Gennaio è uno di quei mesi che mi mette parecchia tristezza. Non so nemmeno spiegare perché, visto che qui c'è pure la neve. E la neve mi piace, è bella, mi fa sentire di buon umore. La prima volta che ha nevicato qui a New York mi sono sentita come una bambina in un negozio di caramelle. Non che a Sydney sia meno bello, ovvio, è solo che ha un qualcosa di diverso. Forse nel mio essere diventata adulta in fretta ho dimenticato di vivere da bambina e quando mi sono trovata qui, da sola, ad osservare i fiocchi di neve che cadevano leggeri sui miei capelli, ho vissuto delle emozioni che non provavo da tanto.
Ad ogni modo, gennaio rimane un mese che mi mette di cattivo umore, indipendentemente da come le cose nella mia vita vadano.
Nonostante, ultimamente, le cose vadano parecchio bene, il che mi mette in guardia per il futuro perché non sono mai stata fortunata nella vita.
Siamo tornati in tempo per festeggiare l'anno nuovo con Genesis, che è stata la maggiore preoccupazione di Ashton. Durante tutto il viaggio continuava a sbuffare e a chiedersi chissà cosa stesse facendo Genesis e se sarebbe riuscito ad arrivare in tempo per evitare chissà quale catastrofe.
Le cose sono due, o Ashton ha dei grossi problemi di fiducia oppure è un po' troppo pessimista e di sicuro a Genesis non serve la sua costante protezione. Non le serviva una guardia del corpo prima, non penso nemmeno ora.
L'ho visto parecchio preoccupato, ma del tipo che ha fatto quasi preoccupare anche me per osmosi.
Alla fine Genesis si era ovviamente addormentata e nonostante io lo avessi provato a dire ad Ashton, lui non mi ha ascoltata. La sua testa era troppo occupata a pensare ad un elenco di catastrofi che potevano esserle accadute, non sarebbe mai riuscito a sentire anche me.
Sono io ora quella preoccupata, ma per lui, perché non mi sembra una reazione normale. In questi giorni avevo intenzione di parlarci, lo so che non sono fatti miei però lo considero un mio amico e quando vedo un amico in difficoltà mi viene spontaneo dargli una mano.
Esagero? Forse dovrei parlarne prima con qualcun altro? Tipo Genesis, che ci sta insieme, o uno dei suoi migliori amici? Si, probabilmente sarebbero delle opzioni più intelligenti del farlo da sola a caso, ma è anche vero che sono famosa per le scelte pessime che prendo nella vita.
Osservo la strada dalla finestra, mentre bevo dal mio thermos del tè, le luci dei negozi e dei palazzi quasi mi infondono un senso di calore che in realtà mi manca. Come pare mancare il riscaldamento in questa casa, visto che fa freddo come se non lo avessimo. Devo utilizzare almeno due o tre strati di ogni cosa che indosso, calzini, pantaloni, canottiera della salute che non può mai mancare. Vorrei sapere se anche tutti gli altri abitanti di questo palazzo hanno lo stesso problema. Perché altrimenti mi tocca chiamare l'idraulico e sperare in uno sconto supportato da un reggiseno push-up.
Tornare a New York mi ha fatto bene, mi sento più lucida, forse ho finalmente capito che cosa veramente voglio. La cosa di cui ho più bisogno in questo momento.
Ho la necessità di stare da sola. Di continuare a comprendermi fino in fondo e a guarire dalle vecchie ferite che, si sa, sono sempre più ostinate di altre.
A Sydney sembrava il paradiso, ma in realtà ero costantemente assalita dai dubbi su quello che stessi facendo. O meglio, lo ero nel momento successivo all'atto ormai già compiuto. Continuavo a chiedermi se stessi facendo una cavolata, se stessi correndo troppo, tanto che le mie fantasie non erano più solo fantasie.
Tornata nella mia seconda patria, però, mi sono un po' schiarita le idee. Ho addirittura meditato con Genesis e posso confermare che la meditazione non è nelle mie corde. Rimanere da sola con il mio cervello è una cosa che non fa decisamente per me. Lo scopo della meditazione è quello di appunto meditare, ovvero trovare il momento in cui il cervello si spegne e non pensa più a nulla. Ecco, il mio cervello pensava pure troppo, non riuscivo a liberare i pensieri, tanto che Gen mi ha caldamente invitato ad andare a meditare nella mia stanza poiché le stavo, come sempre, disturbando le energie astrali. Ad essere sincera, credo che delle volte inventi i nomi delle cose solo per prendermi in giro e ridersela beatamente, cosciente del fatto che io ne sappia molto meno di niente riguardo a ciò. Non riuscirei a captare le energie nemmeno se mi ci impegnassi davvero, per me questa è una cosa da medium.
«A cosa stai pensando?» Genesis rischia di farmi fare un infarto in età prematura, comparendo al mio fianco, silenziosa come una pantera.
Alzo le spalle, un brutto vizio causato dalla permanenza in casa Hemmings che dovrò togliermi al più presto «In realtà non pensavo a niente» mento.
Inarca un sopracciglio «Stai mentendo, lo capisco dalla ruga che ti si crea in mezzo alla fronte. Lo sai, non ti fa bene mentire, dicono che invecchi la pelle»
«E per quanto riguarda l'animo, invece? Invecchia anche quello?» Cerco di distrarla ma so già che il mio tentativo è destinato a fallire.
Ride «Il tuo animo è già quello di una novantenne, non mi preoccuperei per qualche anno in più» mi sorride «Allora, cosa ti turba?»
Sospiro e mi siedo sul davanzale della finestra «Non c'è niente che mi turbi, anzi, credo che per la prima volta io sia sicura di qualcosa»
Quasi scoppio a ridere quando vedo la sua espressione scioccata «Non dirmelo, hai davvero iniziato a capire come funziona la tua testa? Dobbiamo aprire il vino buono, India, non credevo che sarebbe mai arrivato questo momento!» Se non la fermo darà una festa solo per l'occasione.
Come quando ebbi le prime mestruazioni e mia madre chiamò tutta la parentela per farmi fare le congratulazioni. Non l'ho mai capita questa cosa, sinceramente, e tutt'ora mi mette a disagio ripensarci.
«Sei proprio scema» scuoto la testa flebilmente, ma sotto sotto le sono grata di sollevarmi l'umore «Prima o poi doveva succedere anche a me, no?»
Annuisce «Infatti, ma non ci speravo più. Credo che ti piaccia complicarti la vita più di quanto ti piaccia una certa persona» mi punzecchia.
Ora vorrei tirarle un pugno, invece.
«A proposito, con Ashton come sta andando?» Approfitto, meschina.
«Perché? Come dovrebbe andare se non bene?»
Alzo le spalle, nuovamente «Non lo so, l'ho visto un po' troppo...come dire...» fingo di rifletterci sopra «Preoccupato?»
Sbuffa «Lo so, tende ad esagerare in alcune occasioni, si preoccupa troppo per qualsiasi cosa»
«Qualsiasi cosa che riguardi te, volevi dire» è importante mettere i puntini dove devono stare, a mio riguardo.
«Anche, si..però non la vedo come una brutta cosa. Tranne quando esagera, in quei momenti mi prendo la libertà di schiaffeggiarlo e farlo tornare con i piedi per terra. Comprendo che possa preoccuparsi per alcune cose, però c'è un limite che è giusto non superare» le sue parole mi rassicurano. Immagino che non serva il mio intervento, forse andrei solo a complicare qualcosa che in realtà non ha alcun bisogno di essere sistemata.
«Ok, perché avevo intenzione di parlare con Ashton e non lo so, provare a fargli capire che tu non hai bisogno di un cane da guardia o di qualcuno che si faccia venire un attacco di panico quando non sa cosa stai facendo» ammetto, non mi sembra il caso di tenerle nascosto qualcosa di così semplice.
«Apprezzo il tuo pensiero ma non ti devi preoccupare, gliene ho già parlato e gli ho detto che se dovesse accadere un'altra volta l'ultima cosa che vedrà di me sarà il mio porta incenso dritto in faccia» sorride.
Non riesco a trattenere le risate davanti alla probabile scena che immagino nella mia testa.
«Ora, lo so che parlare di me ti aiuta a non pensare a te, ma non mi hai raccontato molto di quello che è successo a Sydney, non voglio costringerti, lo sai, però vorrei sapere se è tutto ok» torna come un kamikaze alla riscossa.
«Non è che ci sia molto da dire, mi sembra palese quello che è successo» arrossisco lievemente.
«Si, però vorrei sapere cosa ne pensi tu»
Mi zittisco per qualche breve attimo, riflettendo seriamente. Cosa ne penso io?
«Penso che se non avessi agito così sarei stata male, eppure anche averlo fatto mi fa stare male. Forse ho qualcosa che non va? Forse dovrei chiudermi in casa e basta?»
Mi spinge scherzosamente «Però prima hai detto di sentirti sicura riguardo a qualcosa..»
Annuisco «Credo che la cosa migliore per me, ora come ora, sia quella di rimanere da sola e cercare di comprendere come guarire alcune vecchie ferite che non vogliono sapere di andarsene»
La sua espressione mi sembra quasi scioccata «Quindi, mi stai dicendo che non vuoi stare insieme a Luke?»
Annuisco «Esatto, Luke è solo una parte del problema, o perlomeno lo era. Per ora sono sicura che sarebbe meglio per entrambi non frequentarci in quel senso»
«Vuoi friendzonare Luke Hemmings?!» Scoppia a ridere, come se la cosa fosse davvero divertente.
«Non ho detto questo!» La riprendo «Ho detto che per ora non voglio complicare le cose più di quanto già non lo siano, sono sicura che anche lui capirà..»
Continua a ridere, facendomi sbuffare «Ragazza, quando hai detto che eri sicura di qualcosa non pensavo fosse questa cosa»
«Perché?»
Appoggia una mano sulla mia «Perché credo che Luke potrebbe non prenderla così bene come tu credi, immagino che nella sua testa ora le cose tra di voi si siano sistemate»
Infatti, le cose tra di noi credo che si siano sistemate. O, perlomeno, la maggior parte. Ma questo non è un problema che riguarda noi, è un problema che riguarda me.
«Io..le cose tra di noi sono ok, credo, il problema non è questo. Il problema sono io, devo capire come superare alcune cose del passato per evitare che rovinino quelle del futuro, tutto qui»
Annuisce «Certo, lo capisco e hai ragione, ma devi riuscirei a farlo capire anche a lui. Credo che il ragazzo possa avere qualche problema con la comprensione del testo» fa una smorfia buffa.
Ridacchio «Posso cavarmela dai, riuscivo a fargli capire le cose quando i suoi unici neuroni pensavano solo al sesso e alle ragazze»
Lasciamo cadere così l'argomento, con Genesis che inizia a parlarmi degli ultimi gossip del suo ufficio e io che fingo di ascoltarla interessata.

Lover of mine || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora