Se la mattina ha l'oro in bocca oggi io sono ricca. Guardo il posto nel letto accanto a me e ci metto un po' a ricordarmi che questa mattina non dovrebbe essere vuoto.
Mi allungo per cercare qualche indizio sulla sparizione del mio ospite ma non trovo nulla. O meglio, qualcosa effettivamente c'è ed è un biglietto piegato male, che recita:
"Sono andato a prendere la colazione
Xo"
Ottimo, sono davvero ricca, questa mattina mangerò addirittura delle brioches calde, se gli occhi a cuore non fossero solo un'emoji penso che il mio volto al momento potrebbe essere un valido sostituto.
Mi alzo e mi stiracchio, sentendo più o meno tutti i muscoli farmi male a causa del troppo movimento che ho fatto in poco tempo. Di certo non ero più abituata a fare attività e nemmeno sesso, quindi sono sicura che sia normale il fatto che per sedermi sul gabinetto mi devo reggere al termosifone accanto a me e al bidet dall'altra parte. Sollevarmi sarà ancora più divertente, immagino.
«Buon giorno raggio di sole!» Mi accoglie Genesis, in cucina, appena entro.
Radiosa come sempre, sono felice di notare «Buongiorno, oggi i tuoi Chakra sono allineati? Sei molto felice»
«Fiorellino mio, anche i tuoi dovrebbero esserlo dopo la serata di ieri» sorseggia graziosamente del caffè dalla sua tazza preferita, ammiccando.
Arrossisco leggermente e alzo le spalle «Immagino che dovrebbero»
«A proposito, dov'è finito il tuo bello?»
«È andato a prendere la colazione» sospiro, sorridendo.
«Se non la porta anche a me partiamo con molti punti in meno nella tabella qualitativa, lo sai»
Rido e annuisco «Ne sono consapevole»
Mi rendo conto che non mi sono ancora messa a posto e sembra che la mia faccia sia stata luogo d'incontro per una rissa tra gang, i miei capelli non hanno un vero senso anche se a questo sono abbastanza abituata in realtà, quindi decido di legarli in una crocchia disordinata e mi avvio verso il bagno.
Il campanello trilla interrompendo il mio percorso, vado ad aprire la porta già assaporando il gusto di una buona brioche e di un cappuccino fatto bene, anche se ho una strana sensazione addosso.
«Finalmente le mie brioche!» esclamo, aprendo la porta.
Forse devo iniziare a dare ascolto alle mie sensazioni, forse sono davvero una sensitiva e devo pensarci due volte prima di fare le cose. Si, anche se si tratta solo di aprire la porta.
Luke mi osserva confuso e serioso. Brutta combinazione di mattina, sinceramente.
«Ciao..»
«Ciao, ti serve qualcosa?» Forse è la mia mise che lo confonde, ed effettivamente è comprensibile visto che indosso solo una camicia più grande di me e dei boxer da uomo. È tutto mio, giuro, non ho dovuto rubare i vestiti a Derek, fanno parte della mia collezione "cuore infranto", oggetti mai richiesti dai legittimi proprietari che per la legge delle "24 ore" ora sono miei. Se un oggetto viene lasciato a casa mia e il proprietario non lo richiede entro 24 ore il proprietario divento io, o Genesis, dipende di chi è l'ospite.
«Uhm si, avete per caso della farina?» chiede, mostrandomi un barattolo vuoto.
Domanda interessante, per il momento non so bene cosa ci sia nella dispensa ma possiamo provare a controllare.
«Vediamo subito, entra pure» dico, spostandomi. Non sono particolarmente felice di questa visita, ma mi ero ripromessa che Luke Hemmings sarebbe rimasto fuori dalla mia testa, non dalla mia casa. Scherzo, ovviamente.
«Allora? Queste brioches?» Dice Genesis voltandosi verso di me, fermo poi rimanere di sasso e lanciarmi un'occhiata veloce.
Non sono nelle mie migliori condizioni, ok, ho capito e sicuramente questa non è stata una buona scelta. Potevo farlo aspettare sulla soglia, è vero, perché non ci ho pensato prima?
«Brioches?» Chiede Luke, confuso.
«Uhm si..stiamo aspettando delle brioches per colazione» dico, cercando la farina nei vari armadietti della dispensa. Se solo sapessi dove Genesis mette le cose, ogni tanto le piace togliere tutto e ridisporre a suo piacimento solo perché le va e crede sia un modo fantastico per scaricare lo stress.
Se solo poi non stressasse di più me perché non riesco a trovare mai nulla!
Afferro il pacco di farina quando finalmente lo individuo e lo lascio in mano a Luke «Ecco, tienilo pure tutto, tanto dobbiamo andare a fare la spesa» dico, facendo spallucce. In parte è vero e in parte in realtà è che metà delle cose che compriamo poi non le mangiamo o usiamo mai quindi rimangono li per secoli a creare ottime abitazioni per i batteri.
«Beh, grazie allora» alza un angolo della bocca e mi osserva, facendomi sentire a disagio. È come se davanti a lui mi sentissi sempre nuda ed esposta, come se qualsiasi cosa facessi o dicessi lui mi leggesse un po' più a fondo di quanto dovrebbe.
«Figurati, spero non sia scaduta più che altro» e ahimè sono sincera, non ho controllato veramente.
La porta di casa si chiude facendomi sussultare un po', mi ricordo anche di insultarmi perché sicuramente potevo evitare di lasciare la porta di casa aperta. La prossima volta magari invito direttamente i malintenzionati dentro casa e gli indico dove trovare tutto quanto, e perché no gli preparo anche una tazza di tè.
«Ho le brioches!» La voce di Derek si propaga per tutto l'appartamento fino ad arrivare alla cucina, dove siamo ancora tutti qui.
Esatto, proprio tutti.
Luke mi guarda confuso, come se non capisse il motivo per cui una voce maschile sia in casa mia e stia urlando che ha delle brioches. Brioches di cui abbiamo parlato e che appunto stavamo aspettando.
«Ehi» Derek entra in cucina appoggiando il sacchetto e il porta bevande sull'isola, accorgendosi subito dopo della presenza di una persona in più che regolarmente non dovrebbe esserci.
Si avvicina a me e mi lascia un bacio a fior di labbra a cui ricambio un po' imbarazzata. È solo che davanti agli altri, dove per "altri" intendo chiunque a parte me e la persona in questione, non mi piace troppo avere questo tipo di interazione. Mi piace che le mie cose private rimangano mie e private, semplice.
Allungo le labbra in un sorriso e «Grazie, sei stato molto gentile» dico, sincera. Praticamente nessuno mi aveva mai portato la colazione dopo un'appuntamento, anche se già ieri sera sentivo un feeling diverso con Derek, come se in lui potessi trovare un rifugio sicuro.
«Derek, piacere» gli sorride amichevole.
«Luke Hemmings» è la risposta che invece riceve, non così tanto amichevole. Si stringono le mani a vicenda e continuano a guardarsi come se fosse una sfida a chi abbassa lo sguardo per primo, per un attimo mi sembra di essere nel far west e che a breve contemporaneamente tireranno fuori delle pistole dalla fondina.
«Beh! Ti serve altro Luke?» Genesis interrompe il silenzio, fortunatamente «Vuoi del caffè?»
«Oh, no grazie. Penso che ora tornerò nella mia cucina sperando di non darle fuoco, non sarebbe carino per i miei coinquilini svegliarsi con un incendio»
Rido e concordo «Puoi sempre dare la colpa a Michael e dire che aveva dimenticato il forno acceso» alzo le spalle, divertita nell'immaginare una scena simile.
Luke mi sorride e per un attimo, giuro, solo un breve attimo, penso "al diavolo il self love, calpestami come solo tu sai fare!", ma per fortuna è un pensiero molto veloce, fugace che non ha bisogno di alimentarsi poiché si spegne subito.
Vorrei che su Wikihow spiegassero step by step come superare l'infatuazione per Luke Hemmings, forse così ci riuscirei definitivamente.
Derek ci osserva leggermente infastidito e «Beh, allora..mangiamo?» Interrompe il nostro breve scambio di battute.
Annuisco «Vieni, ti accompagno alla porta» da brava padrona di casa, mi sembra giusto e corretto.
Assolutamente.
«Comunque, grazie per la farina..hai salvato la nostra colazione» sorride, maledetto.
«Non sono così crudele da lasciare addirittura quattro persone senza cibo» alzo le spalle.
«Senti India, noi poi non abbiamo più avuto modo di»
«India! Muoviti o finisco anche la tua!» urla Genesis dalla cucina.
Alzo gli occhi al cielo e sbuffo. Non ricordavo fosse così poco paziente la mia amica.
«Vabbè, vado che altrimenti sarò io a non mangiare» sorrido «Ah no, cosa stavi dicendo?» Forse era qualcosa di serio e importante? Sarebbe il momento perfetto per evitarlo allora.
«Niente, lascia perdere. Ciao» fa un veloce gesto con la mano e poi si volta, raggiungendo con poche falcate le scale e scendendo verso casa sua.
Non mi importa del fatto che probabilmente si sia offeso, non mi importa nemmeno del fatto che ci sia potuto rimanere male magari, ora come ora mi importa solo di poter mangiare la mia brioche e di poter continuare la mattinata in santa pace.

Lover of mine || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora