capitolo 30~ hyung

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Le vacanze stavano terminando. L'indomani mattina sarebbe stato il 7 gennaiao, l'epifania, ed era proprio vero, quel famoso detto, "L'epifania tutte le feste si porta via", e Jungkook di questo non ne era per niente felice.

Jungkook decise di prendere la sua moto e andare a fare un giretto con essa.
Prima di uscire però, prese il suo casco nuovo, regalato a Natale, le chiavi della moto e quelle di casa, il cellulare e il portafoglio. Uscì di casa dopo aver salutato il padre e il cucciolo di Doberman. Salì sul sellino della sua amata moto rossa, e dopo aver rombato col motore per scaldarlo, partì sfrecciando per le strade di Seoul. Guidò senza una meta ben precisa.
Il suo cuore già sapeva dove si stava dirigendo.

La mente no.

La mente doveva ancora rinfrescare la memoria, o forse non voleva ricordare affatto.
Ricordare avvolte può essere doloroso, molto spesso lo è.
Ma è fondamentale.
I ricordi sono quelli che ci legano al passato; fanno parte di noi dobbiamo preservarli, non legarci unicamente a quelli, altrimenti i ricordi diventano presente e il presente svanisce come un ricordo lontano.

E Jungkook a quel ricordo era legato.

Arrivò in poco tempo a destinazione.
Ben presto ricordò tutti i bei momenti passati .
Ricordò di quando, da piccolo, i suoi genitori lo portavano, dopo la scuola materna, al parco davanti al suo vecchio istituto così che potesse giocare con i suoi amichetti.
Si ricordò anche di quando prendevano insieme un gelato e si sedevano insieme sulla panchina vicino alla quercia secolare, ormai nominata "zona loro".

Scese di moto e, col casco al braccio, si andò a sedere sulla panchina.
Era una panchina fatta di legno, un po' rovinata, dagli anni e dagli agenti atmosferici.

Agli occhi di Jungkook quella restava la panchina migliore di sempre, nonostante l'aspetto sciupato.
Si girò a guardare il parco, popolato da centinaia di bambini che giocavano con la neve. Un sorriso amaro si formò sulle sue labbra. Anche lui voleva tornare spensierato come lo era un tempo, peccato che, a quanto pare, non gli fosse più possibile.
Sospirò leggermente e vide un bambino imbronciato avvicinarsi con la palla in mano.
"U-uhm h-hyung." Sussurrò il bambino, un po' intimorito nell'aver usato il linguaggio onorefico con uno sconosciuto.

E se gli avesse dato fastidio?

Il bimbo si pose subito dopo questa domanda.
Jungkook, nel mentre, ridacchiò leggermente, sentendosi chiamare in quel modo.
Non aveva mai conosciuto nessuno più piccolo di lui che lo potesse chiamare 'hyung'.
A dire il vero si trovava molto bene con le persone più grandi di lui.

"Hey, ciao." Rispose Jungkook, spostandosi verso un lato, per lasciare spazio al piccolo per farlo sedere.
"Come mai qua? Non dovresti giocare con i tuoi amici?" Chiese Jungkook guardandolo, per poi alzare la testa per guardare gli altri bambini.
"Quei bambini sono noiosi. E in più frignano per avere il mio pallone." Disse il piccolo, stringendo a sé il pallone da calcio.
"Puoi giocare tu con me, hyung?" Chiese facendo gli occhioni.
"Mh va bene, fare qualche tiro non mi farà male. Ma poi torni dalle persone con cui sei venuto, intesi?" Chiese il più grande, divertito vedendo il bimbo entusiasta, ma temendo anche che i suoi genitori si potessero preoccupare.
"Si hyung, Approposito come ti chiami?" Chiese con i suoi occhioni.
"Jeon Jungkook e tu?" Chiese.
"Wang Shou, ho 6 anni e mezzo e da grande farò il calciatore professionista." Disse il bambino soddisfatto di sé stesso.
"Oh bene Shou, vediamo quanto sei bravo." Disse ridendo, 'rubando' il pallone a Shou, che in risposta lo seguì correndo per potergli portare via il pallone.
"Prendila." Disse Jungkook facendo un passaggio.
I due continuarono a giocare per un bel po', finché, ormai stanchi, non decisero di fermarsi e prendersi una buona crepes insieme, al chiusco di strada. Ovviamente Jungkook pagò per entrambi.
"Shou? Dove ti sei cacciato??" Si sentì in sottofondo, fin quando non apparve una ragazza, dai capelli scuri, i lineamenti dolci e la pelle chiara.
"Oh eccoti!" Borbotto con fare arrabbiato misto alla preoccupazione, tenendo in collo un bambino di circa 4 anni. "Grazie mille per essersi occupato del mio fratellino, anzi scusa il dusturbo, non sta mai ferma questa peste." Disse facendo un inchino di ringraziamento. "Oh no, grazie a lui. Ha reso questo mortorio di giornata molto più spassoso." Sorrise Jungkook. "Oh bene allora-." "Jungkookie hyung, possiamo rivederci per giocare insieme?" Chiese lui facendo gli occhioni dolci.
"Mhh e va bene." Ridacchiò quasi intenerito.
"Giovedì pomeriggio va bene?" Chiese nuovamente Shou, felice di aver trovato qualcuno con cui giocare. "Sì, perché no, facciamo a quest'ora." Sorrise il moro in risposta.
"Ciao, ciao hyung, a giovedì!" Disse mentre la sorella maggiore lo portava, mano nella mano, lontano, dopo aver salutato e ringraziato nuovamente.

"Sono uno hyung adesso." Ridacchiò ripensandoci e salì in moto tornandosene a casa.

Angolo concavo
Non uccidetemi, so che non aggiorno da un poo.
Avevo un po da fare e poca voglia sinceramente): perdonatemi ancora! Quando sarà finita la scuola avrò più tempo, spero, per occuparmi delle mie storie.
Abbiate un po di pazienza, ve ne prego🥺
Se il capitolo vi è piaciuto lasciate un commento e una stellina❤

Buona domenica a tuttiii

The Cause Of My Euphoria|| JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora