Non credo, o almeno non la mia.
Mi pentirò delle mie scelte? Come sempre, ma la fortuna è che continuando a sbagliare dopo un po' ci fai l'abitudine e riesci a superare i traumi più velocemente. Più o meno..
«Ok, ma al primo strike sei fuori» lo avverto.
Non ho intenzione di transigere su questo punto.
«Sei sempre così autoritaria» alza gli occhi al cielo sorridendo.
«Le cose non sono cambiate poi troppo, no?» sorrido.
«Beh, si. Ora sei più alta, hai i capelli ricci, non nascondi più le lentiggini e bevi come un alcolista»
«Io non bevo come un'alcolista!» replico offesa «Siete voi che siete delle pappe molli»
Non ho colpa se il mio fegato è passato attraverso momenti di gran poca lucidità dove la sobrietà era solo una fioca luce in fondo al tunnel.
«Dieci shots in 3 minuti non sono da principiante, India, di tequila inoltre!» mi beffeggia.
«Sei invidioso? Mi spiace se il tuo orgoglio si sente scalfito nell'animo dal fatto che una donna sia più forte»
«Oh, quindi tu saresti una donna? Sei una ragazzina, andiamo» fa una smorfia simpatica.
«Questa notte non ero una ragazzina, però. O sbaglio?» dico, uscendo dalla stanza.
Era un'uscita d'effetto? Diamine se lo era!
Rimane in silenzio per un po' fino a che non lo sento borbottare a bassa voce e inseguirmi «Non puoi dire certe cose e poi scappare»
«Sempre meglio che non dirle affatto, non credi?»
«Da quando hai sempre la risposta pronta? È colpa della tua amica tutta meditazione e incenso?» alza un sopracciglio, confuso.
Sorrido divertita «Genesis non c'entra nulla, sono solo cresciuta»
«Ragazzi! Sono felice di vedere che non vi state lanciando delle frecce addosso» Michael si unisce a noi e sorride tutto contento. Appoggia un braccio sulle mie spalle e io lo guardo in tralice «Questo non ti da il permesso di usami come bastone della vecchiaia, anche perché non mi sembri così vecchio» sposto il suo braccio velocemente.
«La cara vecchia India, il fatto che ora tu sia più grande non significa che ti possa prendere certe libertà, c'è una gerarchia da rispettare» ammicca.
Già, me lo ricordo bene Michael. Coglione e sbruffone, in modo quasi simpatico e delle volte imbarazzante però.
«Quale? La gerarchia degli imbecilli? Felice di non farne parte allora» dico, chiudendomi la porta del loro appartamento alle spalle.
Sono felice che io e Luke ora stiamo cercando di riappropriarci del nostro rapporto passato? Non lo so ancora. È che...come posso dimenticare certe cose? Sono disposta a mettere da parte il rancore e lasciare che gli avvenimenti nuovi mi investano?
«Allora, voglio sapere tutto! Vi siete baciati? Oh no, aspetta, non dirmi che siete stati a letto di nuovo» Genesis mi accoglie con energia, come sempre.
«No, non farò di nuovo questo errore» rispondo, lasciandomi cadere sul divano con decisamente poca grazia e delicatezza.
Il suo sguardo la dice lunga su come la pensa e ho paura ad ammettere che forse questa volta non si sbaglia.

Lover of mine || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora