Martellanti dubbi mi scombinano la testa da tutto il giorno, oggi non mi sento per nulla serena. Sono giorni che continuo a pensare alla conversazione con Luke dell'altra sera e a chiedermi cosa sarebbe successo se non mi fossi fermata in tempo.
Ha senso che io continui a convincermi del contrario rispetto a quello che il mio cuore continua a dirmi? O anche solo la mia testa, ad essere più onesti, visto che è la parte più indecisa di tutto.
Realizzare il fatto che dovrò sicuramente parlare con Derek per chiarire la situazione tra di noi mi colpisce con un'ondata di brividi lungo la schiena. Odio dover fare queste cose, mi sento una persona orribile ogni volta e non riesco a darmi pace per periodi infiniti.
Eppure, so che la cosa migliore da fare ora è questa. Non sono pronta per una relazione con Derek, ma nemmeno con Luke. Per come stanno le cose ora, credo di dover fare un ritiro in stile eremita sul monte più alto, della città più lontana, nel paese più sconosciuto.
Sicuramente Genesis conosce un bel posto da consigliarmi.
«India!» Improvvisamente la porta del mio ufficio si apre e la faccia dai lineamenti duri e decisi di Rick, il mio capo, si palesa nel mio ufficio. Un'entrata ad effetto, devo dire, e anche dai toni velatamente drammatici.
Sobbalzo leggermente sulla sedia cercando di compormi subito. Per fortuna non ho urlato, sarebbe stato troppo imbarazzante.
«Ciao Rick, dimmi pure» poteva pure bussare, non gli prendeva fuoco la mano.
«Ho letto il tuo articolo di ieri, posso dirti che sono rimasto incantato dalla tua forma?»
Mi sento particolarmente confusa, per quale motivo è piombato nel mio ufficio solo per adularmi con qualche complimento? Sono piuttosto sicura che gli serva qualcosa.
«Grazie, non credo fosse uno dei migliori però se sei interessato a leggerne altri..»
«No, no grazie, non ora. Vado un po' di fretta, sono venuto solo a farti i complimenti» mi interrompe.
In che senso? Che sta succedendo? Sono inconsapevolmente finita in Squid Game?
«E a proporti un nuovo lavoro. So che non ti piace particolarmente scrivere di queste cose, eppure io credo che tu abbia dimostrato tutto il contrario» conferma le mie paure.
«Rick, questo è perché non mi hai mai dato altro da scrivere» confesso «Cioè, non ho mai potuto sperimentare in altri campi ecco»
«Ma no, India, ti ho dato tutti i lavori più importanti» non vorrei essere ripetitiva, però, in che senso?
La massima punta è stato quando sono andata a casa delle Kardashian a LA e loro nemmeno c'erano. Ho dovuto parlare con il personale della casa per farmi dire la loro quotidianità, che cosa mangiassero, che tovaglioli usassero e se l'argenteria fosse Hermès o Cartier.
Temo non si possa proprio considerare l'apice della mia carriera, anzi, forse proprio il contrario.
«Senti, sei l'unica persona qui dentro che mi farebbe stare male perdere. Concedimi un ultimo progetto in cui vorrei coinvolgerti» dove per "coinvolgerti" intende che dovrò fare tutto io e poi mi prenderò solo una parte dei meriti.
«Sentiamo» mi permetto di essere leggermente scocciata perché temo che lui mi abbia un po' offeso dicendomi che dovrei limitarmi al mondo del gossip e molte altre cose che io ritengo frivole.
«C'è una band che si è trasferita da poco tempo a New York e sono discretamente famosi» inizia e io sento puzza già di fregatura «Vorrei che tu li intervistassi. Una cosa tipo le domande di Vogue alle star famose. Qualcosa di simile, che però spazia dalla vita personale alla carriera o alle abitudini di quelle persone. Sarebbe perfetto se riuscissi a rubare qualche confessione segreta magari, ma non è del tutto necessario»
Cosa gliene può fregare alle persone se uno alla mattina si mette a fare i gargarismi con lo zenzero e il limone o meno io veramente non lo capirò mai. Eppure, viste le copie vendute dell'ultimo numero della rivista, sinceramente i dubbi iniziano a venirmi. Forse sono solo io a non essere interessata a queste cose.
«Rick..» Mi lascio andare ad un sospiro «Sarà l'ultima volta che scriverò di questo, poi per favore fammi passare ad altro»
Nonostante l'espressione leggermente abbattuta, accetta «Va bene, India. Sono lo stesso convinto che questa possa essere la tua strada, devi solo trovare il modo di renderla piacevole» mi sorride bonariamente e si alza dalla sedia.
«Oh, giusto, quasi dimenticavo! Chi è questa band?» Gli chiedo, un po' per curiosità e un po' anche perché voglio essere preparata discretamente per l'intervista. Dovrò preparare una sfilza di domande, il che mi fa già rabbrividire.
«Non te l'ho detto prima? Fa lo stesso, si chiamano Five Seconds of Summer, cercali su internet, sono bravi» poi si chiude la porta alle spalle.
Forse è davvero arrivato il momento di trovare la persona che gestisce dall'alto la mia vita e di dargli qualche dritta.

Lover of mine || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora