La famiglia di Jin non era proprietaria solo del pugnale, custodiva anche una vasta libreria di testi antichi, racchiudevano leggende conosciute e rare.
Gli era stata affidata tutta la storia del soprannaturale, ne era custode da generazioni.Sia Nam che Jin fin da piccoli si divertono a sfogliare quei libri, catturati dalle immagini e dai poteri che narravano.
Jin era ossessionato da un libro in particolare, una leggenda che aveva sempre catturato la sua attenzione.
Dalla morte del suo compagno era diventata un'ossessione, la leggeva in continuazione sperando di cogliere qualche nuova notizia che gli era sfuggita in precedenza.
Non riusciva a non perdere la speranza a voltare pagina, lui sapeva che non doveva mollare, anzi era spinto ancora maggiormente a cercare un modo per riaverlo.Ma non c'era nessuna formula, nessuna ricetta, nessun oggetto per attivare quella leggenda.
Quella viaggiava a sé, veniva concessa da qualche potere superiore sconosciuto, era quella più rara.Lui non aveva conosciuto nessuno che avesse visto la leggenda realizzarsi, allora perché nominarla se sembrava che nessuno potesse essere testimone di tale potere.
Eppure lui continuava a sperarci, desiderava così tanto riavere il suo compagno che si sarebbe aggrappato a qualsiasi cosa, anche a qualcosa che sembrava essere impossibile.Era seduto ai piedi della libreria, con le gambe incrociate e il libro appoggiate su di esse, faceva scorrere le dita sul testo trascritto e con gli occhi chiusi immaginava, vedeva il suo sorriso, le sue piccole mani che gli accarezzavano il viso, i suoi occhi che lo guardavano come se fosse la cosa più bella esistente.
Se si concentrava poteva sentire la sua risata mentre lo prendeva in giro per leggere così tante volte sempre lo stesso libro.
Quel libro che sembrava avesse la sua risposta, ma che non poteva in nessun modo realizzarla, nessuna formula magica da pronunciare a voce alta, nessun rito.C'era una cosa che lo infastidiva, le immagini del suo compagno erano alternate a quelle del licantropo, non riusciva a non pensare al suo soffice manto, al suo desiderio di vederlo in versione umana.
C'era qualcosa che non capiva, il suo legame con lui, si dal primo incontro era scattato qualcosa, ma poteva dire che non conosceva nulla di lui, eppure perchè nutriva tutta questa curiosità nei suoi confronti.Per quanto ne fosse attratto non voleva che interferisse con i suoi ricordi, non voleva che si accostasse la sua immagine a quella del suo unico compagno, lo riteneva una mancanza di rispetto, eppure non poteva farci niente, succedeva senza il suo controllo.
Non poteva non pensare al loro ultimo incontro, così intimo, sentirlo così vicino lo aveva fatto stare fin troppo bene.Anche nel villaggio qualcuno pensava a quel momento, se chiudeva gli occhi poteva ancora sentire le sue dita scorrere sul suo manto, un tocco delicato che non avrebbe mai voluto interrompere.
Il suo profumo gli sembrava ogni volta più dolce, ad ogni incontro lo apprezzava sempre di più.
Aveva paura di quello che stava provando, voleva fidarsi del suo istinto e di quel vampiro.
Continuava a fare lo stesso incubo, si era aggiunto un dettaglio che lo aveva destabilizzato, aveva percepito il tocco di quella persona che lo teneva tra le braccia.
Quel tocco gli sembrava così simile a quello del vampiro, fin troppo simile, ma era impossibile, magari era solo suggestione dopo l'ultimo incontro.Inconsapevolmente i pezzi stanno trovando il loro incastro perfetto, i tasselli stanno riemergendo, e il riavvicinamento sta accelerando il percorso del destino.
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Reincarnazione (Jinmin)
FantasyJin era seduto sulla finestra del suo enorme castello, con la gamba a penzoloni fuori da essa e lo sguardo fisso nel vuoto, avrebbe voluto saltare giù, schiantarsi nel suolo, spezzarsi, morire. Ma tutto questo per lui non era possibile, poteva conti...