Le feste sono il periodo più incasinato dell'anno, soprattutto a New York dove lo spirito natalizio ti investe senza remore e invade la città, creando quell'aria magica che solo respirandola ti sembra di essere dentro una sfera di vetro, insieme ad un piccolo villaggio e neve brillantina che scende sui tetti.
Ecco, in questo esatto momento mentre sto camminando per le vie colme della città, mi sento una bambina che riscopre il natale per la prima volta. Non lo so il perché ma fino ad oggi credo di non aver mai vissuto veramente bene il Natale qui a NY, forse perché in Australia c'è caldo in questo periodo e io non mi sono veramente ambientata ancora o forse perché i miei genitori non mi hanno mai davvero fatto sentire una bambina il giorno di Natale. Ad ogni modo, sono in estremo ritardo visto che dovevo essere a casa ancora un'ora fa ma sono rimasta ferma imbambolata a guardare le vetrine dei negozi meticolosamente decorate. È solo grazie al freddo che mi sta penetrando nelle ossa se mi sto muovendo a ritmo di marcia.
Genesis mi sta aspettando per cenare e non voglio farla attendere ancora perché scommetto che sarà già irascibile. Fingerò di avere l'orologio sull'ora sbagliata in modo da non farla arrabbiare troppo con me, in fin dei conti è lei quella sempre in ritardo delle due, se per una volta succede a me non penso se ne debba fare una questione di stato.
«Sono a casa!» Urlo «Scusami per il ritardo, sono stata trattenuta dal caos» dico, liberandomi del cappotto e la sciarpa e frizionandomi le mani per scaldarle. Mi sembra di andare a fuoco dal freddo, è come se non avessi più sensibilità ma allo stesso tempo le gambe mi bruciassero.
Non sentendo risposta da Genesis mi preoccupo e vado in cucina, trovando un biglietto sull'isola della cucina.
"Sei in ritardo e io questa volta stavo morendo di fame, sono da Ashton se mi cerchi
xx Gen"
Non faccio nemmeno in tempo a riflettere sul messaggio del biglietto che il rumore di qualcuno che bussa alla porta di casa mi sorprende.
Che sia già tornata? Improbabile, non penso sarà a casa nemmeno fra due ore sinceramente.
L'esperienza della vita mi insegna che devo smetterla di aspettarmi sempre e solo cose logiche, infatti appena apro la porta rimango piacevolmente sorpresa.
«Ti va di mangiare indiano questa sera?» Luke sventola davanti alla mia faccia una serie di confezioni di alluminio che profumano di spezie e bontà.
Chi sono io per dire di no? Una pazza forse?
«Accetto più che volentieri, nel mio stomaco si è formata da una voragine» lo faccio accomodare in casa.
«Non volevo disturbarti, ma Ashton mi ha bidonato per Genesis» appoggia il sacchetto con il cibo sull'isola della cucina. Estraggo due sgabelli infilati in modo pratico sotto la tavola e spero che le gambe di Luke non gli arrivino alla gola, non è colpa mia se è alto quanto una giraffa.
«Ti capisco, Genesis mi ha bidonato per Ashton» alzo le spalle, inforcando del pollo Tandoori che mi fa sospirare dalla bontà «O meglio, il mio ritardo mi ha fatto essere bidonata da Genesis per Ashton» rettifico.
«Quindi in realtà è colpa tua se il mio amico è stato rapito dalla tua amica?» Ride infilzando con la forchetta dei Samosa.
«Scusa ma tu mangi i Samosa con la forchetta? Chi sei, il principe William?» Commento, divertita.
Dai, è come mangiare la pizza con coltello e forchetta, un'insulto all cultura.
«Non mi piace la sensazione dell'unto sulle dita» dice, per nulla toccato dal mio commento.
Per un po' mangiamo in silenzio, godendoci la tranquillità improvvisa di questa serata.
«Allora, riguardo quello di cui abbiamo parlato quella sera..»
Sento le palpitazioni aumentare, forse questa tranquillità è in realtà un castello di carte molto debole a cui basta il minimo soffio d'aria per crollare e distruggersi.
«Si..ecco, devo dirti a proposito di questo..»
Luke mi interrompe prima che io possa continuare, e per fortuna aggiungerei «No, no, tranquilla. Non volevo parlare di quello, cioè in realtà proprio quello che ti ho detto mi ha fatto venire un'idea»
Posso essere spaventata? È lecito da parte mia?
«Ok, basta che non si tratti di fare cose come il volo della fiducia o paracadutismo estremo legati ad un tronco» dico, mettendo le mani in avanti.
Ride «Nulla di tutto ciò, te lo giuro, tra l'altro non penso nemmeno di avere il coraggio di lanciarmi da un aereo legato ad un tronco» grazie a Dio «Ti va se giochiamo al gioco delle dieci domande?» E forse mi sembra una proposta quasi più estrema di lanciarmi da un aereo senza paracadute.
«Mi sembrava un'idea pazzesca prima di dirla ad alta voce, se posso essere sincero» si gratta la nuca imbarazzato e non posso fare a meno di trovarlo tenero. Nello stesso modo in cui trovavo tenero il suo stuzzicarsi il piercing al labbro nei momenti di imbarazzo, ahimè.
«No no, va bene. È una bella idea!»
«Sicura?»
«Non lo so, se me lo chiedi un'altra volta potrei cambiare idea» scherzo «Ma credo sia giusto stabilire dei limiti, immagino»
Annuisce «Certo, non voglio che diventi una cosa indecente o che possa mettere a disagio uno dei due. Ah, ovviamente non può giocare anche il tuo rancore nei miei confronti»
Non riesco a non trattenere una mezza risata «L'ho lasciato parcheggiato in garage prima di salire, tranquillo» ammicco.
«Allora, visto che l'idea è stata mia inizio io!» Dice, sorridendo «Dunque, fammi pensare..» Dopo qualche secondo di riflessione i suoi occhi si accendono di curiosità «Qual è il tuo colore preferito?»
Rimango più scioccata da questa domanda che se mi avesse chiesto a che età ho perso la verginità. Domanda che, tra l'altro, il Luke Hemmings che conoscevo io avrebbe fatto come prima e anche come ultima. Ma è anche vero che l'obiettivo di questo gioco è proprio quello di tornare a conoscerci.
«Il colore del tramonto»
«Wow, elaborato, potevo aspettarmelo effettivamente da te»
«Non dire sciocchezze, in che modo potevi aspettartelo?»
«Non ti piaceva ammetterlo nemmeno tempo fa, ma ho sempre saputo questa cosa» se non fosse vero gli direi che non ha assolutamente senso e che si sbaglia, invece dovrò rimanere in silenzio. Più o meno.
«Di che parli?»
«Ti mettevi sempre sul balcone della tua camera ad osservare il tramonto, tutti i giorni. Se non hai fatto cementare la finestra di camera mia a causa dell'odio dovresti ricordare che da proprio sulla tua stanza, quindi era facile vederti» con un'alzata di spalle fa cadere l'argomento, come se non avessi appena scoperto di essere osservata tutti i giorni.
«Tu mi spiavi?!»
Sembra quasi offendersi «Prima di tutto io non ti spiavo! Se ti metti sul balcone tutti ti possono vedere, India. E poi ero il tuo migliore amico, non un guardone» chiarisce, come se potesse cambiare le cose. Anche se, effettivamente, le cose le cambia.
«Va bene, ok, non continueremo ad oltranza su questo. Anche perché ora è il turno della mia domanda» anche se in realtà non ne ho ancora una.
In questo momento ci sono diverse parti di me che si stanno chiedendo quanto io possa spingermi in la e anche quanto effettivamente io voglia sapere. Non voglio fare il passo più lungo della gamba e poi pentirmene.
«Ok, mi hai mai dedicato una canzone?» Gli chiedo, così, a bruciapelo, perché coraggiosa si e stupida pure. Vorrei quasi subito ritirare quello che ho detto ma se lo facessi non riuscirei a togliermi questo dubbio che continuerebbe a importunarmi la mente.
È veramente breve l'espressione di leggero stupore che gli vedo sul volto «Si» risponde, senza esitazione.
«Davvero? Quale?» Anche se in realtà ne avrei almeno altre mille. Davvero?
«Hai già fatto la tua domanda» mi ricorda. Dannazione!
«Bene, per quale giornale lavori?» Che ottima domanda, ma non sono sicura di volerglielo dire. E se poi scoprisse che sarò proprio io a fargli un'intervista? Volevo mantenere l'effetto sorpresa, soprattutto perché così mi sarei evitata tutti i "te l'avevo detto che sarebbe successo" da parte di Luke che con la probabilità del 100% sarebbero arrivati.
«Non importa, ti ho fatto una domanda e tu devi rispondere»
Sbuffo e trangugio un Kati Rool come se da questo ne dipendesse la mia vita «Céline» dico, sperando davvero non lo conosca.
«Davvero? Mia madre ha sviluppato una dipendenza da quella rivista» commenta, lasciandomi non poco perplessa «Dice che chi scrive gli articoli migliori sei proprio tu» mi tocca usare ancora il cervello per arrivare alla conclusione che in realtà le domande che mi sta facendo hanno solo bisogno di conferma, non di risposta. Lui sa già le risposte.
«Lo sapevi già!»
Annuisce «Ci hanno contattato la settimana scorsa per un'intervista. Ho chiesto il nome della giornalista che la farà e fatalità sei tu, ma tu non mi hai detto nulla e quindi..»
«Luke, lo sapevi già! Devi farmi domande di cui non conosci la risposta» gli ricordo, forse l'ha dimenticato e ora crede di stare facendo una gara a chi conosce meglio India tra me e lui. Spoiler: non lui.
«Perché non me l'hai detto?»
«Che canzone mi hai dedicato?»
Per un attimo rimaniamo in silenzio entrambi, io perché sto aspettando che risponda alla mia domanda e lui probabilmente perché sta pensando a quanto orribile sia stata questa idea del gioco delle domande.
«Non è mai stata pubblicata, non la conosci» alza le spalle.
«Beh almeno dimmi il titolo»
«Dovrei considerarla come una domanda questa? Perché allora dovrai rispondere prima alla mia temo» picchietta il dito indice sul tavolo.
«Perché non me l'hai detto?»
«Perché non volevo mi prendessi in giro davvero..» Non so se sentirmi meglio o peggio dopo averlo detto, anche perché chissà se lui si ricorda davvero quella conversazione.
«Se non ricordo male io te l'avevo detto che ti avrei preso in giro per questo un giorno, penso proprio che quel giorno sia arrivato» sorride.
Perché d'un tratto sento le ginocchia deboli? Pure da seduta, tra l'altro. Hanno alzato il riscaldamento? Non fa così freddo, dai.
«Lo ricordi davvero?» Abbasso lo sguardo, improvvisamente timida.
«Perché non dovrei? Dirti che avevo ragione è la cosa più soddisfacente che abbia mai fatto» ride «Solo che pensavo che non volessi scrivere di me..» Mi provoca, facendomi scattare sull'attenti velocemente.
«Prima di tutto non è che posso permettermi di dire di no ai lavori solo perché non mi piacciono» dal mio arco vedo partire una freccia, piccola e innocua «E poi è un favore che faccio al mio capo, secondo lui sono brava in questo e quindi..» Borbotto, non esattamente come il ritratto dell'entusiasmo.
«Non credi di essere brava? Secondo Liz Hemmings sei la migliore, dice che la tua ironia tagliente rende gli articoli noiosi divertenti»
Mi era effettivamente venuto il dubbio sul perché la mamma di Luke apprezzasse quel tipo di articoli, da quel che ricordo le piaceva fare i sudoku e le parole crociate, di certo non leggere di Kim Kardashian o le stranezze delle star.
«Oh..» Non ho molto da dire, sinceramente. Devo pensare all prossima domanda e la mia creatività inizia già a scarseggiare.
«Hai mai voluto mollare tutto e scappare da qualche parte?» gli chiedo, essendo il mio turno. A che numero di domande siamo arrivati?
«Io no, non ancora almeno, ma Calum si. Forse anche Ashton ad un certo punto, però si è ripreso velocemente» la risposta non mi sciocca tanto, forse perché in realtà me l'aspettavo. Questa è la cosa migliore che gli potesse capitare, vivere facendo quello che gli piace davvero e che lo fa stare bene, rinunciare ad una cosa così dopo averla ottenuta è un'idea che non gli si addice molto.
«Cosa hai fatto dopo che ce ne siamo andati?»
«Ho dato una festa perché finalmente non vi avevo più tra i piedi»
Corruga le sopracciglia «Non è vero!»
«Che ne sai, mica eri li» rido, prendendolo in giro.
Mi spintona scherzando ma non basterà per farmi dire ad alta voce che ho pianto per un mese intero prima di riuscire a pensare a loro senza crollare di nuovo in un pianto isterico.
«Immagino tu abbia incontrato Genesis..»
Annuisco «Si, per fortuna» sorrido pensando davvero a quanto sia stata fortunata a trovare una persona buona come lei e soprattutto in un momento così importante.
«Va bene, che ne dici di rendere queste domande un po' meno noiose?» Chiedo, dal momento in cui toccherebbe a me farne una.
«Ehi, sei tu la giornalista, dovresti sapere come fare il tuo lavoro» mi prende in giro.
«Cercherò di non offendermi e di essere buona con la prossima domanda allora» mento, non ho nemmeno mezza idea in realtà.
Dopo qualche attimo di riflessione finalmente qualcosa mi viene in mente «Sei mai stato con una fan?» È mera curiosità, non è una cosa davvero importante e se non volesse rispondere è libero di non farlo, non mi offenderò di sicuro.
«Si. Lo rifarei? Non penso, era una cosa figa quando avevo diciotto anni, ora mi sembra di essere un predatore sessuale» dice, facendo una smorfia che mi fa scoppiare a ridere. L'intera sentenza, in realtà, mi ha fatto ridere.
«Non penso proprio che tu sia un predatore sessuale» dico, continuando a ridere. È difficile smettere una volta iniziato, è difficile soprattutto ritrovare del contegno.
«Dai, tocca a te, anche se io non ho ragazzine e ragazzini che si prostrano ai miei piedi posso comunque essere interessante»
Scuote la testa divertito e si ferma a pensare. Io di sicuro non dovrei fermarmi a pensare, soprattutto perché in questo momento l'unica cosa che non vuole uscire dalla mia testa è proprio Luke.
«Vorrei sapere se Derek ti rende davvero felice» questa domanda mi lascia a bocca discretamente aperta, dico discretamente perché almeno questa volta non l'ho spalancata come una portaerei, come di solito accade.
Abbasso lo sguardo, colpita sul vivo.
La tentazione di dirgli "si, mi rende felice e vorrei sposarlo" è veramente alta, giusto per vedere la sua reazione. Non lo farò, ovviamente, perché sono una persona sincera e non avrebbe comunque senso.
«Uhm..ecco, in realtà abbiamo deciso di smettere di frequentarci e di rimanere solo amici»
I suoi occhi azzurri saettano direttamente dentro i miei e mi fanno arrossire come se non fossi già abituata ad osservarli, come se non li conoscessi a memoria.
«Perché? È per..»
«N-no» balbetto e non so nemmeno il perché «Ho capito che vorrei del tempo per me, da sola» forse «Devo capire di cosa ho veramente bisogno»
«Spero che ad un certo punto, magari, tu possa anche pensare di avere bisogno di me..» Dice, anzi quasi sussurra, riesco a sentirlo solo perché siamo abbastanza vicini.
Vorrei poter essere meno sincera con me stessa e dirmi che sicuramente il suo nome non apparirà mai tra le cose di cui posso avere bisogno, eppure c'è sempre una parte di me che si diverte di più a farmi agonizzare nei miei stessi pensieri.
«Luke non è che io non ti voglia nella mia vita o altro, è che per me è strano. Io ho sperato per così tanti anni il tuo ritorno nella mia vita senza mai vederti tornare che ad un certo punto mi sono pure domandata se mi avresti mai riconosciuta in mezzo ad altre persone» confesso, sentendo lo stomaco un po' alleggerirsi. Temo proprio che il nostro gioco ormai si sia concluso per questa serata.
«Non riuscirei mai a non riconoscerti India, nemmeno in mezzo ad una folla di persone impazzite. So che non ti sembra vero perché alla fine dal signor Cheng non c'era nemmeno la folla, però vorrei spiegarti che in quel momento ero scioccato e credevo di aver avuto un'allucinazione»
Questo non me l'aveva mai detto; credevo che avesse creduto davvero alla mia balla.
«Non sono stata credibile quando ho detto di non conoscerti?»
Arriccia il naso, divertito «Decisamente no, non riusciresti mai a mentirmi davvero, lo sai» maledizione, odio il fatto che abbia ragione e odio anche di più il suo atteggiamento così sicuro e sfacciato. Odio anche il fatto che in realtà mi piaccia più del dovuto e che non odio davvero tutto ciò.
Alzo le spalle «Non puoi esserne così sicuro davvero, magari per alcune cose riesco davvero a mentirti» mi pizzico un labbro con le dita, divertita.
Mi alzo dallo sgabello e inizio a buttare via le confezioni vuote della cena. Devo dire che era tutto veramente delizioso, mi informerò sul ristorante da cui ha preso il cibo perché lo riproporrò sicuramente a Genesis.
«Magari si...o magari no» alza le spalle «Aspetta, ti do una mano» dice, aiutandomi a buttare le confezioni e i sacchetti vuoti.
«Non c'è bisogno, faccio io» non esiste che a casa mia un ospite mi aiuti a fare qualcosa.
«Se non ti aiutassi ora, sognerei la faccia di mamma Liz che mi rimprovera per essere un tale maleducato. Figurati poi se sapesse che non ho dato una mano proprio a te» ride e io con lui.
Mi manca mamma Liz, le sue torte e i suoi abbracci che sapevano sempre di calore e famiglia.
«Hai ragione, Liz ha cresciuto quella meraviglia di Jack, poi qualcosa deve essere andato storto con te perché proprio non si spiega» lo prendo in giro, nonostante in fondo io sia seria. Jack Hemmings è il mio Hemmings preferito, non ci sono dubbi su questo. A tredici anni credevo che l'avrei sposato, ovviamente dopo aver capito che Luke non era nemmeno il più bello della famiglia, e che saremmo sempre stati felici e contenti insieme. Alla fine sono riuscita a conquistare solo il cane degli Hemmings, che comunque non è niente male come vittoria e anzi a posteriori meglio così, almeno non mi ha mai morso.
«Hai ancora una cotta per mio fratello?» Sembra scioccato, come se fosse una cosa strana. Io mi sono promessa a Jack con un anello di cipolla al dito, ovviamente ho ancora una cotta per lui e sempre l'avrò.
«Perché, conosci qualcuno che non ce l'abbia?» Inarco un sopracciglio.
Sbuffa e alza gli occhi al cielo «Lo sai che si è sposato?»
«E non con me?!» Fingo di essere offesa.
«Scusa dovrei essere geloso di mio fratello? Che tra l'altro non è nemmeno il più bello degli Hemmings» borioso e talmente tenero che vorrei stringergli le guance tra le dita.
«Luke non essere cieco e sciocco, Jack ha qualcosa che tu non hai» gli colpisco il braccio scherzosamente.
«Cosa?»
Ora sarò banale «Un cervello» ridacchio.
«E qui ti sbagli! Guarda che sono io quello più intelligente» riflette brevemente su quello che ha detto «Ok, in realtà è Ben il più intelligente, ma ciò vuol dire che non lo è nemmeno Jack e questo mi basta»
Non riesco a trattenere una risata parecchio divertita «Va bene Luke, non sarò io a farti cambiare idea»
Guardo l'orologio e strabuzzo gli occhi quando mi rendo conto che ormai è già mezzanotte. Genesis non è ancora tornata tra l'altro, ma non penso sia il caso di disturbarla.
Non siamo riuscite a parlare ancora dell'appuntamento dell'altra sera ma immagino che i miei sospetti fossero corretti e che ora lei e Ashton abbiano definito la loro relazione, finalmente.
«Accidenti, domani mattina non riuscirò mai a svegliarmi presto» sbuffo, arrendendomi già alla mera realtà.
«India, è solo mezzanotte..»
«Prima di tutto togli quel "solo" come se fosse nulla di che, io ho un orologio biologico da soddisfare e la mia necessità è riuscire a dormire almeno sette ore a notte per riuscire ad avere le sembianze di un essere umano domani» tra l'altro se penso che devo andare a compare i regali di natale mi viene da piangere.
«Cosa fai a Natale?» Mi chiede, sorprendendomi.
«Sinceramente ancora non lo so, mi era balenata l'idea di tornare a casa ma è stata un'idea tanto veloce quanto stupida»
Mi guarda confuso, giustamente.
«Diciamo che nell'ultimo periodo io e i miei siamo un po' in una situazione di stallo»
«Non capisco..perché?» Ripeto, è giusto che sia confuso. Lui ha un bel ricordo dei miei genitori, li ricorda come quelle brave e buone persone che l'hanno sempre ospitato anche nelle peggiori condizioni senza mai fare commenti o sgridarci. Ha perso però tutta la parte in cui mio padre ha iniziato ad abusare di alcool e mia madre ad esaurirsi per questo, sfogando le sue frustrazioni su di me. Motivo per il quale ora mi trovo qui e ci sentiamo il meno possibile, soprattutto perché io non mi faccio quasi mai viva. Nonostante mia madre provi a convincermi del fatto che ora le cose vadano meglio e che mio padre in realtà stia smettendo, ho paura che tornando la le cose precipitino di nuovo.
Ci avevo davvero pensato a tornare in Australia per le ferie invernali, però non sono sicura di poter sopportare tutto quanto, di poter perdonare mio padre per aver fatto ammalare mia madre e per avermi rovinato l'adolescenza.
«India? Tutto bene?»
Mi riprendo velocemente dai pensieri e annuisco «Si, si tutto bene. Comunque, niente di che, incomprensioni potremmo dire» rispondo alla sua domanda, cercando di essere evasiva il giusto.
«Comunque, io e gli altri pensavamo di tornare in realtà..vieni con noi? Non devi nemmeno prendere un aereo pieno di persone che non conosci» il ragazzo sa cosa dire per convincermi facilmente.
«Non lo so...devo pensarci»
«Va bene, India, non preoccuparti. Fammi sapere in caso cambiassi idea» dice, alzando un angolo della bocca.
Sono davvero sicura che il fratello migliore sia Jack? Forse potrei dovermi ricredere.
Mi avvio verso la porta con Luke che mi cammina accanto «Grazie mille per la cena, davvero! Probabilmente mi sarei ritrovata a mangiare della zuppa surgelata» rabbrividisco a quest'idea che sa davvero di triste e patetico.
«È stato piacevole, mi era mancato..» Per sbaglio alzo lo sguardo nel suo e sento proprio la necessità di dovermi appoggiare al muro per non scivolare a terra come una cretina.
«Anche a me..magari la prossima volta sarò io a offrirti del cibo» sorrido.
«Buona notte, Lily» dice e per la prima volta non riesco ad arrabbiarmi per questo stupido soprannome.
«Buona notte, Luke» rispondo, ignorando il rossore che di certo si è palesato sulle mie guance.
Si abbassa verso di me e quando sono convinta che stia per baciarmi sul serio, si sposta leggermente e mi lascia un bacio sull'angolo della bocca.
Rimango particolarmente immobile mentre lo osservo scendere le scale che dividono i nostri appartamenti per poi sparire del tutto. Alla fine non volevo che mi baciasse davvero, no? No, certo che no.
Chiudo la porta e devo strisciare contro di essa fino ad arrivare al pavimento, perché al momento le mie gambe non funzionano affatto.
#YO HO HO#
Buongiorno fanciull*! Con sorpresa anche mia sono già qui con un nuovo capitolo e non sono nemmeno passati due mesi, wow sono sbalordita da me stessa sinceramente. A parte gli scherzi, sono riuscita a trovare il tempo grazie al fatto che mi devo fare 5giorni di riposo assoluto poichè alla veneranda età di 24 anni la mia schiena ha deciso che fosse un'ottima idea avere una contrattura.
Voi come state? Tutto bene?
Grazie a chiunque stia leggendo e spero che il capitolo via sia piaciuto, fatemelo sapere lasciando una stellina o un commento se vi va <3
Un mega bacino natalizio :*
-E
STAI LEGGENDO
Lover of mine || Luke Hemmings
FanfictionIndia ha un nome particolare e molti problemi. Non capisce perchè rivedere Luke Hemmings dopo più di otto anni le faccia ancora lo stesso effetto che le procurava quando era solo una ragazzina e insieme fantasticavano sul loro futuro. Non sa spiegar...