Quando arriviamo alla prima tappa del nostro "finto" bar tour, tutto mi sarei aspettata fuorché un posto così losco. In realtà losco è un po' un eufemismo, e io non sono di certo abituata a locali di chissà quale spessore, però ecco c'è una bella differenza tra decente e totalmente il contrario.
In ogni caso, beviamo il primo giro di tequila e poi usciamo subito, dopo aver pagato, intimoriti dalla possibilità di non riuscire a tornare mai più a casa, non vivi perlomeno.
Temo che questo succederà comunque ma non per mano di un proiettile nel petto, piuttosto per la gradazione alcolica dei nostri corpi.
Comunque, il secondo locale in cui entriamo è decisamente meglio e infatti decidiamo addirittura di sederci.
«Sai che ti dico? È stata un'ottima idea!» esclamo, estremamente contenta che per un attimo il mio cervello abbia smesso di pensare fin troppo rovinandomi l'umore.
«Io ho solo belle idee» dice Genesis, dandosi delle arie.
«Tu hai solo delle voglie condivise da tutti noi, la tequila ad esempio» alzo le spalle.
Questa volta al posto degli shot decidiamo di ordinare dei drink, a patto che almeno uno degli ingredienti sia tequila. Finiamo così per ordinare tutti lo stesso drink, ma è ok, perlomeno nessuno vorrà assaggiare un goccio dal mio.
Domani chiamerò in ufficio e non andrò a lavoro, starò male sicuramente quindi non sarebbe come mentire. L'unica cosa certa è che non sarà per l'influenza.
Si, ho deciso che lo farò, mi sono stufata di dare anima e corpo per qualcosa che mi restituisce solo rabbia, frustrazione ed esaurimenti gratuiti.
So che posso meritare di meglio ma devo riuscire a trovare l'opportunità giusta, quella che mi aprirà davvero delle porte e non più solo finestre. Sono belle le finestre, metaforicamente, nella vita, ma le porte si possono aprire e attraversare, le finestre invece non permettono di muoversi al di fuori delle mura. Forse sto vaneggiando riguardo qualcosa a caso, forse il vino e la tequila insieme agiscono più velocemente, altrimenti come mi spiego il fatto che sono già quasi ubriaca?
Osservo Genesis accanto a me ma la vedo solo osservare Ashton con occhi sognanti e sospiri colmi di tristezza.
«Ehi, principessa sul pisello, perché non sei felice? Abbiamo della tequila» cerco di tirarle su il morale.
Sorride brevemente «Sono felice! Perché, sembra il contrario?»
«No, sembra solo il contrario. Continui a fissare una certa persona come se stessi osservando un quadro e allo stesso tempo una tomba»
«Nella tomba ci sono i miei sentimenti» si scrolla di dosso quell'espressione malinconica e torna a sorridere, allegra e serena come sempre, nonostante stia mentendo e mi faccia venire voglia di tornare a casa per mangiare patatine fritte e farmi raccontare i suoi problemi.
Mi guardo intorno nel locale, spostando gli occhi da una figura ad un'altra fino a che...no, penso di essere diventata cieca. Forse ho perso le lenti a contatto e non me ne sono accorta.
«Oh no..» Sento dire da Genesis che, proprio nell'esatto momento in cui ho scorto la figura di Luke Hemmings tra la folla nello spazio privé, mi stava osservando.
Luke sta bevendo qualcosa dal bicchiere mentre tiene stretta accanto a se una ragazza. E qui, amici, la storia diventa interessante. Vorrei poter dire, lo vorrei davvero, che si, si tratta di una bella ragazza ma nulla per cui perdere la testa; eppure non è così, al momento l'unica cosa a cui penso guardandola è che forse sono gay. Non che ci sia qualcosa di sbagliato, assolutamente, però è inaspettato visto che ero convinta di essere etero fino a pochi secondi fa.
Poi torno in me quando guardo di nuovo Luke che la guarda e sorride, sereno e divertito.
Sento il cuore rompersi in diversi pezzi, di nuovo.
«Senti, non dobbiamo rimanere qua se non vuoi. Possiamo tornare a casa o cambiare bar»
«Che succede?» Chiede Michael, confuso dalla nostra improvvisa agitazione.
Mi correggo: dalla mia improvvisa agitazione.
«Oh, nulla di che. Pensavo di ordinare altra tequila, chi ne vuole?» Chiedo, cercando di dimenticare ciò che ho appena visto.
Devo impormi di dimenticarlo, altrimenti non farò altro che pensare a questa cosa e impazzirei. Il solo avvicinarmi a quell'immagine mi fa venire una sorta di attacco d'ansia che non cenna a calmarsi con facile velocità. Il che, devo essere sincera, mi da molto fastidio.
Eppure, nonostante senta il cuore a pezzi, non me la sento di farmi vedere come quella debole, sono anche io in grado di dimostrare cosa posso essere in grado di fare e chi posso essere se voglio. E io non voglio più essere la ragazzina che sbava dietro a Luke. Al diavolo la voce dentro di me che continua a ripetermi "è fidanzato, siete andati a letto insieme" come se fosse uno slogan pubblicitario a ripetizione infinita. L'errore non l'ho fatto io, non ne sapevo nulla.
Prendo l'ordine e mi avvicino al bancone, facendomi spazio tra le persone, sgomitando un pochino.
La mia agilità da felino mi permette di scivolare tra la gente senza farmi possibilmente picchiare da qualcuno. Un vero portento, lo so.
Non vorrei dire che sto morendo dentro in questo momento ma sto decisamente morendo dentro in questo momento. Va bene così, non sono sicura che sia il caso di fare una scenata, in qualche modo credo che fingermi indifferente alla situazione mi farà stare meglio.
«Come posso aiutarti?» Mi chiede il barista avvicinandosi.
«Allora, vediamo se mi ricordo tutto...sette shot di tequila, due sex on the beach e..basta, credo» ok, sono sicura, si. Siamo solo in 4, lo so, e questa sembra un sacco di roba da bere, ma posso assicurare che è importante tenersi idratati quando si esce a ballare.
«Vieni con me alla cassa» mi fa segno di seguirlo e nel farlo quasi inciampo nei miei stessi piedi e rischio di sbattere brutalmente la faccia sul bancone, ma per fortuna i miei riflessi non sono ancora così pessimi da lasciarmi morire di una morte così stupida (perlomeno lo spero e cerco di convincermene).
Riesco ad arrivare alla casa senza avvicinarmi troppo alla tomba e pago, nel frattempo l'ordine viene eseguito da un altro barista e l'altro mi fa accomodare più avanti. Breve ma intenso, devo dire.
Mi sporgo sul bancone verso il barista e «Scusa, posso chiederti un vassoio su cui mettere tutto?»
Alza lo sguardo e rimango stupita, sono di un verde così brillante che non posso fare altro se non rimanere a bocca aperta e senza parole. Che mi succede? Riprenditi sorella, noi non ci facciamo più ingannare da occhi profondamente belli e cristallini. Anche se più nello specifico sono azzurri e con delle note bluastre, ma solo per mettere quei puntini sulle "i" che altrimenti senza risulterebbero delle "l".
«A te, buona serata» l'occhiolino che mi sfreccia sembra essere stato scoccato da un arco che vorrebbe proprio colpire il mio povero cuore, ahimè temo non sia la serata giusta, tristemente.
Sorrido e prendo il vassoio. Gli anni di catering ai matrimoni per permettermi la vita e gli studi a New York devo dire che danno sempre il loro frutto nel corso del tempo. Come ora, che non so nemmeno come mi reggo ancora in piedi, eppure il vassoio pieno di bicchieri e bicchierini pieni che tengo sul palmo aperto rimane in equilibrio perfettamente.
Arrivo al tavolo e guardo i miei amici «Forse ho sbagliato l'ordinazione, in quantità non in qualità però» rido e «Colpa del barista, è di una bellezza quasi disarmante» commento, sincera.
«Vedere, vedere!» Scatta Genesis in piedi, beccandosi l'occhiata più fulminea della storia da parte del nostro amico batterista.
Forse mi sono persa qualcosa, però ricordo bene che Ashton aveva detto di non volere nulla di serio se non puro e mero divertimento. Sono piuttosto sicura che facciano ancora sesso, Genesis non me lo nasconde, ed è per questo che trovo curiosa e tenera la reazione di Ashton.
«Oh Dio, hai ragione! Beh, se non vai tu vado io» continua la mia amica, e io non riesco a trattenere una risata all'ennesimo sbuffo di Ashton.
Mi servono solo un paio di shots in più e il Cupido che dorme in me verrà risvegliato bruscamente.
«Allora, a cosa brindiamo?» chiedo, distribuendo i bicchierini.
«Al meglio che questa serata possa offrire» propone Mike, che riceve un grido di approvazione da parte di tutti come risposta.
Direi che perlomeno il voto è unanime.
Buttiamo giù la tequila numero 4 che, non so come mai, ma mi stordisce leggermente più di prima. Com'era la storia della campionessa di shots? Vero è anche che quella sera volevo essere più stordita che sveglia, la disperazione fa fare cose molto strane.
Questa sera sembra che una mia fedele amica mi stia tradendo, dopo anni di avventure ed esperienze insieme ora mi lascia ad affrontare una sensazione di nausea molto poco piacevole.
Cerco di ignorare tutto e mi concentro sul prossimo shot, e qualche secondo dopo dalle casse parte "Hands to my self" di Selena Gomez. Io e Genesis ci guardiamo velocemente e prendendoci la mano a vicenda ci buttiamo in mezzo al locale, a ballare, insieme ad altre persone che si divertono come noi. Mi lascio andare senza pensare a nulla, azzerando totalmente i miei pensieri, fino quasi a sentirmi felice e tranquilla. Mi muovo sensualmente, a ritmo con la canzone, allungando le mani in aria e poi avvicinandomi a Gen, per ballare con lei. Ci strusciamo addosso, attirando lo sguardo di chi ci sta accanto e, sinceramente, non me ne potrebbe fregare di meno.
«Guarda tu che casualità, proprio questa canzone» ride la mia amica.
«La sfiga mi perseguita» alzo le spalle.
«La sfiga no, ma Luke Hemmings sicuramente si» guarda dietro di me e in qualche modo, senza che lei me lo dica, sento quegli occhi azzurri che mi fanno battere il cuore ma anche che riescono sempre a spezzarlo, che stanno bruciando sulla mia schiena.
Lo sguardo che Genesis gli rivolge fa rabbrividire pure me che non ne sono la vittima, ma sono sicura che Luke non si senta per niente intimidito da ciò.
«Non importa, te l'ho detto che ho chiuso. Questa cosa non andrà avanti e io sono già stata troppo male» alzo le spalle e continuo a ballare, fino a che i piedi non mi fanno male e ho decisamente bisogno di sedermi.
Genesis rimane in pista per un po', ha più forza di me la ragazza. La osservo perché sono sempre pronta ad intervenire in caso di bisogno, anche se non penso ce ne sia bisogno sinceramente. Sono seduta proprio accanto ad un mastino, quasi lo sento ringhiare quando un ragazzo inizia ad avvicinarsi alla mia amica, che scuote le braccia e saltella ignara del numero di sguardi puntati su di lei in questo momento.
Il ragazzo, poverino, non fa nemmeno in tempo ad avvicinarsi perché Ashton è già dietro a Genesis che lo osserva dall'alto al basso, sovrastando anche la mia amica. Capisce che l'aria che tira non è buona e batte in ritirata, tornando dai suoi amici con aria sconfitta.
«Che coglione» sbuffa Michael, guardando il suo amico agire come un animale territoriale.
«Lo penso anche io» perché complicare le cose quando possono essere semplici?
«Non capisco cosa ci sia di difficile sinceramente. Insomma, dubito che a questo punto possa negare un coinvolgimento» Penso ad alta voce.
«Vecchie ferite che fanno fatica a rimarginarsi..» Alza le spalle «Eppure i sentimenti sono sempre più forti dei dolori che abbiamo provato. O sbaglio?» I suoi occhi, fissi nei miei, sinceri e prudenti, brillano di sincerità e comprensione. Come se non solo sapesse già tutto, ma anche oltre.
No, io questa sera non voglio pensare né ai miei dispiaceri né ai miei sentimenti, non trovo sia giusto nei miei confronti deprimermi ancora quando palesemente dall'altra parte non esiste preoccupazione alcuna.
«Che sia così o meno, credo che sia arrivato il momento di un'altra tequila» sorrido, facendo cadere così l'argomento.
Annuisce concordando «Ma non vado io ad ordinare» chiarifico, per questa sera le mie doti di cameriera hanno dato e ora come ora non penso di essere l'esempio perfetto dell'equilibrio, o della sobrietà in generale.
Sbuffa però si alza e va verso il bancone, facendosi spazio tra la folla che sta ancora ballando.
Mi guardo attorno aspettando che Michael torni, così da poter definitivamente concludere questa serata di tequila tour che, per me, ha già dato abbastanza.
Maledetta, mi sarei dovuta fare i cavoli miei e invece, proprio in questo preciso istante, i miei occhi captano Luke e la sua (immagino) ragazza mentre hanno uno scambio di fluidi piuttosto intenso proprio davanti a tutti, e come se non bastasse lo sguardo maligno che mi rivolge la ragazza mentre stringe a se Luke sempre di più mi fa andare i pensieri in fumo. Non so perché, proprio non lo capisco, questa persona nemmeno mi conosce eppure stava proprio guardando me, in modo molto cattivo tra l'altro. Forse è perché ho una faccia antipatica?
La perfusione di saliva è finita e Luke velocemente si volta proprio verso la mia direzione, ma io sono più veloce di lui e distolgo lo sguardo. Già è imbarazzante così, se poi devo anche essere beccata come una scema faccio prima a scavarmi una buca e buttarmici dentro.
Mike torna al tavolo anche insieme agli altri e dallo sguardo che Genesis mi rivolge capisco che a nessuno è sfuggita quella scena.
«Allora, per la conclusione del nostro tequila tour io brinderei agli stronzi, che si fottano!» Urla Gen, facendomi sorridere e annuire. Concordo eccome.


#YOLOOOO#

Yo, Luke pezzodimerda è praticamente un must have ormai.

Come state?? Spero che vada tutto bene <3

COmunque io giuro  bella l'estate eh ma se sei al mare o con l'aria condizionata tutto il giorno. Se fuori ci sono 30° io ne percepisco 180, senza scherzare ovviamente. Mezze volte che esco penso di svenire dopo essere uscita dalla porta di casa (lacrimuccia).

Come sempre spero che il capitolo e la storia vi stiano piacendo, fatemelo sapere lasciando una stellina o un commentoo :)

Un bacino :*

Erika

Lover of mine || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora