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ATTENZIONE IL CAPITOLO CONTIENE SCENE ESPLICITE DI SESSO

Torniamo in camera entrambi che il sole è già calato, con la pancia piena e poca voglia di vivere. Il cibo appesantisce, mi sento come se un camion mi avesse appena investito, e il discorso che abbiamo affrontato prima in giardino non mi ha sicuramente alleggerito. Come dire, ci sarebbe stato bene l'aiutino del digestivo.
Ma, questo non mi fermerà comunque dalla curiosità di avere una risposta, che merito, da parte di Luke riguardo una certa canzone, se non erro, di cui io ho necessità di conoscere il titolo. Non gli ho creduto quando mi ha detto che non era mai stata pubblicata. Crede che sia nata ieri? Mi fregherà nell'anno del "puoi solo sperarci" il ragazzo. Ci sono troppe foto che incorniciano entrambi nudi nella vasca da bagno per un bagnetto insieme (eravamo troppo piccoli per avere coscienza di quelle aberrazioni ovviamente) che testimoniano la nostra reale conoscenza da diverso tempo per fargli credere davvero di potermi fare fessa con così poco. Dovrebbe, come minimo, impegnarsi di più.
«Allora, mi dirai mai qual è la canzone che parla di me?» Gli chiedo, corrotta fino all'osso dalla curiosità.
«Uhm...no, non penso. Poi magari l'hai già ascoltata» risponde, scrollando le spalle. Ed ecco che si contraddice, come il vero pollo che in realtà è lui. Lui è il mio famoso pollo nel pollaio.
«Cosa ti fa pensare che io ascolti le vostre canzoni?» Non voglio smontare subito tutto.
Alza un angolo della bocca «Le ultime magari no, ma le prime sono sicuro di si» e il fatto che abbia ragione mi da dannatamente fastidio. Anzi, non ha nemmeno ragione perché ho ascoltato anche quelle recenti. Rimango in silenzio per qualche secondo, confermando la sua ipotesi.
«Il tuo silenzio mi fa capire che probabilmente non ho sbagliato» ride, prendendomi in giro.
La mia palese espressione di disappunto ahimè mi tradisce.
«Anche se fosse così, e io non confermerò, dovresti comunque dirmelo. Andrebbe bene anche sotto forma di indovinello, giuro» mento, non andrebbe bene perché sono una frana negli indovinelli ma al momento farei di tutto pur di fargli uscire quel titolo dalla bocca.
Scuote la testa «Probabilmente non sarò mai abbastanza coraggioso da dirtelo» cerca di farmi pena, peccato non funzioni.
«Ok, allora scrivilo su un foglio» alzo le spalle. Mi sembra una soluzione onesta, no?
«India..» Il suo tono sembra non voler accettare repliche ma se mi fossi mai fatta fermare solo da questo ora non sarei una giornalista. Certo, ammesso e non concesso che io mi possa ancora inserire in questa categoria. Lo conferma il fatto che sto rimandando da quasi un mese l'intervista che devo fare a loro? La risposta è implicita nella domanda.
«Trovo solo che non sia giusto informarmi di una cosa simile e poi lasciare l'informazione a metà» continuo, io non mi arrenderò così facilmente. Prima o poi lo verrò a sapere.
Potrei chiedere a Michael o Calum che sicuramente me lo direbbero, se a conoscenza di questa cosa, ma non avrebbe lo stesso senso.
«Ci sono tante cose ingiuste nella vita» continua con le alzate di spalle, che mi fanno venire voglia di colpirlo violentemente con una pala.
«Si, e quindi non continuiamo a perpetrare questo male nel mondo, no?» Sento che la corda immaginaria che sto tirando a breve si spezzerà, eppure non sono mai stata la prima a mollarla.
«Ok, smettila. Te lo dirò solo ad una condizione, però»
«È un ricatto?» Lo interrompo. Non è il risultato in cui speravo, diamine.
«È una condizione, India» sbuffa.
«Ok, non ho paura, dimmelo» invece ho paura eccome.
«Voglio una ricompensa» e fino a qui, in realtà, potrebbe anche andare bene.
«Tipo i diritti d'autore se riproduco la canzone?» Chiedo, leggermente confusa.
«No, mi piacerebbe ricevere un bacio»
Alle sue parole vengo colpita da un episodio di mutismo selettivo. Mi ha colto alla sprovvista su talmente tanti fronti che non so proprio cosa dire. Intanto, perché proprio un bacio? Potrei dargliene anche dieci, così, per sport. Non solo per conoscere questa maledetta canzone. E probabilmente glielo avrei dato pure senza che lui me lo chiedesse ma la questione della consensualità mi limita, lo ammetto.
«Tu..vorresti..un bacio?» Chiedo, magari ho capito male io. Forse ha detto "bici" e io invece ho capito "bacio".
Annuisce.
«Perché?» È legittima la mia confusione, no?
Tentenna per qualche secondo, indeciso se rivelarmi o meno il suo timore «Perché penso che dopo potresti odiarmi» ammette.
Questa conversazione mi sta facendo rimanere più in silenzio di un esame orale all'università, il che è tutto un dire.
«Luke..» Vorrei dirgli che l'ho già odiato in precedenza e quindi non dovrebbe preoccuparsi, ma non penso sia la cosa migliore «Non ho smesso di volerti bene, in fondo, nemmeno quando te ne sei andato. Non sono sicura che una canzone possa fare peggio di così»
Trovo tenero tutto quanto, purtroppo.
Inspira ed espira un paio di volte e poi abbassa lo sguardo «Amnesia»
Per qualche secondo il mio cervello va in balckout totale. In che senso Amnesia? E perché mai mi sarei dovuta arrabbiare? Probabilmente tra tutte le vecchie canzoni è l'unica che non avrei mai immaginato, nemmeno per sbaglio.
«Sei sicuro?» È l'unica cosa che mi viene in mente di dire. Non ho detto intelligente, ma l'unica.
Inarca un sopracciglio «Secondo te mi posso sbagliare? Oh Gesù, sapevo che non avrei dovuto dirtelo» posso quasi percepire il panico alimentarsi dentro di lui. Mi sembra di vedere uno di quei meme su di lui realizzarsi davanti a me e non so come concentrarmi, per non ridere a crepapelle.
«Luke Hemmings, tu mi hai dedicato Amnesia?» Mi alzo in piedi davanti a lui, ha la faccia di uno che sta per entrare in iperventilazione. O forse sono io che mi preoccupo troppo.
«India se me lo chiedi un'altra volta ti giuro che» ma ovviamente non gli lascio finire la frase perché sono occupata a baciarlo.
La ricompensa, no?
No, perché questo non è solo un bacio. Questo è quello che non riesco a dire perché sono molto meno coraggiosa di lui, anche se fingo il contrario, ed è quello che in realtà avrei dovuto fare da prima che mi rivelasse questa notizia shock. È shock solo per me, probabilmente, perché se lo raccontassi a Genesis sicuramente la sua risposta sarebbe "Ne ero sicura, era così palese", quando di palese c'è gran poco, ma tralasciamo questi dettagli.
Stringe le mani attorno ai miei fianchi e mi avvicina ancora di più a se, riattivando nel mio stomaco le famose farfalle che non sentivo da un po'.
Non so se sia una buona cosa o meno, perché non ho nemmeno mezza certezza per noi due al momento, ma non ci voglio pensare, voglio solo godermi questo momento fino alla fine.
Mi allontano solo di qualche centimetro dalla sua bocca «Non capisco come tu abbia potuto pensare che ti avrei odiato» confesso.
«Non lo so..davvero, pensavo che Amnesia ti avrebbe fatto pensare che io volessi dimenticarmi di noi»
«Ed è così?»
Scuote la testa «No, mai. Volevo dimenticare gli sbagli che mi hanno portato ad allontanarti da me, non tutto il resto» abbassa lo sguardo ma lo costringo a guardarmi negli occhi nuovamente.
«Luke, il solo fatto che tu abbia pensato a me scrivendo una canzone mi crea degli scompensi cardiaci che il mio cardiologo non sarà felice di conoscere» per quanto questo mi faccia sembrare una sottona di prima categoria non mi importa, è giusto che sappia anche questo «Apprezzo che tu me l'abbia detto, grazie» ma non ho nemmeno il tempo di finire la frase poiché le sue labbra sono di nuovo sulle mie. Iniziamo così un bacio che di casto non ha niente fin dall'inizio, ma è invece una chiara provocazione fatta con intenzione e con abbastanza passione da mandarmi a fuoco in uno schiocco di dita. O meglio, la sua mano che afferra il mio sedere in modo non troppo prepotentemente, basta a mandarmi a fuoco come se fossi fatta di benzina e mi accendessi una sigaretta. Una reazione per niente controllata da parte mia, lo so.
«Se vuoi che ci fermiamo questo sarebbe un ottimo momento per dirlo» dice Luke, baciandomi dal lobo dell'orecchio fino alla clavicola, esagerando decisamente troppo e facendomi sentire le ginocchia come gelatina.
È infame, comunque, come faccio a volermi fermare se decide di baciare esattamente il mio punto debole?
Sento dei forti brividi percorrere lungo tutto il corpo e lui se ne accorge, alla fine gli basta solo toccarmi leggermente per sentire i miei peli rizzarsi «Lo prendo come un no?» Dice, facendomi ridere.
«Prendi questo come un no» lo spingo sul letto e mi metto a cavalcioni sopra di lui «Preferisci?»
Annuisce, senza aprire bocca. Mi piace, per una volta sento di avere almeno in parte il controllo sulla situazione tra di noi.
«Che ne dici se ci spingiamo un po' oltre?» Gli chiedo, slacciando la cintura dei suoi pantaloni, per poi sfilarla dai passanti mentre lo guardo osservare le mie mani che trafficano con la cintura.
Riporta la sua attenzione su di me, guarda direttamente dentro la mia anima e mi rivolge l'espressione più bella che avrò mai l'opportunità di poter vedere, mi accarezza dolcemente una guancia e alza un angolo della bocca «Ho sempre sognato di sentirti dire queste parole» dice, facendomi ridere ancora. È un bene che almeno lui sia simpatico, perché in queste situazioni io divento solo nervosa e cerco goffamente di camuffarlo.
Dopo qualche minuto siamo intenti ad esplorarci a vicenda, come se non ci fossimo mai guardati davvero. Lascio scivolare via i vestiti come se non mi appartenessero nemmeno, si confondono con quelli che sto togliendo contemporaneamente anche a Luke, a breve saremo nudi e la cosa anche se non sembra mettermi a disagio, in realtà lo fa eccome. Improvvisamente mi sento a disagio con il mio corpo, con la mia nudità di fronte a lui che pare essere uscito da un dipinto. Ma le sue dita sul mio corpo, il suo respiro ansimante nelle mie orecchie, il modo in cui mi guarda, mi fanno passare tutte le paure inutili in un attimo.
Luke mi tocca, mi scopre, mentre passa le sue dita sopra la mia pelle, con tratti leggeri che mi provocano solletico in alcune zone, un solletico piacevole, non fastidioso.
Vorrei che mi toccasse così più spesso.
Sento le guance infiammarsi quando con le dita inizia a solleticarmi un capezzolo, inarco la schiena avvicinando i nostri bacini ulteriormente.
Avvicina il suo petto al mio e con un braccio mi circonda la schiena, spostandomi dalla posizione precedente con una velocità tale che quasi non me ne sono nemmeno accorta, finisco con la schiena sul materasso e Luke sopra di me.
In questo momento le uniche persone esistenti al mondo siamo noi due, o perlomeno, io non riesco a vedere altro oltre a lui. Mi sento cretina a pensare ciò? Si, ma mi rigiro nel mio brodo di giuggiole fino a che potrò farlo senza piangere.
Stringo con forza le lenzuola tra le mani mentre Luke sfiora le mie mutande, anche se non è rivolto direttamente a me, noto un leggero sorriso increspargli le labbra quando constata, con un po' meno delicatezza, il mio livello di lubrificazione inserendo due dita dentro di me.
Mi lascio sfuggire un gemito, che voglio augurarmi con tutto il cuore sia rimasto qui dentro e non si sia sentito da nessun altra parte, susseguito da altri simili rumori che non riesco a controllare.
Che succede? Ho perso la facoltà di poter controllare la mia voce?
È solo che, la sensazione piacevole che mi provoca è troppo forte. Non riesco a trattenermi.
Mi mordo un dito, cercando di ritrovare qualche nota di dignità.
Si avvicina per baciarmi, mentre con la mano continua a darmi piacere «Sono felice di sentirti soddisfatta» dice, causandomi un quasi orgasmo. Non scherzo, per la cronaca.
«Prima di dirmi soddisfatta vorrei continuare la prova» in un certo senso, il doppio senso della frase ha il suo perché in questo momento. Forse per una volta non ho rovinato tutto.
Sorride «Non abbiamo nemmeno iniziato» il suo sguardo è talmente serio mentre me lo dice, che quasi spero non debba finire mai questo momento.
Riprendo il controllo di me stessa e mi metto in ginocchio davanti a lui, mentre mi guarda dall'alto, non ci impiego molto a capire cosa voglio fare ora, perché Luke Hemmings è nudo davanti a me e io potrei fare qualsiasi cosa.
Prendo il suo membro in bocca e inizio a muovermi sia con le mani che con la bocca, in sincronia. Il tutto deve causargli molto piacere perché chiude gli occhi e alza il volto verso l'alto, impedendomi di vedergli il viso.
Mi diletto in questa fellatio fino a quando Luke non mi interrompe alzandosi e posizionandosi dietro di me e facendomi piegare in avanti, poi sputa della saliva per lubrificare ulteriormente la zona e mi cinge i fianchi con una mano, con l'altra invece si tiene alla mia spalla. La prima sensazione di dolore appena entra in me mi fa sussultare, rimane fermo «Tutto bene?» Mi chiede, premuroso. Se penso che solo qualche secondo fa i suoi occhi mi stavano dicendo tutt'altro, impazzisco.
Annuisco «Non fermarti, Luke» ignoro il dolore iniziale che svanisce subito alla seconda spinta, alla terza infatti è già stato sostituito con un intenso piacere.
Appoggio la schiena al petto di Luke, che mi stringe con una mano il collo, senza soffocarmi o farmi male, e sale fino alla mia bocca, per tapparla. Sto cercando di non fare rumore, lo giuro, ci sto provando, ma sembra che oggi mi venga impossibile non gemere.
Mi aggrappo al suo avambraccio, che mi passa sopra ai seni, quasi spingendo le unghie nella sua carne.
Il tempo va avanti ma non sembra passare mai, nessuno dei due si accorge di quello che succede perché l'unica cosa che conta ora è solo il momento che stiamo vivendo insieme.
Ci rotoliamo nel letto, provando e conoscendo aspetti l'uno dell'altro a cui prima non avevamo accesso, perdendoci nel quasi totale buio della notte, illuminati solo dalla pallida luna e dalle piccole stelle che la circondano.
Mi sistemo sul petto di Luke, guardando il soffitto. Sputa aria dalla bocca e «Stai cercando di uccidermi soffocandomi con i tuoi capelli?» Dice, spostando la mia matassa di lato.
Li raccolgo velocemente in una crocchia molto decadente, che si disferà in pochi minuti ma poco importa, e mi volto a guardarlo offesa «Se avessi voluto ucciderti di sicuro non avrei usato i miei capelli, mica sono scema» borbotto.
Sorride passandomi un dito sulla guancia, accarezzandomi teneramente «Infatti non ho mai detto questo» si difende.
Sorrido e torno con la testa sul suo petto, questa volta non mi importa di soffocarlo con i miei capelli però.
«Devo confessarti una cosa» dice, facendo aumentare le palpitazioni del mio cuore.
«Ti ascolto» dico, giocando con le sue dita come se fossero delle marionette.
«Sono stato io a tirare un pugno a Chris Wesley in quarta superiore» dice, alleggerendo il volume del mio cuore. Stava aumentando per l'ansia, ovviamente.
Spalanco gli occhi «Lo sapevo! Sapevo che nascondevi qualcosa, era palese. Ora voglio sapere il perché, però»
«Tu vuoi sapere troppo cose, dolcezza, dovrai accontentarti poco alla volta»
Non voglio gongolare perché ha detto "poco alla volta" intendendo quindi che ci saranno altre volte e non morirà tutto quando atterreremo su suolo NewYorkese, però sto proprio gongolando.
«Allora, dolcezza, sei tu che te ne esci con informazioni interessanti e poi alla fine non dici niente» dico, voltandomi. Mi stendo a pancia in giù e appoggio nuovamente la testa sul suo petto, questa volta però avendo il suo volto a pochi centimetri dal mio «Se non mi dici perché gli tirasti un pugno non ti dirò mai chi vidi baciare di nascosto la notte del ballo di fine anno della quarta superiore»
Sgrana gli occhi «Mi stai dicendo che tu hai sempre saputo che non ero stato io a baciare Nancy Groove ma hai lasciato che la notizia si spargesse per la scuola? Che razza di amica sei?»
«Un'amica pazzesca che ora aspetta una risposta prima di darne un'altra» appoggio il mento sul palmo della mano, convinta di aver appena concluso l'affare della vita.
Come vorrei che anche i problemi fuori da questa stanza si potessero risolvere così, con alcune confessioni idiote.
Si finge scocciato ma torna a sorridermi subito appena i suoi occhi incrociano i miei «Perché l'avevo sentito fare dei commenti poco eleganti su di te negli spogliatoi maschili» mi racconta, come se non fosse assolutamente una cosa importante. Cioè, ovviamente ora non è importante ma se avessi saputo questa cosa tempo addietro probabilmente glielo avrei dato io il pugno, sia a Luke che a quell'altro cretino.
«Crudele da parte tua togliermi il divertimento, ma ancora più crudele non avermelo mai detto prima» vorrei riuscire a rimproverarlo ma non ci riesco, mi sento stregata dal suo sguardo cristallino e calmo.
«Ingiusto? Si. Divertente? Anche. Non mi pento di quello che ho fatto, lo rifarei» e poi dicono che la cavalleria è morta, macché! Qui mi trovo difronte ad uno dei cavalieri della tavola rotonda, mandato a difendermi da Re Artù in persona.
Osservo i nei sul suo petto e disegno delle linee immaginarie che li collegano tutti con le dita; non riesco a concepire come sia possibile che qualsiasi parte di Luke mi piaccia. Non c'è una singola cosa di lui, in questo momento, che vorrei cambiare. È diverso, se mi fosse stato chiesto a quindici anni probabilmente avrei risposto che prima di tutto doveva proprio cambiare la persona, perché ci trovavamo su due livelli troppo differenti (certo, nonostante tutto ero comunque innamorata di lui come una vera cretina), e poi avrei probabilmente detto che avrebbe avuto bisogno di un cambio cervello. Alle auto si fa il cambio olio, no? Ecco, a Luke Hemmings doveva essere fatto il cambio cervello, perché per me non ne possedeva uno.
«Ho sempre pensato che nessuno sarebbe mai stato alla tua altezza» confessa, giocando con alcune ciocche dei miei capelli.
Inclino la testa e inarco le sopracciglia, confusa «Come amica?»
Sorride e scuote la testa, come se la mia confusione potesse essere davvero divertente «Sei sempre stata una donna nel corpo di una ragazzina, quando io pensavo ad ubriacarmi tu pensavi a dove volevi andare al college e cosa fare della tua vita» ride del ricordo. Perché ride quando non c'è niente che faccia ridere davvero? Sta forse male?
«Cocciuta, ambiziosa e rompi scatole. Sono i tre aggettivi con i quali ti avrei descritto qualche anno fa» oh si, giusto un paio di ere geologiche fa «Ma nessuno sarebbe mai stato abbastanza per te, India. Nemmeno io» abbassa lo sguardo «Soprattutto io»
Questo cambio repentino di argomento mi lascia un po' senza parole. Ignorerò gli epiteti poco carini con i quali mi avrebbe descritta, perché è decisamente meglio così. Ci terrei particolarmente poi ad evitare come la peste l'altro argomento, poiché non so cosa dire.
«Forse» alzo le spalle «O forse no, penso che non lo sapremo mai. Comunque non credo che nessuno sia alla mia altezza, non mi pare proprio, anzi forse è il contrario»
«Non è vero, non pensare mai ad una cosa simile. Hai qualcosa che ti rende diversa da tutti noi, è come una scintilla nei tuoi occhi, esplode quando guardi qualcuno»
Arrossisco «Quando guardo te, forse» dico, sono troppo imbarazzata da ciò che ho detto e non riesco nemmeno a guardarlo negli occhi.
Per fortuna le sue iridi azzurre mi accolgono dolcemente quando ritrovo un briciolo di coraggio e lo guardo, lasciando che i suoi occhi mi cullino nel continuo mormorio dei miei dubbi e dei miei pensieri. Mi lascia un dolce bacio a fior di labbra che fa scomparire in un attimo i brutti pensieri che stavano già per popolare la mia mente.
Le labbra di Luke sono morbide da baciare e sanno di casa, sanno di qualcosa di caldo e accogliente che avvolge e crea sicurezza. Quando avevo cinque anni pensavo che le sue labbra sapessero di caramelle alla fragola, perché erano le sue preferite; a dieci anni pensavo che un bacio dato da Luke avrebbe avuto il gusto di cioccolato, perché ne andava ghiotto; a quindici anni avevo capito che un bacio da Luke mi sarebbe costato molto più di un semplice sapore, sarebbe valso anni di lacrime e dolore, anni di ripudio nei suoi confronti e sicuramente di una bella dose di odio.
Probabilmente la me quindicenne aveva ragione, ma nemmeno la me di cinque anni se la cavava male.

#YO YO YO#

Buongiorno amikett*, come state? Tutto bene? Spero di si!

Allora, partiamo con il dire che per me scrivere un capitolo ultimamente sta diventando davvero difficile, purtroppo, non tanto per l'ispirazione che va e viene (posso tenere a bada questa bitch se mi impegno) ma proprio perchè ho il tempo contato con il contagocce per tutti gli impegni che ho (brutta la vita da adulti ma ahimè prima o poi tocca a tutti).

Bene, non mi voglio dilungare troppo che già i due capitoli sono strong (fake, non è vero), vi lascio con tanti bacini e come sempre se vi va lasciatemi una stellina o un commento con le vostre opinioni al capitolo <3

Un bacio grande :*

-Erika

Ps: l'immagine del capitolo mi fa piangere per la sua bellezza raga ma come si fa ad essere così belli pure in movimento non me ne capacito vi prego preleviamogli del sangue e studiamolo non so che dire

Lover of mine || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora